Le ultime positive impressioni ricevute dalle tifoserie in Austria, mi spingono ancora una volta a viaggiare verso la repubblica delle Alpi. Stavolta l’obiettivo è Lustenau, una piccola città di circa 24.000 abitanti situata nella regione di Vorarlberg, nelle immediate vicinanze del confine con la Svizzera. La partita contro l’SCR Altach, proveniente da una città ancora più piccola (circa 7.000 abitanti) e distante solo circa 10 chilometri, è conosciuta come “derby del Ländle”, in riferimento alla denominazione storica della regione più ad ovest dell’Austria. In questa stagione, per la prima volta le due squadre si incontrano in Bundesliga, il massimo livello del calcio austriaco, partita che già all’andata aveva messo in mostra due tifoserie in buona forma, capaci di creare un’atmosfera a dir poco suggestiva…

La regione di Vorarlberg è straordinaria in confronto al resto del paese. Con solo circa 350.000 abitanti la cui maggioranza vive nella Valle del Reno fra Bregenz e Feldkirch, è geograficamente e culturalmente molto vicina alla Svizzera. Sono gli unici in Austria a parlare un dialetto alemanno e ciclicamente sono avvertibili sussulti di indipendenza, a partire dal 1919 quando l’81% della popolazione si espresse in via plebiscitaria per l’indipendenza dall’Austria e il passaggio a Cantone della Svizzera, cosa che – come è facile intuire – non si realizzò mai per controversie fra i due paesi.

Con tante città in pochi chilometri di distanza (le più grandi sono Dornbirn, la capitale Bregenz, Lustenau, Feldkirch), tutte hanno una o più di squadre professionistiche con le proprie adeguate strutture a supporto (che sia calcio, hockey su ghiaccio o pallamano), per cui è davvero molto semplice trovare dei derby sentiti ed emozionanti per quanto attiene tanto il terreno di gioco che gli spalti.

A Lustenau, fino a qualche anno fa si giocava addirittura un derby stracittadino fra Austria Lustenau e FC Lustenau ’07, la squadra di calcio più vecchia nel Vorarlberg. Oggi, la compagine biancoblu è relegata nelle categorie minori dopo il fallimento del 2013, tuttavia la crescita delle tifoserie era già evidente ai tempi di quei derby di Lustenau.

L’ultimo derby regionale giocato in Bundesliga risale al 2000, quando l’Austria Lustenau perse 0 a 4 contro l’SW Bregenz. Così, l’inedita partita odierna sarà inoltre il primo derby del Vorarlberg in massima divisione austriaca dopo 22 anni.

Negli ultimi anni, le due società hanno avuto un percorso totalmente diverso. L’Austria Lustenau gioca nel calcio professionistico fin dal 1994, ha giocato prevalentemente in 2.Bundesliga fino alla promozione di un anno fa (anche in questo caso, guarda a volte la cabala, dopo 22 anni nella seconda divisione). La sua denominazione è sempre quella tradizionale di “SC Austria Lustenau”, senza riferimento alcuno a sponsor. L’allenatore, Markus Mader, è un autoctono nato proprio nel Vorarlberg. Allo stadio non è cambiato niente da tanti anni, anche se i progetti per una ristrutturazione sono già pronti…

L’SCR Altach invece, cominciando con la promozione del 2006, ha visto una (più o meno) costante crescita fino alla qualificazione all’Europa League ottenuta per la prima volta (e poi spesso replicata) nel 2015, con le partite internazionali che furono però giocate a Innsbruck per ottemperare agli standard di sicurezza richiesti da parte dell’UEFA. La sua denominazione attuale è “Cashpoint SCR Altach“, in riferimento allo sponsor che sarebbe un’agenzia di scommesse. Denominazione mutuata e storpiata più volte dai rivali in “Ca$hpoint”. Lo stadio è quasi completamente ristrutturato e come allenatore, la società ha scelto di un vecchio campione del mondo come l’ex laziale Miroslav Klose, proveniente dallo staff del Bayern Monaco.

Il giorno della partita arrivo verso le due nel centro di Lustenau, dove la tifoseria locale è già riunita per muovere in corteo alla volta dello stadio. Sono in circa 2-300, un numero buono che questa volta non viene ingrossato con il supporto degli amici di Augsburg, che giocano contemporaneamente in casa. I primi passi sono scanditi dall’accensione di alcune torce. L’aspetto è molto compatto e deciso. Il tragitto non è così lungo, tuttavia il gruppo genera un bel colpo d’occhio, tra l’altro e per la maggior parte del tempo, senza l’invasiva scorta della polizia. In vista dello stadio, vengono nuovamente accese tante torce e alzati cori potenti e in quest’ultimo scorcio esterno, agli ultras si aggregano in buon numero anche dei semplici tifosi.

Una mezz’ora più tardi, dietro la curva ospiti, arrivano i tifosi da Altach in due pullman, condotti direttamente fino all’ingresso. Sono ben separati dalla tifoseria locale e non sembra possibile alcun tipo di contatto, non per niente entrano quasi immediatamente allo stadio.

Quando anche io entro, il “Reichshofstadion” mi riporta alla mente l’ultima partita a cui, esattamente in questo stesso posto, avevo assistito prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria di Covid-19 a marzo 2020. Era la semifinale di coppa d’Austria, il Lustenau aveva vinto contro il Wacker Innsbruck, raggiungendo la sua prima finale dopo tanti anni, poi disgraziatamente giocato senza tifosi a fine maggio e persa contro l’odiato Red Bull.

Quasi tre anni più tardi, nulla è cambiato strutturalmente in questo stadio, ma il settore ospiti è stato però spostato dalla curva scoperta al settore laterale della tribuna, in osservanza al regolamento della Lega Calcio austriaca che obbliga ogni società a prevedere un settore coperto per gli ospiti, con la conseguenza negativa di una riduzione dei posti riservati ai tifosi di altre squadre che ora è limitato a circa 400. Le tante restrizioni in termini di sicurezza poi, hanno inficiato anche la capacità totale dello stadio che è ora ridotta a circa 4.600 unità a fronte delle quasi 8.000 originarie.

La partita presenta il tutto esaurito già due settimane prima del fischio d’inizio e allo stesso tempo è uno dei tanti segnali che alla società di casa, nel prossimo futuro, non lascia tante altre possibilità che avviare la ristrutturazione del vecchio stadio, con buona pace della tradizione o dei nostalgici. Un’ora prima della partita le due Curve sono già gremite, tanti tifosi si intrattengono fino all’inizio della gara all'”Austria-Dorf”, il fan villagge interno alla curva composto da tanti padiglioni con ogni sorta di birra, vino, carne grigliata, ecc.

Quando le due squadre entrano in campo, la curva Nord di casa presenta una splendida coreografia con un bandierone copricurva e uno striscione con cui pongono la propria squadra al di sopra di tutti i rivali locali: “Gli dei lo hanno predetto: Lustenau regnerà fino alla fine dell’eternità”). A far da sfondo, tante bandierine lucide verde e argento che colorano e completano lo spettacolo. Gli ospiti invece si compattano dietro lo striscione “Altach” di notevole fattura, su uno sfondo a bande con non solo i colori sociali, ma anche quelli della città e della regione. Gli stessi colori sono poi simmetricamente replicati da una coreografia con cartoni che intensificano il colpo d’occhio dello striscione stesso, che sono solo il preludio a tanti fumogeni e razzi…

Inizia la partita e anche le due tifoserie alzano la voce. Le bandiere sono sempre in alto, ad accompagnare battimani e cori potenti con cui le due fazioni incitano i propri ragazzi. Nel settore ospiti si accendono successivamente alcune torce, mentre la tifoseria di casa rinuncia completamente all’uso di pirotecnica, per non rischiare multe più alte per la propria società, già messa sotto la lente di ingrandimento dopo le partite precedenti…

Sul campo la squadra di casa gioca una partita coraggiosa contro i più accreditati ospiti, che anche in classifica non sono poi così distanti. I biancoverdi fanno una splendida partita e riescono a far esplodere la gioia dei propri tifosi che resta però strozzata in gola a causa dell’odioso VAR. Bisogna attendere più di due minuti prima di festeggiare debitamente un gol in tutta la sua regolarità ed è qualcosa di così contro natura a cui forse non riusciremo mai davvero ad abituarci.

Quando ha inizio il secondo tempo, il settore ospiti sfoggia una nuova coreografia dietro lo striscione “Altach è solo bianco e nero” con sciarpe con gli stessi colori sociali e tante torce foto-flash. Bello ma meno impattante del primo spettacolo. Sfortunatamente il fumo invade ampiamente il terreno di gioco e l’arbitro interrompe la partita, mandando i giocatori negli spogliatoi. Quando dopo qualche minuto i giochi ricominciano, l’atmosfera del settore ospiti è chiaramente inficiata dall’interruzione e anche il risultato di 3-0 dopo un’ora di gioco smorza ulteriormente gli animi, mentre i padroni di casa invece già festeggiano per la vittoria ormai evidente. Bei battimani e bandiere sempre alte al cielo, il colpo d’occhio è davvero ottimo, specie se consideriamo che alla fine sono entrambe tifoserie di due centri piccolissimi.

Alla fine vince l’Austria Lustenau con un secco 3 a 0. Quando la squadra arriva sotto una curva a dir poco euforica per festeggiare, devo purtroppo lasciare il vecchio “Reichshofstadion” per riprendere la strada di casa. Lo faccio chiedendomi inevitabilmente se la mia prossima volta da queste parti ci sarà sempre lo stesso vecchio stadio, intriso di storie di calcio e di tifo, oppure se l’Austria Lustenau avrà mosso i suoi passi verso il futuro come ormai si vocifera da un po’. Vediamo e speriamo che di fondo resti sempre l’attenzione e il rispetto per la comunità che quegli spazi dovrà viverli.

Jürgen De Meester