Per i non toscani Colle Val d’Elsa dice poco o niente, del resto si parla di un paese di circa ventimila anime adagiato sul territorio senese a due passi, o quasi, da Poggibonsi, San Gimignano e Volterra. Belle zone, turistiche quanto basta: sinceramente per chi intende fare un giro in Toscana e ama la natura, il buon cibo ed un minimo di storia, fare un giro da queste parti vale veramente la pena. Ottime location anche per le escursioni su due ruote, che sia la moto o la più ecologica bici. Turismo a parte, il paese offre una squadra che ha una sua onesta storia: la Colligiana, come tanti altri sodalizi, è fallita ed è ripartita dalla Terza categoria ma, aspetto che a noi interessa maggiormente, ha al suo fianco una tifoseria che nel tempo ha saputo mantenere una propria identità, seguendo la propria compagine in giro per la Toscana a discapito della categoria. La squadra è stata fondata nel 1922, ragion per cui in questa stagione si festeggia il centenario. A tal proposito un libro che ripercorre le gesta sportive è in cantiere ed è quasi ultimato, una vera e proprio chicca per gli amanti del genere ma che offre l’idea del rapporto duraturo e profondo che c’è tra il paese e la sua rappresentativa calcistica.

A far visita alla Colligiana, in questo pomeriggio c’è il quotato Livorno, che ormai ha poco da chiedere al campionato: il primo posto è ormai una certezza e la mente di giocatori e tifosi è già agli spareggi playoff con le squadre degli altri gironi.

Circa centocinquanta ospiti prendono posto nel settore a loro dedicato, lo striscione del gruppo principale in bella mostra e qualche pezza a contorno, con diversi bandieroni che vengono sventolati per lunghi tratti dell’incontro. Tifo continuo quello degli amaranto anche se manca quella verve che sarebbe stata offerta se la partita avesse avuto un altro interesse.

Il pubblico di casa si conferma realtà interessante, in Gradinata Nord si forma un bel gruppo che allestisce una coreografia per festeggiare il già menzionato centenario della squadra: bandierine verdi tenute tese, due striscioni in bella mostra ed un terzo in campo. Per finire una gigantografia della maglia della squadra, il tutto eseguito alla perfezione, segno di un’organizzazione capillare e di una discreta capacità coreografica che non si riscontra ovunque, specie nei bassifondi della piramide calcistica.

Se la coreografia è da applausi, anche per quanto riguarda il sostegno alla squadra c’è veramente poco da eccepire. Il tifo parte con il piede sull’acceleratore e si mantiene su alti livelli fin dopo il triplice fischio del direttore di gara, la partecipazione è massima tanto che alcuni cori vengono tenuti alti per parecchi minuti. Sarà lo stimolo di avere davanti una tifoseria navigata ed esperta ma il pubblico di casa dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, una maturità ed una costanza da applausi.

Altro particolare non da poco è la composizione della Gradinata Nord, si va dal cinquantenne al ragazzino ancora non maggiorenne passando per una spruzzata di gentil sesso, tutti uniti per un solo scopo. Sempre piacevole, piacevolissimo, assistere a delle realtà che si aggregano davanti alla squadra di paese. È il bello del calcio, è lo spirito primordiale del tifo, lontano dagli interessi e dal business scatenato di alcune piazze, a queste latitudini si respira ancora aria pura, voglia di sacrificarsi per una causa comune. Ed il premio di tanta passione è il pareggio che la squadra sul campo strappa alla capolista Livorno, un pari tutto sommato meritato che è idealmente da dividere coi tifosi, tanto che al termine dell’incontro, la squadra si reca spontaneamente sotto la Gradinata per una festa che dura alcuni minuti tra cori ed abbracci.

A Colle sembra proprio che le difficoltà di fare l’ultras non si riscontrino, anche se le diffide sono arrivate pure in queste categorie. Si percepisce un entusiasmo ed una compattezza che sono un fiore all’occhiello da mostrare per tanti anni ancora.

Valerio Poli