Ci eravamo ripromessi di non scrivere più niente ma ad oggi non possiamo restare in silenzio. Ci sarebbe tanto da dire, forse troppo, ma proveremo ad essere più lineari possibili. Sono anni ormai che soffriamo e facciamo campionati anonimi, ma quest’anno si è superato il limite della decenza. Non αbbiαmο mai preteso di fare chissà quali campionati sapendo quanto, in questi tempi, sia difficile il mantenimento di una squadra in serie D, chiedevamo semplicemente serietà e chiarezza di fronte a una piazza storica e rispettata da tante tifoserie d’Italia.

Un via vai di allenatori (che non hanno accettato forse perché senza un progetto valido?), una “società” che non si è mai capito realmente da chi fosse composta, che non ha avuto la decenza di presentarsi con una semplice conferenza stampa ma pronta ad apparire su qualche tv nazionale. Siete entrati nella nostra sede, a casa nostra, rassicurandoci e chiedendoci sostegno, che nonostante le tante difficoltà, non abbiamo mai fatto mancare. E come detto tempo fa, si può retrocedere ma ci vuole dignità, proprio quello che è mancato a questa “società”, la stessa dignità che dovreste avere nel chiedere scusa alla città e alla tifoseria.

Nello scrivere ci limitiamo, consapevoli che chiunque abbia fatto parte di questa “società” (sempre se tale si possa definire) sa lo scempio che ha creato. Noi da domenica non seguiremo più la squadra. La rabbia, l’amarezza, la delusione è troppa nei confronti di chi ci aveva garantito altro. Chiediamo solo scusa alla nostra gloriosa maglia se non saremo lì a sostenerla. Ci auguriamo che chiunque abbia messo mano al Castrovillari calcio, la mattina si alzi triste, consapevole di aver distrutto e mancato di rispetto a una storia calcistica lunga più di 100 anni, ed a una tifoseria da sempre innamorata dei colori della propria città. Sperando in un futuro migliore, saremo sempre vigili su quello che accade, come lo siamo sempre stati. Il calcio è della gente… o Almeno, lo era. Siete stati capaci di rovinare uno degli ultimi punti di aggregazione di una città ormai spenta.

Il Direttivo