Programmato con largo anticipo il mio giorno di ferie per il solito turno infrasettimanale pre-pasquale, studiando calendari ed incroci, riesco a partorire una doppietta di tutto rispetto che comincia giovedì pomeriggio nel girone F di serie D con Fossombrone-Campobasso. Nonostante la vicinanza tra il paese delle mie abituali vacanze ed il piccolo comune della Val Metauro non ho mai assistito ad una partita nello stadio “Bonci”, mi decido dunque in virtù dell’arrivo del Campobasso capolista al seguito del quale importante sarà la componente ultras. Il centro storico di Fossombrone l’avevo però già visto ma decido di partire ugualmente presto per evitare contrattempi.

Arrivo allo stadio in contemporanea con l’amico Francesco e dopo i saluti di rito, passo al vaglio dello stadio “Marcello Bonci”, dove la macchina organizzativa è in fibrillazione data l’importanza che riveste questa partita, con il parcheggio e l’entrata del settore ospiti divisi nettamente dagli spazi della tifoseria di casa. Parlando delle due squadre in campo, i locali dopo un ottimo avvio culminato con la prima posizione occupata per un paio di giornate, hanno perso progressivamente posizioni scendendo a metà classifica ma a pochi punti dalla zona play out, mentre il Campobasso è da diverse giornate capolista del girone F, inseguito dalla Sambenedettese attualmente distanziata di ben cinque lunghezze. A sei giornate dal termine, questa gara è dunque di vitale importanza per entrambe.

Sempre piacevole poi venire da queste parti e riscontrare la gentilezza dei dirigenti e degli addetti ai lavori locali, che cercano sempre di metterti nelle migliori condizioni per poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Nonostante Fossombrone conti poco più di novemila abitanti, lo stadio risulta discretamente pieno seppur non ai livelli dei derby marchigiani in cui ha raggiunto il tutto esaurito. In una porzione della tribuna, prende posto il manipolo di ultras locali e se per il Fossombrone la serie D rappresenti la propria serie A, avere un gruppo organizzato in un paese così piccolo, che segue praticamente ovunque le maglie biancazzurre, rappresenta un vero lusso.

Anche i lupi molisani vengono seguiti da un corposo numero di sostenitori, calcolando che il capoluogo molisano non è così grosso come si potrebbe immaginare ma nel corso degli anni ha sempre visto numeri considerevoli sia in casa che in trasferta, contro tifoserie storiche o meno conosciute, a dispetto dei cinque fallimenti o delle infime categorie da cui si sono ritrovati a ripartire e che invogliavano a fare altro o starsene comodamente a casa.

In campo ci accoglie una leggera pioggia anche se dal punto di vista metereologico, la giornata resta tutto sommato mite e da queste parti non è così scontato. Gli ospiti, dopo aver attaccato striscioni e stendardi alla recinzione, ben prima del fischio d’inizio si fanno sentire con cori e battimani per poi, una volta entrate le squadre in campo, colorare il settore con una semplice sbandierata comprendente degli stendardi. I locali, pur non essendo tanti, cercano di colorare il settore sventolando il bandierone del BOTTY CLUB. Nel primo tempo, pur in inferiorità numerica risultano molto volenterosi, i cori di certo non mancano con il lanciacori, megafono in mano, a coordinare gli ultras presenti. Ovviamente quando non si è in molti, per risparmiare la voce e tenere il più possibile alta l’intensità, diventa fondamentale il tamburo e i battimani per non perdere il ritmo e risparmiare un po’ di voce. La prima parte di gara scorre bene per loro benché il fronte ospite sia compatto e difficile da fronteggiare, ma ci pensa la squadra a dargli un grosso aiuto passando incredibilmente al trentacinquesimo con Fagotti, bravo ad insaccare la porta rossoblù con un morbido pallonetto.

Nel proseguo del match la tifoseria biancazzurra sa farsi vedere anche a livello coreografico sventolando ben tre bandiere, con due dai semplici colori sociali che vanno ad aggiungersi a quella griffata del gruppo. Nel secondo tempo calano a livello d’intensità e oltre ai battimani ad accompagnare i cori, si notano delle pause tra un coro e l’altro che possono anche starci vista la disparità numerica.

Su sponda ospite, nella prima frazione i molisani danno il meglio di sé e nonostante sia più vicino al settore di casa, sento i loro cori arrivare in maniera nitida e decisa. Sono tantissimi i battimani ed anche il colore non manca. Nel secondo tempo subiscono gli strascichi dello svantaggio e calano vistosamente anche loro, non tanto come continuità quanto come intensità. Il sostegno non viene comunque mai meno, cori sempre accompagnati da possenti battimani lasciano il posto, nella parte centrale della seconda frazione, ad una bella, fitta e durevole sciarpata con l’aggiunta di un paio di stendardi nella parte, a voler contribuire alla riuscita della stessa senza essere troppo invasivi e rovinare quel mosaico.

Con il passare dei minuti gli ultras campobassani troveranno il piglio giusto ed aumenteranno l’intensità dei cori, cercando di spingere la squadra a segnare, sulla base delle buone notizie arrivate dal “Riviera delle Palme” dove il Chieti è sorprendentemente in vantaggio sulla Sambenedettese. La prestazione degli ospiti aumenta con il Campobasso proiettato tutto in avanti e proprio nei minuti di recupero, il Campobasso trova il gol del pareggio con Di Filippo. Esulta il popolo di fede rossoblù che impazzisce due minuti più tardi, quando l’arbitro decreta un calcio di rigore che potrebbe valere un campionato, dal dischetto Di Nardo si fa però ipnotizzare da Marcantognini e subito dopo arriva il fischio finale.

C’è evidente rammarico nel settore ospiti per questo 1-1, mentre gli ultras locali intonano cori per il proprio portiere, eroe di giornata applaudito con tutta la squadra prima di rientrare negli spogliatoi. Nonostante la delusione sia dei tifosi che dei giocatori, si intonano cori che invitano tutti a non mollare in queste ultime cinque giornate che separano dall’ambito traguardo. Se la Sambenedettese costretta poi sul pari dal Chieti, bisogna guardarsi dalla neo-vicecapolista L’Aquila, vittoriosa nel derby di Avezzano ed ora distante quattro punti dalla vetta. Il girone F, come ampiamente pronosticato, si sta dimostrando più avvincente che mai, sia in campo che sugli spalti.

Testo di Marco Gasparri
Foto di Marco Gasparri e Francesco Passarelli