Martina Franca è una città splendida ma quando decido di andarci, devo puntualmente armarmi di grande volontà perché logisticamente, per chi ama muoversi con i mezzi pubblici come me, non è assolutamente facile da raggiungere. Vuoi per i diversi cambi  di bus e treni necessari, vuoi soprattutto per il turismo che già impazza in valle d’Itria e come conseguenza mi tocca rimanere per buona parte del viaggio in piedi. In ragione di questi incastri, arrivo anche risicato con i tempi e questo purtroppo non mi permette il solito giro nel centro storico di questa splendida città, posso giusto rilevare – camminando per raggiungere lo stadio – i tanti volantini e striscioni attaccati in giro per caricare l’ambiente.

La giornata è veramente splendida, caratterizzata da un sole piacevole e non ancora feroce. Entro sul rettangolo di gioco del “Tursi” a ridosso della partita, uno stadio consumato dsl tempo, che ha vissuto di tutto ma che conserva immutato il suo fascino. Dagli anni migliori in Serie C, compreso il mancato ripescaggio in B che la politica calcistica regalò all’allora Florentia Viola, passando per la più faticosa risalita dalle categorie dilettantistiche. Quest’impianto e il suo settore ospiti hanno visto passare tifoserie d’ogni sorta. Quelle blasonate che oggi vanno in Europa a quelle che più piccole ma che dignitosamente seguono sempre e ovunque per amore della propria città. Un misto di emozioni mi accompagna immancabilmente ogni qual volta faccio ritorno in stadi che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a fare la storia del nostro calcio. Monumenti che per il loro valore appunto storico ma anche sociale, andrebbero salvaguardati e mai abbattuti come purtroppo a più di qualcuno è capitato.

Quest’oggi il settore ospiti rimane senza ultras per i primi venti minuti abbondanti. Questo mi permette di dedicarmi sopratutto alla tifoseria di casa. Dove la Curva Nord raccolta dietro il suo striscione in bella mostra, affiancato da quello di Estremo Sostegno, si presenta subito con un’ottima sciarpata. Il tifo vocale è davvero bello e coinvolgente: cori a ripetere molto forti che rimbombano nei palazzi adiacenti, a tratti viene coinvolta anche la tribuna che, soprattutto dopo i gol, si accoda e canta le canzoni della curva. Belle anche le fitte manate offerte, che restituiscono un colpo d’occhio non indifferente. Complimenti al pubblico di Martina!

Nel frattempo arrivano i paganesi, già visti diverse volte in questo campionato. Sapevo dunque bene chi avrei trovato davanti. Dopo aver posizionato pezze e sistemato bandiere infatti, il loro tifo prende forma intorno alla mezz’ora con lo stile tutto particolare che li caratterizza. Offrono a loro volta cori possenti  specie nei ripetuti. Tamburi usati con un ritmo molto più lento rispetto a come siamo abituati, mentre le belle bandiere restano sempre al vento. Visto l’arrivo in ritardo, il loro tifo si protrae pure nell’intervallo. Anche fotograficamente il sole sembra benedirli e agevolare il compito di chi osserva.

Nel complesso una buona partita del tifo fra due tifoserie, due città destinate a soffrire. Nonostante la vittoria in campo con un secco 3-1, per il Martina secondo in classifica la promozione diretta è ormai quasi impossibile e non resta che la ridondante girandola dei playoff che non necessariamente porta alla promozione. Ancor meno slanci e velleità per la Paganese, impantanata a metà classifica in un campionato a cui non ha più nulla da chiedere. Per quanto i sogni debbano essere necessariamente posticipati come le odiose sveglie di un giorno lavorativo, entrambe le piazze continuano a vivere di sogni e ad alimentarli con la loro presenza e la loro partecipazione. È così che chi crede costruisce quei sogni, è così che un bel giorno aprendo gli occhi potranno vederli esauditi. 

C.O.