Solitamente in caso di comunicati dei gruppi, lasciamo che siano essi stessi a parlare, non aggiungendo altro. Il caso di Sora però merita un distinguo perché la situazione nella cittadina laziale sta assumendo i toni del grottesco. Già sottoposta a dura repressione la tifoseria di casa, tanto da indurre la società bianconera a scendere direttamente in campo chiedendo conto di cotanta intransigenza, la locale questura ha pensato bene (si fa per dire) di rincarare la dose elargendo lo stesso indiscriminato comportamento anche verso le tifoserie ospiti, credendo forse che due torti possano in qualche modo fare una ragione. Nell’ultima giornata gli ultras della Vigor Senigallia hanno deciso di uscire dal settore e tornarsene a casa: oggetto della censura nei loro confronti, la pezza “Diffidati”, la cui antifona non è un’apologia della violenza ma solo un gesto di vicinanza dei propri sodali di stadio, un modo per dire “Siete sempre con noi e vi aspettiamo”. Ma pure se fosse, l’assurdo è che siamo passati ai processi alle intenzioni e agli eventuali pensieri reconditi delle frasi. Tutto questo, come sempre, per puro esercizio di forza verso dei tifosi mentre, non per benaltrismo, il paese sprofonda in ben più complicati problemi nell’indifferenza degli stessi zelanti tutori dell’ordine a puntate. Poi un giorno capiterà che una qualche tifoseria perdere le staffe e ci saranno problemi e anche in quel caso sarà sempre e comunque colpa degli ultras. Null’altro da aggiungere se non massima solidarieta ai ragazzi di Senigallia e, ancora una volta, a quelli di Sora.

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II 28 marzo, in occasione della trasferta a Sora, abbiamo vissuto una giornata nella quale, semmai ce ne fosse bisogno, ci è stata data l’ulteriore conferma di un processo di repressione ai danni del mondo ultras, ormai in atto da diversi anni.

Da parte nostra, c’era già la volontà di non fare alcun coro se non per i diffidati, visti i tanti DASPO ingiusti a cui la tifoseria di casa era andata incontro. Ma la vicenda continua e ha dell’incredibile: giunti all’interno dello stadio, nel settore a noi dedicato e appena appesa la pezza con su scritto “DIFFIDATI”, si è avvicinato un agente della Digos che ci ha obbligato a toglierla. Quindi, all’unanimità, abbiamo deciso di abbandonare il settore ospite e recarci fuori dallo stadio. Se la pezza non poteva stare al suo solito posto, allora nemmeno noi saremmo rimasti.

A quanto pare, però, neppure all’esterno eravamo ben voluti. Tanto che gli agenti ci hanno minacciato, intimandoci di tornarcene a casa, in caso contrario sarebbero già stati pronti ad identificarci e sanzionarci con il DASPO per adunata sediziosa.

Vista la situazione, abbiamo deciso di risalire sui mezzi e ritornarcene a Senigallia dopo aver viaggiato per 4 ore in un giorno feriale e avendo pagato il prezzo del biglietto di una partita mai vista.

La trasferta a Sora è stata un’ulteriore dimostrazione di prova di forza e di abuso di potere da parte di voi sapete chi.

La nostra permanenza all’interno dello stadio non è durata più di 5 minuti come non è durata molto di più la nostra presenza a Sora.

I fatti parlano chiaro.

DIFFIDATI CON ΝΟΙ