In seguito agli incidenti scoppiati domenica scorsa a margine di Verona-Napoli, alcuni giornali si sono affrettati a scrivere titoli sensazionalistici con cui chiedevano maggiori strumenti in favore dei Questori per arginare “il fenomeno della violenza”. A loro ha fatto eco il solito sindacato di polizia, che ha chiesto a chiare lettere il divieto netto e perenne per le trasferte giudicate a rischio. Due affermazioni che basterebbero per fungere da incipit per una divertente barzelletta, se non si trattasse invece di triste realtà. Non si sa, infatti, quali maggiori strumenti dovrebbero avere le forze dell’ordine oltre a quelli che già hanno: stadi militarizzati, decine di figure con una mantellina fluorescente indosso chiamate a regolare afflusso e deflusso, Daspo e restrizioni ormai irrorati e decisi copiosi e spesso con ben poca connessione logica. Se poi menzioniamo i divieti, ai signori del sindacato di cui sopra, qualcuno facesse sapere loro che praticamente le trasferte a rischio sono già quasi tutte vietate. O quantomeno fortemente limitate.

E se invece, come terza alternativa alle due succitate, si ricominciasse a lavorare normalmente, facendo servizio d’ordine e approfittando di tutto il contesto repressivo/oppressivo oggi esistente? Se chi di dovere – al netto di tornelli, prefiltraggi, scorte, biglietti nominativi – non riesce neanche a fare il minimo sindacale (ma dai sindacati poi fa trapelare le proprie lagne) e arginare eventualmente i più audaci, siamo sicuri siano necessari ulteriori forme di proibizionismo e un’ormai sdoganata mentalità forcaiola? Perché non tornare nei ranghi e rivedere il proprio modus operandi? In fondo l’apparato di sicurezza cittadino (nonché il Valoroso Osservatorio) sono pagati proprio per questo!

Sapete perché ho scelto di introdurre così questo pezzo? Perché agli estensori di certi articoli, nonché agli esimi responsabili del sindacato di polizia, vorrei far leggere (e sapere cosa ne pensano) la determinazione con cui il Valoroso di cui sopra, ha ben pensato di dichiarare quella tra Casertana e Avellino gara a rischio, con obbligo di fidelity per i tifosi ospiti. Malgrado un’amicizia esistente da decenni e una partita che ogni qual volta si sia disputata abbia dato vita al relativo clima di festa prima, durante e dopo. Non siamo così ingenui da credere che nella stanza dei bottoni certe cose non le sappiano. La realtà è sempre che il comportamento di tali organi non ha nulla di preventivo, ma solo ed esclusivamente una volontà repressiva. I tifosi irpini andavano puniti per qualche scaramuccia con i siracusani registrata agli imbarcaderi di Villa San Giovanni sulla strada per Messina, un paio di settimane prima. Avvenimenti talmente insignificanti che non avevano destato interesse nemmeno fra le testate locali. Ma che, come manna dal cielo, sono serviti alle autorità per coprirsi ancora una volta di ridicolo in fatto di gestione di un evento sportivo.

Morale della favola? Gli ottocento biglietti a disposizione dei biancoverdi vengono comunque polverizzati, mentre anche su fronte casertano lo stadio si preannuncia pieno. A conferma di quanto il traino popolare del pallone in queste occasioni riesca ad andare ben oltre la bieca burocratizzazione del tifo. Non che sia una vittoria, perché in un clima dove il divieto è l’unica parola d’ordine e in cui anche partite con tifoserie gemellate vengono teoricamente limitate, l’unica risposta sensata sarebbe solo lasciare tutto vuoto per un anno e far crollare questo baraccone di giullari e cortigiani della prima ora. Ad avere un potere così forte e trasversale oggi staremmo parlando di altro con tutta probabilità.

Veniamo adesso alla giornata del tifo, che ovviamente inizia con lauto anticipo per entrambi i contingenti, malgrado il giorno infrasettimanale. Rossoblù e biancoverdi raggiungono il Pinto assieme, sfilando in un pirotecnico corteo dove spicca l’ironico striscione Partita a rischio. Poi tutti dentro, sulle gradinate, per dar vita al confronto curvaiolo. Per i miei occhi è sempre una gioia incappare in torciate (su fronte irpino) e fumogenate (da parte casertana) e forse già solo questo vale il viaggio di andata e ritorno, tanto è raro ormai ammirare simili spettacoli nei nostri stadi. Con grande soddisfazione noto come le esigue gocce di pioggia che cadono di tanto in tanto, non spingano nessuno a tirar fuori gli antiestetici ombrelli, mentre a livello canoro la sfida risente sin da subito del risultato, con l’Avellino immediatamente in vantaggio che galvanizza il settore e una Casertana in affanno, a cui però gli ultras non fanno mancare il loro sostegno. Nel secondo tempo viene esposto contemporaneamente uno striscione che ridicolizza le scelte dell’Osservatorio, seguito da diversi cori a tema.

L’Avellino trova il raddoppio e chiude una partita mai veramente in bilico, dimostrando tutto il suo periodo di forma e potendo ora godere di una classifica che si fa interessante. Per la Casertana è ovviamente un avvio irto di difficoltà, anche a causa della poca preparazione dovuta al ripescaggio e quindi al poco tempo per organizzarsi in funzione della nuova categoria. Ciò nonostante il settore dei falchi, almeno nel suo zoccolo duro, non si fa scoraggiare e li sostiene fino all’ultimo minuto, dando vita anche a una discreta sciarpata. Da segnalare, fra le fila rossoblù, la presenza di un gruppo della Nord cosentina. Sugli irpini: è vero che i numeri non sono sempre sinonimo di qualità e non sempre qualificano una tifoseria. Ma è anche vero che il popolo avellinese in questi anni difficilmente si è fatto “parlare dietro” in tema di presenze e stasera è solo l’ennesima conferma. Il tifo si attesta su buoni livelli, con ottimi picchi in alcuni frangenti e cori che a volte non vengono seguiti troppo dal pubblico “normale”. Se devo muovere una piccola critica: forse una disposizione dei lanciacori su tutta la balaustra avrebbe favorito la partecipazione continua anche da parte di quelli meno avvezzi al contesto ultras. Ottimo il massiccio utilizzo di torce e flash.

Come detto, il match termina 0-2 per la squadra ospite, con i giocatori di mister Pazienza che vanno a raccogliere l’applauso dei propri sostenitori. Cori anche per i ragazzi in casacca rossoblù, a cui il pubblico di casa trasmette tutta la propria fiducia, evidentemente cosciente di quanto difficile sarebbe stato l’avvio di questo torneo.

Nota a margine: la giornata va in archivio senza nessun momento di tensione e nessuna violenza da registrare. Davvero strano per essere una partita classificata a rischio e soggetta a restrizioni!

Simone Meloni