Partita importante oggi al Menti tra due squadre che in questa stagione viaggiano a corrente alternata. L’Avellino da qualche mese ha ricominciato a correre ed ora si trova a ridosso della zona play off. Il Vicenza invece sta deludendo le attese e galleggia ai margini della zona play out. Le tifoserie si aspettano quindi i tre punti per poter proseguire con maggiori speranze la stagione in corso.

Dalla Campania sono attesi circa 400 i tifosi a fianco dei lupi. Non sono dei migliori i rapporti tra le tifoserie, soprattutto dopo alcuni incidenti dello scorso campionato, quando a Vicenza i tifosi biancorossi tentarono lo scontro con un pullman che arrivò nei pressi del Menti senza nessuna scorta.

Man mano che le ore 15.00 si avvicinano, lo stadio si riempie fino ad arrivare ai circa 7.500 spettatori del computo finale. A Vicenza di questi tempi non c’è certo entusiasmo, ma comunque la Curva Sud presenta un bel colpo d’occhio e cerca di tifare per tutti i novanta minuti.

La Vicenza Ultras (Zona Mucchio, South Terrace, Lonigo, Banda Thiene e Bruti da Vedare) come sempre occupa i gradoni centrali a ridosso del campo; i CSD sono invece leggermente più in alto; Vecchia Guardia e ex-Caneva Berica, come sempre sono in basso, verso il settore distinti. Crew e Giovani Magnagati (mai domi contro la tessera del tifoso) arrivano a partita iniziata e si posizionano vicino a La Vicenza Ultras.

Noto che una bandiera dei ragazzi della Curva Sud di Lione è appesa sopra la pezza Zona Mucchio (gruppo che oggi festeggia i suoi 11 anni tra i gradoni del Menti), il che denota come l’amicizia sia sempre più importante, nonostante sia un rapporto che riguarda solo parte della tifoseria Berica e non un gemellaggio esteso a tutti. Dei gemellati storici ci sono invece gli udinesi Ultras 1995 e Collettivo Incudine, che appendono le loro pezze in balconata e ai quali viene intonato da tutta la curva il coro “Udine Udine”.

Durante la gara uno striscione di incoraggiamento a Maxime è stato esposto dai vicentini. “Coraggio Maxime” recitava: un modo per stare vicini al ragazzo di Bastia che la settimana scorsa è stato ferito a Reims da un colpo di flashball ad un occhio da parte della polizia.

Dopo la sbandierata iniziale accompagnata da un fumogeno, i vicentini cominciano ad incitare la propria maglia e ad offendere gli avellinesi. Un coro datato, “Benvenuti in Italia”, passa quasi tra l’indifferenza di tutti. Gli ultras del Vicenza fanno una gran fatica a coinvolgere l’intera curva e cori forti nel corso della partita se ne sentiranno pochi. Anche la sciarpata, un tempo vanto della Sud Berica, non è bella compatta. Va detto che i ragazzi al centro della curva si danno da fare, non mollano mai, cantano sempre ed è un vero peccato che con una curva con così tanta gente, solo una parte sia disposta a tirar fuori la voce per il “Lane”.

A mio parere, visti anche i prezzi proibitivi del settore distinti (davvero folli per una squadra che lotta nei bassifondi della serie B ), quello che manca a Vicenza è un altro settore “popolare” dove poter “parcheggiare” tutti i tifosi a cui cantare non interessa nulla, e men che meno della causa ultras.

Gli avellinesi partono abbastanza bene, con bandiere e bandieroni che danno un bel impatto visivo. Come nelle ultime stagioni tutta la curva sud irpina in trasferta è rappresentata da un unico striscione, AVELLINO, e da una pezza, Diffidati Presenti.

Anche loro piano piano calano nell’intensità dei cori, fino ad avere un brusco stop nel secondo tempo, quando all’interno del settore a loro riservato scattano scintille tra la stessa tifoseria. Dopo qualche minuto di tensione tutto sembra tornare alla normalità, anche se poi il tifo ne risente e fino al termine della partita sarà abbastanza leggero. Per questo “imprevisto” è forse mancata la sciarpata bianco verde di cui gli avellinesi vanno fieri.

Scintille fra la Curva Vicentina e Insigne che, nel primo tempo, immortalato anche da uno scatto, aveva alzato il dito medio alla stessa Curva durante la battuta di un calcio d’angolo. Lascio immaginare nella ripresa quanto questo episodio abbia influenzato e scatenato l’ira del pubblico nei confronti dell’Avellinese.

Come dicevo prima, le due tifoserie, in particolare quella campana, nel secondo tempo hanno avuto un calo a livello sonoro e questo mi faceva presupporre ad un finale di partita tranquillo. Invece, dopo il fischio finale, mi son dovuto ricredere quando gli irpini hanno esposto ai rivali uno striscione offensivo, “figli di una madre cagna”, che non è passato inosservato neppure alle forze dell’ordine che dal campo si affannavano a riprendere tutto.

Pare poi che ci siano stati attimi di tensione tra i Berici e la celere a fine gara, nelle vie adiacenti il settore ospiti.

Da segnalare nel settore Distinti, dove si posizionano vari gruppi ex Curva Nord Vicenza, l’esposizione nel corso della partita dello striscione “Lotteremo fino alla morte”.

Testo di Marcello Casarotti.
Foto di Marcello Casarotti e Max Vicenza.