Su questa partita si potrebbe scrivere un libro, è successo veramente di tutto. Al Lamberti arriviamo mezz’ora prima del fischio d’inizio e l’aria è tesissima.
Viene chiusa addirittura la strada che dall’uscita dell’autostrada porta allo stadio, mai successo prima in questo campionato. Arrivati nei pressi del Lamberti e si odono già i primi cori: non sono i cavesi, ma i reggini che già sono nel settore ospiti. I cori sono per Salerno e contro Cava: come inizio non c’è male, l’atmosfera si carica a mille.
Entriamo in campo e in curva ospiti sono presenti circa 100-120 unità con lo striscione “La reggina siamo noi”, ma ciò che spicca è la pezza della “Frangia kaotica” di Salerno: i cavesi, quando si accorgono della presenza salernitana, vanno su tutte le furie, come il toro che impazzisce quando vede il colore rosso.
Dieci minuti prima del match succede quello che succede, che ormai è di pubblico dominio. I particolari li tengo per me, perché quando succedono queste cose, solo chi vive di passione può comprendere i suoi eccessi, non me ne vogliano i perbenisti se non mi spendo in sermoni, non voglio giustificare, ma vivendo questo fenomeno dall’interno e conoscendolo anche in tutti i suoi aspetti positivi, cerco semplicemente di comprendere, di capire; le condanne le lascio a chi le deve emettere per mestiere, ai giudici e a chi, spesso, crede di potervisi sostituire.
Per i cavesi un’opportunità del genere (avere avanti a sé i nemici storici di Salerno) difficilmente capiterà, almeno nel prossimo futuro, quindi gli ultras metelliani hanno sfruttato l’occasione per farsi valere con i propri rivali, prendendosi tutte le responsabilità del caso, non per niente già sono scattati i primi arresti.
Si parla di uno striscione rubato, cosa che non posso confermare perché non l’ho visto, quindi preferisco tralasciare questa cosa; ciò che ho visto è una bandierina amaranto tra i cavesi.
Subito dopo gli scontri i reggini hanno inveito contro la polizia, non si intuiva quale fosse il motivo, probabilmente riconducibile alla tensione del momento, sta di fatto che dopo qualche scaramuccia con gli agenti presenti, abbandonano il settore.
Di norma, dopo situazioni del genere, il tifo ne dovrebbe risentire, ma non è stato questo il caso: sia curva che distinti hanno fatto un gran tifo. Bombe, torce, fumogeni e voce: non manca niente nel loro repertorio.
Arrivati alla mezz’ora rientrano i reggini, che fanno quadrato ed iniziano a tifare, non appendendo però lo
striscione citato in precedenza. La partita scorre via tra un gran tifo in tutti i settori, a cui anche il settore ospiti contribuisce, e materiale pirotecnico a gogo.
In campo finisce 2 a 1 per i metelliani che approdano in finale play off contro la Frattese.
Emilio Celotto.