L’atmosfera che si respira allo Zaccheria è inevitabilmente quella delle grandi occasioni. Dopo una stagione altalenante e un inizio di playoff parimenti poco esaltante, la clamorosa rimonta con il Cerignola, in cui è riuscito a ribaltare il 4-1 subito all’andata al Monterisi, ha instillato nel Foggia la voglia e la forza di credere sempre più a questo sogno, che solo qualche tempo fa sembrava così improbabile. E l’occasione odierna che lo contrappone al Pescara rivale di sempre, e all’ex Zeman con il quale è affiorato qualche deludente dissapore, dopo tutto quello di bello che c’è stato nel passato, sembra nient’altro che l’ennesimo capitolo di una saga epica sul crinale fra la tragedia e la gloria. A riempire il labile solco fra le lacrime di gioia o di disperazione c’è ovviamente la determinazione e la passione di una tifoseria, quasi di una città intera. Che paradossalmente è quanto grosso modo avviene anche a Pescara dove, sullo sfondo di una sfiancante e annosa diatriba fra la piazza e il patron Sebastiani che non s’è certo rimarginata, il tifo di fede biancazzurra ha intrapreso una sorta di tregua armata nei confronti della società, per concentrarsi esclusivamente sul supporto alla squadra, in questo momento topico della stagione, alla sua ritrovata verve dopo il ritorno in panchina di Zeman e alla voglia di tornare quanto prima a ben altri fasti perduti.

Entro allo stadio un’ora prima del fischio d’inizio e denoto con grande piacere che le curve, Nord e Sud, sono già traboccanti non solo di persone ma anche di passione. Anche le tribune si riempiono man mano che i minuti scorrono e il colpo d’occhio che si presenta ad inizio partita è davvero suggestivo.

Partendo dalla Curva Nord, i gruppi qui raccolti esordiscono con le classiche torce, che vanno a creare il classico effetto vintage, comprendo tutto il settore di fumo in pochissimi secondi. Minima spesa in termini logistici e di coordinamento, massima resa come sempre avviene nel caso della pirotecnica in serale.

Sia nella parte superiore che in quella inferiore, il settore si presenta gremito quasi in ogni ordine di posto. Le manate sono fittissime, incitamento che parte dal riscaldamento e termina a partita abbondantemente finita. Uno spettacolo anche i bellissimi bandieroni tenuti sempre al vento. Nella vetrata inferiore esposto striscione “TRASFERTE LIBERE” chiaro riferimento, nella fattispecie, al contorto divieto per la tifoseria organizzata di Pescara. Un grandissimo peccato, perché lo spettacolo doveva e poteva essere ancora maggiore rispetto a quello visto con i miei occhi se solo si fosse permesso agli abruzzesi di essere presenti a Foggia. Invece il balzano stop imposto a tutti i residenti non solo della provincia di Pescara ma dell’intero Abruzzo, ha avuto l’effetto di una mano di cartavetro a grana grossa per togliersi un brufolo. Certo efficace, ma a quale prezzo? Le forze di ordine pubblico non svolgono più alcun compito di ordine pubblico, disimparandolo e facendosi poi trovare impreparate quando davvero necessario, i tifosi vengono puniti tutti, a prescindere da colpevoli e innocenti oltretutto prima ancora che una reale colpa si sia palesata. Con i tifosi poi perde anche e soprattutto il calcio, che fino a quando ci saranno tifoserie di casa così in forma da tamponare visivamente la falla, bene, ma quando gli eventi saranno di minor portata o anche queste ultime tifoserie si stancheranno di questi biechi giochini di potere, allora non resterà che raccogliere i cocci di una rottura ampiamente evitabile.

Anche la storica Curva Sud opta per una dose massiccia di pirotecnico fumo. Bella piena nella sua parte superiore, al pari della Nord, il suo tifo canoro appare non di meno bello e caloroso, caratterizzato da bandieroni che non smettono mai di sventolare. Questa simbiosi, questa stereofonia ultras rende più volte lo Zaccheria un’autentica bolgia, ottima strategia che riesce spesso a trascinare nei cori e cantare tutto lo stadio in blocco, seppur sempre per pochi attimi, ma complessivamente è di grande aiuto alla compagine rossonera che in campo, pur passata in maniera fulminea in vantaggio, si ritrova poi ad inseguire il Pescara impattandolo sul 2-2 finale.

Tutto quindi rimandato alla gara di ritorno all’Adriatico, ancora una volta con la spada di Damocle dei divieti di trasferta a pendere sul capo dei foggiani. Sarebbe il caso che chi di dovere venga informato che a furia di tirare la corda, questa prima o poi rischia di spezzarsi. Ai tifosi piace sognare ma non a costo di essere tratti nemmeno come mera e bassa clientela, bensì come pura carne da macello.

Testo di Massimo D’Innocenzi
Foto di Pierpaoplo Sacco