Alla Juventus sono abituati tanto a vincere quanto ad essere odiati. Le due cose vanno di pari passo, inevitabilmente ed è normale che sia così. Com’è normale che a certi livelli, politico-imprenditoriali soprattutto, si faccia spesso buon viso a cattivo gioco per una questione di convenienza. Perché dai più grandi e/o più forti si dipende sempre, in un certo senso. Se ne potrebbe sempre aver bisogno. E allora si sposano posizioni diplomatiche di comodo. Si minimizza. Con buona pace dei tifosi che invece per indole, per passione, non sono adusi alle mezze misure. Perché non si ama a metà. Non è possibile. Ed è anche per questo che Gazzoni resta ancora nel cuore della tifoseria rossoblu che, in occasione del terzo anniversario della scomparsa, lo ricorda proprio in occasione della gara contro l’odiata Juventus, di cui Gazzoni fu uno dei principali accusatori ai tempi di Calciopoli.

Al “Dall’Ara” c’è letteralmente il tutto esaurito, più di trentamila spettatori dei quali sono all’incirca 2.500 quelli di fede juventina, stipati nello spicchio ospite della “San Luca”, anche se c’è sempre qualche tifoso sparso negli altri settori, con tutto quel che ne consegue in termini di convivenza. Solita bella tradizionale sciarpata in apertura di incontro da parte della Curva “Andrea Costa” che, oltre ai già citati striscioni per Gazzoni, ne espone anche uno, in zona “Settore Ostile”, che a prescindere dalla rivalità, esprime solidarietà agli ultras bianconeri per la nota e aspra repressione che stanno subendo negli ultimi anni, nel proprio stadio.

Per quanto riguarda gli juventini, detto dalla presenza, c’è da menzionare anche da parte loro uno striscione di solidarietà ma per un ultras del Legia. Tanta la pirotecnica, da un parte e dall’altra, così come i cori offensivi, oltre a bandiere, treni e battimani mentre in campo finisce con un salomonico pareggio che alla fine, specie in certe partite, non accontenta mai nessuno.

Foto di Luigi Bisio