In passato il derby Fasano-Martina era la partita dell’anno, quella che metteva a dura prova le coronarie dei tifosi di ambo le parti, la gara che valeva un’intera stagione e che grazie agli sfottò delle rispettive tifoserie, con striscioni goliardici e cori irriverenti, dava lustro ad una rivalità che tutti, fasanesi e martinesi, hanno in dote appena nati. Oggi però non è più così.

Nella gara odierna si affrontano due squadre con obbiettivi di classifica differenti, salvezza tranquilla per la squadra di casa, ambizioni di alta classifica per gli ospiti, rispettivamente seconda e terza in classifica, con questi ultimi senza il supporto dei propri tifosi in quanto il divieto di trasferta ha colpito anche questa volta.

Un duplice comunicato è stato l’unico momento di confronto di questa partita, in cui la logica repressiva ha tristemente spostato e limitato la rivalità via etere.

I fasanesi decidono, a differenza di altre volte, di non effettuare nessuna protesta per invocare trasferte libere, poiché nello scorso campionato, come hanno spiegato nel succitato comunicato, la stessa iniziativa era stata fischiata dalla tifoseria martinese (qui la loro posizione in merito).

Lo stadio “Vito Curlo” presenta un bel colpo d’occhio con quasi 3.000 spettatori ed uno striscione fisso in curva sud: “NON C’È STORIA IN QUESTA CITTÀ, FORZA FASANO VINCI PER GLI ULTRÀ”.

La gara ha inizio con un tifo importante da parte dei padroni di casa, i quali seppur in svantaggio dopo 10 minuti, continuano a sostenere i loro beniamini con cori roboanti, battimani e sciarpate. Viene inoltre esposto uno striscione a favore dei gemellati sipontini, i quali stanno vivendo una vera e propria odissea in merito all’agibilità del loro stadio.

La prima frazione termina con il Fasano in svantaggio, ma con la propria tifoseria sugli scudi con un ottimo tifo, spesso coinvolgendo anche la tribuna, nel quale si rilevano pochi cori contro i rivali.

La ripresa ha inizio con il pareggio dei padroni di casa che genera una vera e propria bolgia, alimentata dalla speranza di potere agguantare la vittoria anche in virtù della superiorità numerica degli ultimi venti minuti.

Vengono quindi esposti striscioni in ricordo di Gabriele Sandri, per uno dei piccoli ultras di casa ed infine di vicinanza alla Toscana, com’è noto colpita da un’alluvione.

Nonostante il tifo incessante la gara stancamente volge al termine con il risultato di parità, ma quello che resta è soprattutto la totale assenza di vivacità e di aspro confronto, che solo queste gare sapevano regalare.

Catello Onina