In una domenica pomeriggio piuttosto assolata si gioca, allo stadio Olimpico di Roma, la sfida di campionato tra la Lazio ed il Chievo Verona.

La tifoseria biancoceleste continua la sua sacrosanta battaglia contro le barriere in curva e la repressione nei confronti del tifo organizzato: la Curva Nord, infatti, è desolatamente vuota. Il resto dello stadio, però, non è da meno, e questa condizione è un chiaro ed inequivocabile messaggio nei confronti della società biancoceleste e delle istituzioni, che stanno facendo davvero di tutto per far disinnamorare e allontanare gli appassionati e i tifosi.

All’esterno dello stadio, nonostante non sia una partita di cartello e l’affluenza sia davvero esigua, viene comunque schierato un imponente servizio d’ordine, con addirittura le unità cinofile in azione nella limitrofa zona di Ponte Milvio.

Per entrare all’interno dell’impianto sportivo sono costretto a superare ben due controlli del documento d’identità, quattro perquisizioni (due degli steward, uno della polizia e uno dei carabinieri) ed un tornello: sembra quasi di dover partecipare ad uno di quei famosi programmi televisivi tanto in voga verso la fine degli anni novanta, come “Giochi senza frontiere” o “American Gladiators” in chiave poliziesca. Peccato che tutto questo non sia un gioco, ma solo la triste realtà.

I tifosi del Chievo sono circa una trentina e si compattano nella parte bassa del settore ospiti, dove verranno anche affisse alcune loro pezze. Seguiranno tutta la partita in piedi, lanciando qualche coro e realizzando anche alcune manate.

In campo la Lazio supera, con non poca difficoltà (nonostante il risultato finale sia un roboante 4-1) la squadra clivense. Da segnalare le esultanze piuttosto polemiche dei marcatori biancocelesti.

Nota a parte infine per un simpatico (si fa per dire) siparietto avvenuto nei Distinti Nord Ovest dove, verso il 10° del secondo tempo, ben cinque steward sono stati impegnati a rincorrere, per tutto il settore, un ragazzino “colpevole” di essersi impossessato di un pallone scagliato fuori campo da Candreva qualche istante prima. Un eccesso di zelo che, a parer mio, potevano anche risparmiarsi.

 

Daniele Caroleo.