Non si vorrebbe e non si dovrebbe parlare in questo spazio di calcio da un punto di vista tecnico-dirigenziale (o forse no?!?), ma il Benevento, in maniera ancora più estrema delle altre neo-promosse Spal e Hellas Verona che sono comunque nella stessa situazione, è l’esempio perfetto dei mostri generati dalla sperequazione. Portare la massima categoria a 20 squadre, diminuire le retrocessioni e di rimando le promozioni dalla cadetteria, blindare la Coppa Italia e attuare norme “corporativiste” a tutela dei club maggiori, non solo in termini di scelte “logistiche” ma anche di ripartizione dei diritti economici, ha finito per ammazzare la competitività, lo spettacolo e persino il senso primario della contesa sportiva. Quella dove due contendenti si affrontano ad armi pari e non uno con un bazooka e l’altro con il fioretto.

Per queste ragioni, per le compagini minori, veder realizzato un sogno vuol dir spesso entrare nell’anticamera dell’incubo: è ormai prassi consolidata da anni che le stesse compagini promosse, si ritrovino poi a ritornare mestamente in Serie B l’anno dopo. Con l’unica eccezione, a conferma della regola, di uno sporadico avvicendamento fra qualche provinciale già in A incappata nella classica stagione nera che cede il posto ad una delle tre neo-promosse che imbrocca la gran stagione o indovina la volata finale.

Non è il caso del Benevento però, che come detto ha visto tramutare il sogno Serie A in un incubo: questa nona giornata contro la Fiorentina non farà specie e la compagine guidata in panchina da mister Baroni raccoglierà la nona sconfitta in altrettante giornate di campionato. Un record tremendo che mai nessuno aveva raggiunto e che, a questo giro, come spesso succede, costa l’esonero all’allenatore a cui subentra l’ex Palermo De Zerbi.

Se la Serie A diventa un detonatore per l’interesse degli occasionali, altrettanto velocemente quegli occasionali hanno risposto con fischi e disapprovazione (anche sacrosanta, per carità) verso quanto di osceno avviene in campo. In tutto ciò l’unica certezza restano i tanto vituperati ultras che, in barba a qualsiasi cosa possa succedere, stanno continuando a sostenere con immutata passione, calore e colore gli unici valori immutabili ed eterni, ossia la maglia e la città che essa rappresenta.

Spettatori totali 10.881 di cui 7.763 abbonati, anche se presumibilmente non tutti saranno presenti. Il colpo d’occhio della Curva Sud è comunque molto positivo, tanto in termini di mere presenze che di tifo. Molto bella la sciarpata con cui accolgono l’ingresso in campo, proporranno ancora tanto colore nel proseguo della gara e buon supporto canoro da ambo gli anelli in cui si divide il tifo locale.

Le trasferte insolite come questa, venendo alla controparte fiorentina, costituiscono a loro volta una motivazione in più anche per le tifoserie ospiti per via del nuovo stadio da visitare, una nuova città, un nuovo confronto tutto da scrivere in termini ultras. La risposta dei viola è infatti davvero molto positiva, nei numeri e nell’approccio alla gara. Anche per loro tanto colore, belle sciarpe al cielo, colore rinforzato da una serie di bandiere di varia metratura e tante persone che seguono la gara a torso nudo incrementando l’impatto scenico del settore stesso. Alla fine verranno premiati, come già anticipato in apertura, dal risultato sul campo.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Giuseppe Scialla.