Tante aspettative per questa partita, del resto i play off sono una tappa fondamentale nell’ottica di un campionato, men che mai in questo caso dove ci si gioca una buona fetta della possibilità di essere promossi in serie B. Peccato si giochi in un giorno lavorativo, mettendo in difficoltà la tifoseria ospite che deve organizzarsi in tutta fretta e mettersi in viaggio per una trasferta non impossibile ma neanche troppo agevole. Avendo già visto i sanniti in passato, trovo conferma della loro attitudine all’estetica e ad alcune scelte lungimiranti: appena entrati mettono le consuete pezze in balaustra, formano un bel gruppo dietro di queste ed hanno l’accortezza di mettere i bandieroni nella parte alta del settore, scelta quanto mai azzeccata per un settore ospite che è lungo ma molto stretto, con pochi gradoni, e a livello estetico la scelta paga. Anche per quanto riguarda l’organizzazione poco da dire, i lanciacori si mettono spalle al campo e megafono alla mano, e fanno in pieno il proprio dovere coinvolgendo il settore e dettando il tifo in maniera convinta e funzionale. Un paio di tamburi scandiscono i ritmi del tifo, il tamburo può essere croce o delizia del tifo, può spalleggiare la voce o la può sovrastare, io per antonomasia ne sono estremamente favorevole ed in questo caso bisogna fare un plauso in quanto riescono ad accompagnare il tifo senza alcuna sbavatura: si nota che il tutto è organizzato in maniera capillare e si lascia poco all’inventiva.

I padroni di casa sono una di quelle tifoserie capaci di alti e bassi a volte incomprensibili, una tifoseria che probabilmente offre il meglio di sé lontano dalle mura amiche ma che in talune occasioni riesce a coagulare, unire le diverse anime cittadine. In fondo Carrara è la città anarchica per eccellenza, non manca il primo maggio anarchico con un corteo che parte dal centro città per snodarsi per le vie cittadine, manifestazione sempre seguita e parecchio partecipata. Questo senso di libertà e di conflittualità verso l’ordine costituito, lo si ritrova nella tifoseria il che se da una parte lo trovo un punto assolutamente a favore, dall’altra c’è da dire che in alcuni frangenti può essere un freno. In questa serata l’adrenalina si percepisce fin dal prepartita nei dintorni dello stadio, un’attesa spasmodica con tante persone di diverse fasce d’età che armate di sciarpa si dirigono verso lo stadio, uno sciame chiassoso, colorato, speranzoso. In Curva Nord i cori si alzano con circa un’ora di anticipo rispetto all’inizio delle ostilità, forse anche troppo presto considerando che poi c’è da sostenere la squadra per i fatidici novanta minuti, ma anche da questo particolare si evince come la tifoseria sia eccessivamente carica, convinta di poter trascinare la squadra ad un risultato favorevole.

Si arriva ben presto ad inizio partita, le due tifoserie sono ai loro posti di battaglia, gli ospiti aprono le danze con le bandiere al vento mentre in Curva Nord viene fatto calare un telone e dietro di questo vengono accese alcune torce a fare da contorno. Spettacolo semplice ma comunque d’impatto, magari se l’accensione delle torce avesse ritardato di qualche secondo, avrebbe esaltato ancora di più il telone.

Il tifo, inutile dirlo, è il classico rullo compressore da ambo le parti: gli ospiti si concentrano sui cori a ripetere che vengono eseguiti quasi allo sfinimento, i padroni di casa optano per un tifo con melodie più lunghe riproposte per diversi minuti ma entrambe, pur con stili diversi, hanno il grande pregio della continuità e della coralità. In certe partite la posta in palio fa passare il sostegno quasi in secondo piano, in questo caso anche nella ripresa le due tifoserie non si risparmiano, continuando imperterrite le loro prestazioni e quando i padroni di casa passano in vantaggio, c’è ovvia esultanza nella curva gialloblù con tutto lo stadio a soffiare sul fuoco, ma anche nel settore ospite non ci si scompone proseguendo imperterriti fino al triplice fischio finale.

La squadra ospite si dirige sotto il settore per i saluti finali, il risultato negativo offre comunque delle opportunità nella partita di ritorno che si giocherà a Benevento, mentre i padroni di casa salutano l’intero stadio soffermandosi sotto la curva per intonare i cori insieme agli ultras: parte forte “Se vado in B…” sperando che i giocatori non confermino i propositi del coro, decisamente poco consoni alla figura dello sportivo serio e dedito alla vita sana. Ma la curva seria non può essere: uno spazio autogestito deve necessariamente farsi forza anche sulle esagerazioni, conoscendo poi all’atto pratico dove potersi spingere. È uno dei tanti aspetti che rendono affascinante il mondo del tifo.

Valerio Poli