Sono ormai molti anni che il quotidiano locale “La Nuova Ferrara” ha messo in atto una vera e propria campagna denigratoria contro la Curva Ovest.

Lo fa pubblicando immancabilmente i nomi e i cognomi delle persone indagate per qualsiasi tipo di reato da stadio, anche il più insignificante, lo fa pubblicando lettere ignobili di lettori senza che la redazione commenti come fa in altri casi che non riguardino la Ovest, e soprattutto lo fa, ed è questa la cosa veramente gravissima, scrivendo vere e proprie menzogne.

Tutte le volte che questo quotidiano ha pubblicato i nostri nomi abbiamo sempre taciuto perché, pur essendo un pessimo esercizio del diritto di cronaca (soprattutto perché poi si tacciono i nomi dei potenti e degli “amici” responsabili di reati ben più gravi), è una cosa che possono fare. Fastidiosa, violenta e arbitraria, ma lecita.

Non abbiamo mai taciuto invece di fronte alle menzogne e non staremo zitti nemmeno oggi.

Sull’edizione di venerdì 7 ottobre del quotidiano in questione, appare un articolo, ovviamente non firmato, dal titolo “Rissa Lazio – Spal, gli ultras pagano i danni – I fatti ad Auronzo nel 2018”.

Un articolo, quasi spiace chiamarlo così, che serve a due sole cose: riportare i nomi e i cognomi di tutti gli indagati (per cui, ricordiamolo, dovrebbe vigere la presunzione di innocenza fino a processo finito) e a scrivere DUE GRAVISSIME MENZOGNE DIFFAMANTI.

La prima è che i danni al locale e alla moto siano stati risarciti al proprietario tramite una “colletta, come si fa in curva”: si tratta di una falsità assoluta. I danni al proprietario sono stati risarciti direttamente dagli indagati, non è stata organizzata alcuna colletta e non è stato utilizzato nemmeno un centesimo del denaro raccolto tramite le collette precedenti, denaro che viene utilizzato esclusivamente per attività di tifo, aggregative e di beneficenza.

Scrivere una menzogna del genere, inventata di sana pianta, è gravissimo perché c’è l’evidente tentativo di screditare Curva Ovest agli occhi dei tifosi, di farci apparire dei viscidi opportunisti che utilizzano il denaro della gente ignara per risarcire danni a seguito di scontri.

La seconda menzogna, altrettanto grave, è scrivere come dato certo e insindacabile che le due tifoserie in questione si erano date appuntamento.

Questo è uno dei nodi cruciali del processo.

Noi ci stiamo battendo per dimostrare che mai c’è stato e mai ci sarà nessun appuntamento, una modalità che storicamente non ci appartiene e che respingiamo da sempre.

È un nodo processuale che cambia anche la posizione di alcuni indagati e troviamo semplicemente disgustoso che “La Nuova Ferrara”, invece, dia già per certa e scontata la tesi dell’accusa.

Ad aggravare la situazione, a seguito di una segnalazione dei nostri legali, il quotidiano in questione, invece di pubblicare una rettifica del proprio operato, si pulisce la coscienza inserendo un piccolo trafiletto in cui viene riportato uno striminzito virgolettato come se fossimo stati noi a voler rilasciare dichiarazioni, evitando accuratamente invece le doverose scuse che richiederebbe un giornalismo serio, dopo la pubblicazione di vere e proprie menzogne.

A cosa serve “La Nuova Ferrara” in questa città?