Dopo Fossombrone-Campobasso mi rimetto in macchina e percorro i cinquanta chilometri valicando il confine territoriale verso l’Umbria dove, nell’anticipo serale di giovedì prima di Pasqua, va in scena l’interessante incontro di alta classifica della trentaquattresima giornata tra Gubbio e Torres.

Chi conosce l’ambiente ultras sa che quanto queste partite siano un banco di prova davvero notevole per una tifoseria come quella ospite, proveniente da un’isola; oltre alla lunga trasferta in un giorno infrasettimanale, la logistica del posto non aiuta per nulla, poi se aggiungiamo l’orario serale diventa qualcosa di veramente complicato. Ma i sassaresi sembrano abituati a questo tipo di complicazioni al punto da esaltarsi. La conferma la ho appena messo piede al “Barbetti”, nel cui settore ospiti prendono posto una trentina di tifosi rossoblù equamente divisi fra la storica NUOVA GUARDIA e i più recenti OLD FANS defilati dalla parte opposta, chiamati a sostenere fino alla fine la propria squadra, seconda dietro la capolista Cesena.

I padroni di casa si presentano con in testa il gruppo ULTRAS UNONOVEUNOZERO, erede dei GUBBIO SUPPORTERS che a loro volta avevano raccolto il testimone dagli ULTRÀ GUBBIO 1980. Seppur la cosa non sia per niente facile in una città di trentamila abitanti, lodevole l’impegno con cui stanno cercando di portare in alto il nome della città dei matti e i suoi oltre trentacinque anni di tradizione ultras. Sarà il giorno infrasettimanale, sarà l’orario ma il resto del pubblico sembra rispondere meno del solito, a maggior ragione che gli eugubini, attualmente quinti sopra a tante squadre di città con un bacino d’utenza molto più grande, stanno disputando un campionato di tutto rispetto. Fortunatamente ci sono gli ultras a tenere alto l’onore della città, cercando di colmare queste lacune di partecipazione generale sia con la voce che con il colore.

Nel primo tempo, il tifo non è sempre uguale, con gli ospiti che cercano di risparmiare la voce privilegiando cori secchi forse più sporadici in termini di continuità ma proporzionalmente più potenti, oltre ad alcuni accompagnati da battimani. I rossoblù di casa invece, sembrano decisamente in forma, offrono un tifo molto continuo che spazia dai cori classici a quelli più elaborati, dai cori a rispondere a quelli secchi, sventolando sempre il bandierone accompagnato da due-tre bandierine.

Nel secondo tempo il tifo riprende sulla falsariga della prima parte di gara, poi al sessantesimo ci penserà Bernardotto a spezzare l’equilibrio in favore del Gubbio, siglando il gol che deciderà la partita per la gioia di tutto il suo pubblico, ultras in testa, i quali accenderanno una torcia per enfatizzare ulteriormente il momento. Nell’ultima parte di gara le prestazioni canore verranno totalmente e inversamente condizionate dagli eventi con i padroni di casa lesti ad alzare i decibel ed effettuare tanti battimani a corollario dei cori, mentre sul fronte ospite c’è un brusco calo condito da qualche pausa di troppo, pur senza demordere mai del tutto pur di portare a termine la loro personale sfida del tifo.

Al triplice fischio finale solo applausi per i giocatori: sul fronte locale per la vittoria, mentre i sassaresi ringraziano lo stesso una squadra caduta solo dopo otto partite e poco importa se sabato il Cesena potrà festeggiare matematicamente la Serie B, perché questo secondo posto è un risultato comunque importante, soprattutto considerando l’altrettanto matematica certezza di disputare i play off a partire dalla fase nazionale, con la speranza perciò ancora viva di credere al sogno della cadetteria. Si chiude il sipario su questa bella serata di tifo, una di quelle in cui le foto non rendono giustizia alle due tifoserie che, al netto dei numeri non fotogenici appunto, hanno offerto tanta qualità e possono senza dubbio ritenersi promosse a pieni voti.

Marco Gasparri