La settima trasferta stagionale affrontata dal nostro manipolo non tesserato ha come meta la città di Perugia. Sul prato del “Renato Curi”, la Virtus si contenderà la gara numero trenta del campionato corrente. Il primo appuntamento della giornata è alla cantina di fiducia del gruppo dove, una delle auto pronte alla partenza, preleverà due modeste bocce (da cinque litri ciascuna) di ottimo Merlot. Insieme alle inevitabili lattine di birra, le stesse ci guideranno per la durata dell’intero viaggio.

Dunque, intorno alle 09:15, ci uniamo agli altri ragazzi nel consueto distributore di benzina e luogo di ritrovo. Dopo esserci adeguatamente ricreati davanti al bancone del bar con tanto di caffè e cornetto, in otto e a bordo di due auto, verso le 10:00, decidiamo di aprire le danze. Il nostro itinerario prevede la percorrenza su un tratto di A14 fino al casello di Civitanova Marche-Macerata e uno successivo di Statale che ci condurrà direttamente nel capoluogo umbro. Due le soste totali effettuate: sempre particolare quella nei pressi di Colfiorito; la tappa al locale che prepara i panini a base di prodotti tipici del posto di cui siamo diventati habituè quando si attraversa la zona. Il tempo necessario per saziare lo stomaco con salsicce, ciauscoli e formaggi e di sciacquarsi giustamente le budella col rosso di “Rinascita Lancianese” che ci rimettiamo subito in cammino.

Le condizioni climatiche non sono delle migliori: coi mezzi si circola regolarmente ma a bordo delle carreggiate si nota la presenza della neve caduta nelle ore precedenti. Avanziamo a velocità media superando il cartello di confine con la scritta “Perugia”, più o meno, alle 14:25. Seguiamo senza problemi le indicazioni riportate che, in breve, ci permettono di raggiungere il parcheggio del settore ospiti dello stadio. Facile, facile l’ingresso nella superficie recintata (con campetto di basket ubicato dietro le Tribune della struttura) al cui interno sono sistemati i mezzi dei supporters rossoneri.

Perfettamente operativi alle 14:50, la preoccupazione prioritaria è di riuscire ad acquistare i biglietti come una volta, quando nessun decreto e nessuna legge obbligava a liberi cittadini di aderire a fantomatici programmi di fidelizzazione per sostenere la propria squadra del cuore nelle gare esterne. Di conseguenza, due dei nostri, si recheranno a parlare con lo steward posizionato all’entrata della suddetta area che, in barba ad ogni misura in termini di sicurezza (quella tanto decantata sicurezza!), consiglierà loro di spostarsi al botteghino di pertinenza della Curva Nord (proprio così!) dove un suo collega, con molta probabilità (ma senza alcuna certezza), si occuperà dell’emissione dei nostri tagliandi.

Ed allora, mettendo da parte simboli e colori, cerchiamo di verificare la veridicità di quanto ci è stato appena comunicato. In concomitanza col fischio di avvio, ci si sobbarca la fila al botteghino. Documenti e soldi alla mano di tutti e otto i componenti della cricca, spieghiamo la situazione all’addetto di fronte che inizialmente alza le spalle. Con l’assembramento che freme dietro, insistiamo però inamovibili fino a che l’uomo provvederà a contattare telefonicamente qualche responsabile che, informato, pronuncerà il fatidico «ok». I biglietti ci vengono rilasciati alla cifra di 12,00 Euro cadauno. In fretta, raduniamo le unità e agguantiamo rapidamente gli stendardi “You’ll Never Walk Alone” e “Mentalità Elitaria”. Oltrepassato pure l’ultimo ostacolo rappresentato dalla lunga gincana di innesto ai tornelli, alla mezzora del primo tempo abbiamo modo di posizionarci sugli spalti…finalmente!

Richiamiamo i lancianesi a disporsi in maniera più compatta e partiamo col classico repertorio per spronare chi sta in campo. Ma oggi, a dirla tutta, risultiamo un pò sottotono ed il nostro sostegno non toccherà mai picchi elevati. Si fa quel che si può, dato che il tifo viene fastidiosamente condizionato anche  dal manifestarsi di grosse folate di vento gelido che contribuirà a spazzare via la cara voce (perfino la gremita Curva biancorossa, che notiamo colorata ed in movimento durante il corso dei novanta minuti, risentirà di tale fattore).

In compenso, match avvincente sul rettangolo verde, caratterizzato da continui capovolgimenti da ambedue le parti e numerose azioni salienti; alla chiusura delle ostilità, comunque, nessuna squadra prevaricherà l’altra con le reti che resteranno inviolate. Al termine, non contenti, ci accordiamo coi gemellati di Montevarchi, per una visita in terra toscana. Lungo l’autostrada sosta d’obbligo all’area di Servizio “Badia al Pino” (Gabriele sempre nei cuori Ultras!) e poi dritti, dritti fino in città, nella quale ci stabiliremo in orario aperitivo.

Ad accoglierci il solito manipolo di fratelli coi quali trascorreremo un’altra delle immense serate alcoliche. Cori e goliardia saranno gli ingredienti che faranno da sfondo al riunirsi delle nostre rispettive realtà che, proprio quest’anno, festeggeranno il quindicennale. Sempre un’emozione speciale intrattenerci coi ragazzi in sciarpa rossoblè al mitico “Bar Giglio”, mentre fiumi di birra scorrono a profusione. Semplicemente «Stesse vedute, grosse bevute!» come qualcuno esclama con orgoglio. I valori che ci legano sono più forti del tempo che passa e non lo si può apprendere a parole: ognuno in cuor suo custodisce gelosamente questa consolidata amicizia. A notte inoltrata, ringraziamo sinceramente gli Ultras montevarchini per l’ospitalità riservataci e ci avviamo sulla strada del ritorno: direzione Roma e poi Abruzzo; Lanciano ore 06:30 circa. Bella sbronza “Effennetì”! – NO ART. 9 !! –