L’idiosinicrasia fra il Paris Saint-Germain e i suoi tifosi è evidente da tempo e a tutti. Fanno eccezione i miopi media e i “tifosotti” che si fanno abbagliare dai petroldollari qatarioti, senza badare alla loro provenienza o al modo arrogante con cui questo denaro impone ogni scelta politico-calcistica.
Pecunia non olet pensano quelli col pelo sullo stomaco, ma sarebbe onesto indagare anche su come la nuova dirigenza parigina ha gestito i rapporti con i gruppi del tifo organizzato, semplicemente messi alle porte dello stadio senza alcuna discussione e in spregio a qualsiasi regola democratica.
Siamo giunti dunque ad un nuovo capitolo della saga, altrettanto emblematico delle maniere spicciole con cui i signori petrolieri credono di poter comprare qualsiasi cosa, squadre di calcio, persone e regole civili. In questi giorni, il Paris Saint-Germain ha difatti intrapreso un’azione legale per recuperare il marchio “Ici c’est Paris”, depositato nel 2008 dall’associazione dei tifosi Supras Auteuil, oggi disciolta, che ha trasferito la proprietà del marchio ad un’altra Associazione di difesa dei diritti dei tifosi.
Il marchio non venne più esposto dai tifosi, in base ad una citazione emessa dal club parigino che propose la rinuncia del marchio da parte dell’associazione, per una cifra di 2.000 euro: generosi davvero…
Le discussioni tra le parti però, non hanno portato a nessun accordo, così di conseguenza, la società del PSG ha tentato la carta del ricorso dinanzi al Tribunale delle Grandi Istanze di Parigi per “decadenza del marchio”, alla fine di sfruttarlo.
La registrazione del marchio, depositato nel 2008, avvenne per “garantire che il marchio non potesse essere monopolizzato da chiunque”, secondo Jean Aittouares, avvocato a difesa dei diritti dei supporter. Lo stesso sostiene inoltre che “invece, almeno dal 2010, la società PSG utilizza regolarmente quel motto su prodotti e gadget di ogni sorta che il club stesso rivende ai tifosi a fini ovviamente di lucro”, per questa ragione e a difesa dei propri diritti, l’associazione dei sostenitori ha citato in giudizio il club per contraffazione.
Vedremo come andrà a finire, se vinceranno i soldi della proprietà o i diritti dei tifosi.
Francesco Passarelli.