Trasferta a Firenze dei tifosi del Campobasso(circa 700) per la finale di coppa italia d’eccellenza. Storia di sventure e passione in giro per l’Italia con il lupo nel cuore. (storia raccontata da un tifoso)

Della vittoria della coppa di ieri, forse molti di voi non conoscono un particolare: la storia dei “ragazzi dell’autogrill”. Chiamati anche i ragazzi del pullman 7. Come gli altri pullman, anche il n.7 è partito dal vecchio romagnoli (con 40 minuti di ritardo dalla partenza prevista). Dopo un viaggio tutto sommato tranquillo, sono iniziati i problemi. All’altezza di Attigliano (grazioso paesino all’inizio dell’Umbria) il motore del pullman decide di andare in panne, inizia a rallentare, fin quando è costretto a fermarsi del tutto nel bel mezzo dell’autostrada. L’autista si improvvisa meccanico e inizia a emanare sentenze sul possibile guasto, fin quando crede di aver risolto il problema e riparte con il coro dei presenti “Non molliamo maiiii, non molliamo maiiiiiiiiii”. Circa 200 mt e il pullman inizia a piangere come i tifosi del Ponsacco. Fortuna che poco più avanti vi è un autogrill. Appena fermati, le circa 50 persone presenti scendono dal pullman accompagnati da un losco presentimento che perturba l’orizzonte “Wuaiù quà m’sa ca zomb la partit” “nù ric manc p scherz ca’ t facc zomba la cocc!”. Di nuovo abbandonati a loro stessi, i famosi 50 si adeguano al suolo esibendo le pietanze di carattere prettamente nonnesco, del tipo “Antò tiè, t so fatt nu ruot e parmigiana nzia mai t veniss nu poc e fam”. Nel frattempo l’autista continua inspiegabilmente a mettere le mani nel motore, fin quando una domanda inizia a balenare le menti dei poveri superstiti “Ma perchè non preme il pulsante SOS dell’ autostrada?” “Perchè non contattiamo un pullman locale?”. Dopo attimi di scompiglio generale, si decide di chiamare il presidente del Campobasso. Sia lodato il cielo, Giulio Perrucci promette che adesso manderà un pullman a prenderli. Finalmente riappare il buon umore sui visi dei 50, temperati anche dal rossore causato dal sole cocente e dall’effetto del buon vino casereccio (oltre che dalla famosa birra FORST). Dopo un’ora di attesa si decide di andare verso l’uscita dell’autostrada sperando che il pullman riesca a mantenere. Finalmente, uscito ad Attigliano, il pullman si ferma in uno spiazzale, lasciando scendere i passeggeri, per poi dirigersi ad un’officina poco distante. I superstiti decidono quindi di recarsi nel bar di fronte, per consumare ancora un po di cibo e qualche altra 0,3. Arrivata l’ora di pranzo, uno dei 50 decide di chiamare qualcuno per cercare di capire a che punto sia il pullman e se gli altri siano già arrivati allo stadio. Trapelano notizie diverse da fonti altrettanto diverse e da condizioni fisiche ASSOLUTAMENTE diverse (ragazzo superstite chiama un suo amico già presente allo stadio: “Michè addò stai?” “A Castropignano!!!”). C’è chi dice che il pullman arriverà tra 1 ora, chi tra 20 minuti, chi tra 2 ore. Con molto dispiacere riescono a convincersi che salteranno sicuramente il primo tempo della partita, dunque iniziano a “pressare” la graziosa barista affinchè alle 15:00 metta su Rai sport 1. Nel frattempo mancando 45 min circa alla partita, e dato che “se gli ultrà non vanno allo stadio, lo stadio và dagli ultrà” si improvvisa una curva dinanzi al bar , e partono i cori sotto lo stupore generale dei presenti al bar, delle persone che passano per strada, e di quelle che affacciate alle palazzine li guardano con una certa ammirazione (?). Dopo aver scaldato la voce, i circa 50 si recano nel bar per l’inzio del match, e sotto esortazione della barista (graziosa) decidono che non sia il caso di cantare anche li dentro. Tra i presenti inizia ad avvalersi una tesi “Rimaniamo qui a vedere la partita è inutile che andiamo allo stadio non facciamo in tempo nemmeno a vedere il secondo tempo”. Ma queste sono solo parole di un campobassano ferito, perchè al momento dell’arrivo del pullman (appena iniziata la partita) gli ultras del CB si scoprono centometristi, e con uno scatto bruciante assediano il nuovo pullman. Ma le notizie belle non finiscono qui, perchè inizia a spargersi una voce (la cui fonte sembrerebbe essere attribuita l’autista) la quale afferma che allo stadio manca soltanto un’ora. Esplode la gioia tra i presenti, il secondo tempo è salvo. Partono i cori ” Stiamo arrivando, Firenze stiamo arrivando, stiamo arrivandooooooooo”. Termina anche il primo tempo. Ormai dovrebbero essere arrivati, decidono allora di chiedere informazioni all’autista. Non è possibile, era una cretinata, mancano ancora 80 km!!! addio partita. I superstiti cadono nello sconforto, alimentato dal pareggio del Ponsacco, fortuna che Lazzarini E Vitelli risolvono tutto poco dopo. A fine partita l’autista indica il casello autostradale, sono arrivati finalmente a Scandicci, mentre nel campo preparano il tavolo per la premiazione, riusciranno a vedere almeno quella. Appena usciti dal casello, li aspetta una volante della polizia. Anzi, non li aspetta, ma li blocca. I 50 non possono raggiungere lo stadio, dato che di li a poco per quella strada sarebbero passati anche i tifosi del Ponsacco, viene anche detto che c’è una legge che impedisce l’entrata in un impianto sportivo al termina della partita. Ovviamente i superstiti scendono dal pullman protestando, ma non c’è niente da fare. Poco dopo arriva un’altra volante della polizia, ma non basta per placare gli animi, giunge allora un pulmino di circa sei poliziotti. La situazione sta diventando insostenibile, fin quando un poliziotto, preso il cellulare, ci fa sapere che la squadra raggiungerà gli sfortunati presso il primo autogrill a Chianti Ovest per festeggiare. Arrivati stremati a Chianti, i tifosi si accasciano con violenza al suolo addentando gli ultimi panini e ruoti di parmigiana rimasti. L’attesa è abbastanza lunga ma finalmente giungono a destinazione i pullman con gli altri tifosi e la squadra. Finalmente i superstiti si sentono a casa, partono i festeggiamenti, i cori e le foto con i giocatori e la coppa. Si conclude cosi con il viaggio di ritorno da questa avventura particolare.
Non so perchè ho usato la terza persona per descrivere gli avvenimenti, anche io ero su quel pullman, anche io ero un superstite. Dopo 70autogrill, 50 bar, 2 pullman rotti, 7 panini, na decina birra, 70 voci infondate e qualche sigaretta, vi lascio con il coro che avevamo pensato di cantare all’ingresso dello stadio nel secondo tempo:
“NOI QUESTA MAGLIA NON LA LASCEREMO MAI, NOI QUESTA MAGLIA NON LA LASCEREMO MAI, NOI QUESTA MAGLIA NON LA LASCEREMO MAI, L’AUTOGRILL E’ QUI CON VOIIIII”

FORZA CAMPOBASSO