Da diversi anni ormai chiunque si appresti a seguire o quantomeno ad informarsi sulle vicende calcistiche della squadra di Cava de’ Tirreni, potrà notare una curiosa quanto triste costante. Questa, individuabile nell’incapacità di riuscire a conquistare il primato del campionato di serie D nonostante i molteplici sforzi sportivi ed economici, è quasi sempre accompagnata da un’ulteriore beffa: venire meno nei match clou giocati in casa. Non a caso, andando indietro di qualche anno, ci si accorge di quante partite siano state steccate dai biancoblù proprio quando era necessario compiere quel piccolo-immenso passo che avrebbe potuto essere decisivo. Cavese- Rende, Cavese – Sicula Leonzio, Cavese – Gelbison sono solo alcune delle sfide che, nonostante una cospicua affluenza di pubblico, sono state pareggiate se non addirittura perse in malo modo compromettendo un’intera stagione. Per tali ragioni, dunque, il match con il Martina di quest’oggi appare un anello di una interminabile catena maledetta che non sembra volersi spezzare, anche quando tutto farebbe pensare il contrario.

Tralasciando questa premessa, è bene proiettarsi direttamente sulla sfida che, assieme al big match tra Nardò e Brindisi, è sicuramente tra le più seguite del girone per la posta in palio: un’eventuale vittoria dei padroni di casa, infatti, consegnerebbe quasi definitivamente il campionato alla Cavese. Non è un caso allora che già in settimana si respiri tra i portici metelliani un’aria diversa con un entusiasmo travolgente che mancava da tanti, troppi anni e che viene confermato al fischio di inizio. Il “Simonetta Lamberti” si presenta in grande spolvero con i biglietti esauriti nel settore Curva Sud e in quello Distinti a cui si aggiunge una Tribuna, sia inferiore che superiore, colma come non mai. Il vero spettacolo però è garantito dal cuore del tifo cavese che per l’occasione ha allestito una coreografia di tutto rispetto: all’ingresso delle formazioni la sud si riempie di cartoncini blu a cui si aggiungono quelli bianchi a formare “1919”, data di nascita del sodalizio campano, mentre sulla pista di atletica vengono srotolati i sette storici scudetti che hanno rappresentato, nel susseguirsi dei decenni, la Cavese.

Sul lato opposto, in curva nord, presenziano all’incirca una quarantina di ultras martinesi che, dopo il proprio ingresso, fanno subito quadrato dietro le pezze “Curva Nord”, “Estremo Sostegno”, “Pazza Gioventù”, “E986” e il tricolore “Martina”. Il loro tifo, nonostante il numero, è davvero buono e sempre accompagnato dal ritmo incalzante del tamburo ma soprattutto si evince chiaramente che, oltre a sostenere i propri colori, si divertono aiutati anche dall’inatteso risultato. In campo, infatti, succede di tutto e dopo un primo tempo terminato a reti bianche, la ripresa vede due eurogol siglati dai pugliesi che gettano nello sconforto gran parte del pubblico di casa. La Cavese però non ci sta e, sospinta dalla curva, riesce ad accorciare anche se i molteplici tentativi di rimonta compiuti fino al 95° risultano vani. Il Martina sbanca dunque il “Lamberti” tra lo stupore dei quattromila spettatori rendendo di fatto decisiva, ai fini della promozione, la sfida di domenica prossima in casa del Brindisi, a sua volta vittorioso e a sole tre lunghezze dai metelliani. Inutile dire che l’attesa è tanta per quella che si prospetta, a due giornate dalla fine dei giochi, una delle partite più importanti degli ultimi anni. La vera domanda, però, è se la Cavese sempre più nella veste del mitologico Tantalo, impossibilitato, per quanto vicino, a raggiungere l’oggetto del suo desiderio, sarà in grado di spezzare la sua maledizione oppure, ancora una volta, verrà condannata agli inferi della serie D. Sono giorni di trepidazione, attesa ed incertezza ma in fondo è proprio quest’ultima, nella vita come nel calcio, a conferire quel tocco di magia in più.

Vincenzo Amore