Alla presenza di poco più di 29.000 persone (rimane solamente qualche vuoto nella tribuna laterale) arriva la Juventus, una delle pretendenti più serie alla vittoria finale dello scudetto.

Curva Bulgarelli esaurita in pochissime ore, ampia la presenza di bandiere a due aste, bandiere di varie misure, sciarpe e qualche fumogemo ad accompagnare i giocatori in campo fino a qualche minuto dopo il fischio d’inizio.

Dopo circa dieci minuti, con due diversi striscioni, si ricorda l’anniversario della scomparsa di Sergio Isabella, ex giocatore delle giovanile del Bologna morto di SLA nel 2014, meno noto dei vari Borgonovo e Signorini, ma l’ennesima triste conferma di quanto questa malattia sia presente nel mondo del calcio, cosa che al netto di complottismi di sorta dovrebbe comunque far riflettere.

Nel secondo tempo, nella zona dei Mai Domi, si alza un altro striscione che invoca libertà per Loris e Miccia, il primo esponente di spicco dei Viking Juve, raggiunto recentemente da una condanna a 14 anni per accumulo di pene varie, il secondo è un tifoso bolognese, anche lui arrestato per altri reati che nulla hanno a che vedere con lo stadio.

Buona la partecipazione canora, alimentata anche dall’avversario odierno, uno fra i più odiati in riva al Reno, cosa che alimenta il sostegno fino al fischio finale, nonostante la sconfitta per 3-0 e la prestazione non certo esaltante della squadra, che però esce ugualmente fra gli applausi.

Settore ospiti parimenti stracolmo con Drughi, Tradizione e tutti gli altri gruppi maggiori del tifo bianconero. Circa 7.000 le presenze, compresi i tanti che trovano posto nei distinti. Tifo vocale però abbastanza deludente, con il colore limitato ad una sciarpata in cui la partecipazione resta circoscritta a poche persone. Nota positiva le tante bandiere e due aste, ma visti i numeri era lecito aspettarsi qualcosa di più.

Luigi Bisio