La passione calcistica, come la passione per un qualsiasi altro sport è un sentimento che una moltitudine di persone condivide ogni giorno. Il calcio non è soltanto quello praticato sul rettangolo di gioco ma è anche tutto ciò che circonda quel rettangolo: i tifosi, il giornalismo sportivo, le chiacchiere da bar con gli amici. Anche e soprattutto questo è il calcio, e lo sport in generale.

Purtopppo però non dappertutto la libertà di parola, anche se si parla solo di calcio e non di politica, è garantita. Rasim Aliyev, giornalista azero, è stato infatti ucciso da un gruppo di tifosi del Gabala Fk per aver “criticato” su Facebook Javid Huseynov, attaccante del Gabala e della Nazionale dell’Azerbaijan.

Huseynov ha attirato i commenti del giornalista dopo aver sventolato la bandiera turca durante la partita dei preliminari di Europa League contro l’Apollon. Alyev, di tutta risposta aveva affermato “Huseynov non sa come comportarsi, è immorale e maleducato“. Queste le parole che avrebbero scatenato l’ira di un uomo che dopo averlo avvicinato, insieme ad altri lo avrebbe colpito a morte.

In merito a quest’episodio si è espresso anche il presidente dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev, definendolo “molto grave. E’ una seria minaccia alla libertà di parola”.