La Tessera del Tifoso ha fatto danni, l’ortodossia degli ultras ha proseguito sulla strada intrapresa. A grandi linee si spiegano in questa maniera alcuni legami storici che man mano si sono persi. Negli ultimi anni diversi gemellaggi si sono sciolti, alcuni per motivi del tutto futili, quando bastava sedersi attorno ad un tavolo per affrontare la questione e trovare una soluzione migliore di interrompere percorsi condivisi pluridecennali. Al contempo pare che stia dilagando la moda di sciogliere gemellaggi per cercare amicizia al di là dei confini nazionali, come se l’erba del vicino non fosse più tanto verde e si vada a cercarla lontano da casa. Aggiungiamo pure che ad alimentare questo filone hanno contribuito in primis le compagnie aeree low cost, che hanno permesso di muoversi a costi contenuti, a seguire l’uso smodato di internet che ha permesso di conoscersi, vedersi ed intraprendere relazioni. Impossibile trascurare i rapporti internazionali che legano le tifoserie italiane a quelle spagnole, francesi, tedesche o dell’est Europa. C’è stato un periodo, a cavallo degli anni ’90, che il modello da seguire era quello inglese con alcuni ultras nostrani che viaggiavano verso i perfidi lidi di Albione per osservare gli hooligans, quei tifosi che nell’immaginario comune erano i “duri e puri” del movimento, quelli che sapevano creare incidenti e vivevano le loro vite al limite ma sempre all’insegna di un certo stile fortemente legato alle sottoculture. Anche in questo caso la traduzione di alcuni libri inglesi in lingua italiana ha alimentato il mito, anche se a veder bene la letteratura specializzata generalmente si limitava a raccontare, più o meno fantasiosamente, di grandi sbronze, pub distrutti e nemici abbattuti. Cliché piuttosto semplice ed abusato, ma tanto bastava per fantasticare di centri cittadini messi a ferro e fuoco con avversari rincorsi fin sotto la porta di casa, il tutto contornato dalle innumerevoli bevute in compagnia. Da noi si è sempre teso a parlare di Ultras e non di hooligans e se ai non bene informati la differenza potrebbe essere labile, chi mastica un po’ l’argomento può circoscrivere senza essere smentito la differenza sostanziale fra i due mondi.

Tutto questo lungo preambolo per dire che un tempo tra carrarini e reggiani c’era un bel gemellaggio, sempre onorato nelle sfide ed alimentato da continue visite reciproche. Poi con l’introduzione della Tessera del Tifoso si sono aperte le prime crepe e quando la situazione sembra degenerare, anche un comportamento un tempo tollerato diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ed ecco che della vecchia triade Carrara – Reggiana – Pisa è rimasto ben poco. A livello ufficiale anche nulla, poi se entriamo negli aspetti personali è ovvio che certi legami restano indelebili.

In questo pomeriggio il clima che si respira è disteso, non è difficile vedere persone con sciarpe di colori diversi che si salutano con reciproche pacche sulle spalle anche se la tifoseria locale decide di non fare ingresso sui gradoni a causa delle restrizioni in atto, a conferma di come, al di là del gemellaggio ormai rotto, le amicizie sono rimaste ed anche piuttosto profonde. A confermare ulteriormente questa tesi è lo striscione esposto dai padroni di casa all’ingresso del settore ospiti: ”Rinna, Alberto e Plat sempre con noi”, a firma Curva Nord Lauro Perini.

All’interno dello stadio la scena è rubata dall’unica tifoseria presente, i reggiani hanno letteralmente divorato i biglietti a loro disposizione ed oltre ad occupare il settore ospite, vanno ad insediarsi anche in parte della gradinata. Colpo d’occhio niente male, il duo Teste QuadreVandelli è ormai affiatato e ottimamente organizzato. Anche questo pomeriggio un paio di megafoni coordinano il tifo ed alcuni bandieroni offrono perennemente un tocco di colore. A livello vocale qualcosa in più poteva essere offerto, non che il tifo sia stato insufficiente o discontinuo ma avendo visto i reggiani in questa stagione, quella odierna non è sicuramente stata la loro miglior prestazione. Se da un punto di vista della continuità non si può obiettare assolutamente nulla, sono mancati quei picchi di intensità che fanno la differenza. Ad incidere è stato il risultato, sul terreno di gioco anche il sottoscritto si sarebbe aspettato una Reggiana sugli scudi ed invece sono stati i padroni di casa a tessere il gioco e ad imbastire azioni pericolose. Come nei più grandi classici, chi gioca peggio passa in vantaggio ed infatti sono i granata a gonfiare la rete con gli ultras che si lasciano andare al momento migliore della loro prestazione. Il pareggio della Carrarese gela il settore ospite che dopo un momento di sbandamento, continua ad incitare la squadra fino al triplice fischio del direttore di gara.

Fuori l’impianto si assiste agli ultimi saluti di rito, poi ognuno per la sua strada, con i padroni di casa contenti per il risultato e con gli ospiti che hanno timbrato pure questa trasferta. Reggiani che confermano, al netto delle difficoltà oggettive del periodo che stiamo vivendo, un periodo d’oro che ormai dura da qualche stagione: numeri, organizzazione e sostegno raramente mancano ed una eventuale promozione potrebbe essere il volano per confermare le buone sensazioni. Il braccio di ferro con i cugini modenesi continua, un testa a testa per certi versi avvincente sia sul terreno di gioco ma soprattutto sugli spalti.

Valerio Poli