AlbinoLeffe 20-Gubbio 15. Come sul campo (2-1 per i seriani) anche la partita in curva premia di misura la squadra di casa. In tutto, conti alla mano, 35 curvaioli su 1.040 presenze all’Atleti Azzurri d’Italia.

 

Due furgoni, cinque ore di viaggio e cinque soste in autogrill per i Supporters Gubbio (presenti le sezioni Cantiano e Punto e Croce) che raggiungo lo stadio bergamasco pochi minuti prima del fischio d’inizio, salutati dalla Nuova Guardia blu-celeste con cui «esiste da qualche anno un bel rapporto a titolo personale», confermano alcuni rappresentati di entrambe le sponde.

 

Gli umbri si compattano subito e si annunciano con un bel coro “Lupi, lupi” a cui segue un boccaccesco “Culiettette Tetteeculi” ben ritmato e “Forza Gubbio Alè”. Il primo quarto d’ora nel settore rosso-blu si chiude con esplicito e gridato “Cornacchini fuori dai coglioni”, che accompagnerà fino alla fine l’allenatore fanese (storici “nemici” degli eugubini) esonerato poche ore più tardi dopo aver raggranellato appena un punto in cinque partite.

 

“Come sempre un arbitro di merda”, si lamentano nel frattempo i ragazzi della Nuova Guardia dopo un fallo non fischiato. A livello di compattezza la curva dell’AlbinoLeffe si dimostra inferiore a quelle dei dirimpettai, anche se possono mettere sul terreno di gioco un paio di bandieroni usati con costanza e un tamburo che in uno stadio così vuoto (a fronte di una capienza da 21mila posti) si fa comunque sentire. Umbri più costanti anche nei canti e nei battimani.

Durante l’intervallo abbiamo l’occasione di scambiare anche due chiacchiere direttamente nel settore dei Gubbio Supporters (molto disponibili in effetti gli stewart) in cui il lamento per il costo della birra (4 euro) e del biglietto (15 euro) fa da sponda alla puntualizzazione di quali siano i gemellaggi: «Forlì, Sassari (Torres) e Tempio Pausania» mentre una forte amicizia c’è con «Castellamare di Stabia (Juve Stabia)». Mentre dopo gli ultimi episodi la rivalità più sentita è quella col Grifone perugino. Dal canto loro i ragazzi di Bergamo ci confermano come l’unica vera fratellanza sia col Chievo, mentre con la Pro Sesto i rapporti ormai siano rotti. «Tensioni? Siamo una tifoseria piuttosto tranquilla, ma se devono fare un nome dico Brescia: ecco con loro non è che andiamo proprio d’accordo», ci dice un ragazzo della Nuova Guardia.

 

Malgrado i numeri risicati (“Pochi sì, ma spavaldi e fieri” recita una pezza seriana) anche nella seconda parte del match le due curve (specie quella ospite) continuano a farsi sentire con una certa costanza e vivacità, complici naturalmente anche i tre gol. L’ultimo, quello decisivo, proprio nei minuti finali che fa esultare i padroni di casa (“Alè l’AlbinoLeffe alè”) e consente agli umbri di rincarare la dose: «Cornacchini fuori dai coglioni, Cornacchini fuori dai coglioni» e poi «Dimissioni! Dimissioni!».

 

Due furgoni, 5 ore, 5 autogrill. La strada verso casa è segnata: 946 chilometri fra andata e ritorno in poco più di 12 ore: «Il Gubbio è una malattia che non va più via».

 

Stefano Arduini.