“Basta un giorno così a cancellare centoventi giorni stronzi e basta un giorno così a cacciarmi via tutti gli sbattimenti che ogni giorno sembran sempre di più, ogni giorno fan paura di più, ogni giorno però non adesso, adesso che c’è un giorno così”.
Recitava così il buon Max Pezzali nel 1997 e su questa falsariga è impostato il senso dello striscione esposto questa domenica pomeriggio al campo sportivo di Palese. Perché basta un giorno così, una domenica, un campo di periferia, bastano decine di torce accese, in piena libertà, e basta una classifica sorridente a rendere felice i classici romantici del pallone. Perché Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio, come diceva Albert Camus.
È la prima volta che mi reco a Palese, ma per l’ironia della sorte è l’ennesima volta che mi capita il Picone contrapposto all’Ideale. Dopo aver fatto un giro d’ispezione, trovo con estrema facilità il modo di entrare dalla parte opposta alla gradinata, quella in teoria vietata dagli arbitri perché a ridosso degli spogliatoi, ma potrò comunque scattare tranquillamente e non avevo dubbi potesse andare diversamente: siamo pur sempre in Terza Categoria e qui, per fortuna, l’isteria sulla sicurezza non ha ancora preso il sopravvento. Dopo aver bussato diverse volte e non trovando nessuno ad aprirmi, ho provato la tattica più semplice e ingenua, usare la maniglia. Come da prassi, si è aperta senza nessun problema. Nessun ostacolo, nessuna casacca gialla e blu, nessun padrone del mondo ad innalzare mille ostacoli.
Mi colpisce molto la gradinata a ridosso del campo, che restituisce agli occhi un effetto quasi “british”. Basterebbe davvero vivere più spesso un giorno così, per aver l’animo felice e libero dalle oppressioni e dai veleni che precedono e conseguono ad una partita di calcio. Ecco perché è piacevole seguire queste categorie. Se ci si mette anche una tifoseria in grandissimo spolvero, è davvero fatta.
Ad occhio, la gradinata è occupata sì da tanti curiosi, ma i sostenitori dell’Ideale si aggirano intorno alle 100 unità. Numero considerevole e che dimostra la grande crescita di una realtà che sta facendo spesso parlare di sé. Ultimi ultras di un calcio malato in via terminale, ritrovano radici, tradizioni e stimoli nelle categorie di cui a nessuno interessa e in cui tutto è concesso.
Molta organizzazione, molta birra, molta compattezza. Le manate sono quasi perfette, il sostegno va a mille come la squadra. Possenti i cori a ripetere contro il calcio moderno e i cori continuati che mai perdono d’intensità. Suggestivo il settore acceso dalle tante torce, luce del passato nostalgico, giostra dalla quale nessuno ti viene a tirar giù, ma che devi avere il coraggio di inseguire e cercare da te. Di rimando rivivo anche io le stesse identiche sensazioni ogni volta che metto piede nella giornata “Ideale”. Basta poco, basta davvero un giorno così.
Massimo D’Innocenzi.