Al “Lovero” di Palese, campo casalingo dell’Ideale Bari, arriva il San Vito dei Normanni a rendere visita ai locali per l’ultima partita del girone B del campionato di Prima categoria Pugliese. Entrambe le formazioni non hanno più niente da chiedere al campionato e l’Ideale, nella fattispecie, è rimasto fuori dalla fase play off pur avendo disputato un girone di ritorno in crescendo in campo, così come sugli spalti.

Durante la settimana, sulle pagine social della squadra, un comunicato chiamava a raccolta tutti i simpatizzanti del progetto Ideale al fine di affollare la gradinata “Vito Lovecchio” in quest’ultima uscita stagionale così da accomiatarsi dalla squadra e ringraziarla dell’impegno profuso.

Al centro del settore viene attaccato lo striscione “Gradinata Vito Lovecchio”, in onore all’amico prematuramente scomparso. Le altre classiche pezze del gruppo completano un colpo d’occhio degno dei migliori campi delle categorie superiori con numeri che, volendosi sfilare dalle accuse di retorica spicciola, sono senza dubbio e abbondantemente superiori a quello che una Prima categoria solitamente permette.

All’ingresso in campo delle squadre, la gradinata alza ulteriormente il livello e si colora di bandierine con i colori della squadra, continuamente sventolate per accompagnare i primi cori diretti sempre all’amico Vito, oltre che al proprio undici pronto per la gara.

Il tifo vocale vero e proprio, supera di gran lunga le più rosee aspettative, con cori volti al sostegno dei propri colori e dei propri ideali in una parabola ascendente, favorita anche da chi si alterna a lanciare i cori stessi.

Le ugole non vengono risparmiate fra cori secchi e ripetuti, così come le mani che, a fine partita, faranno male per quanti e quanto vigorosi battimani sono stati eseguiti. I ragazzi sul rettangolo di gioco recepiscono tutto questo entusiasmo e riescono a ripagarlo, portando via un risultato che sembra l’esatto specchio di questo calcio Ideale, in cui calciatori e tifosi si muovono e lottano in simbiosi.

Il merito principale è chiaramente di chi è sceso in campo ma è ovvio che aver avuto l’appoggio costante e incondizionato degli ultras, in questa singola gara così come nell’intera stagione, abbia sensibilmente contribuito a rendere speciale la sequela di momenti che fin qui si sono rincorsi e che sono affiorati con i ricordi agrodolci di un amico che non c’è più, nell’orgoglio di aver rappresentato la propria città nelle trasferte più insidiose o in quelle senza alcun fascino o motivazione, senza dimenticare il vanto di aver completamente, fattivamente ed economicamente contribuito a portare avanti un altro campionato, un altro calcio, lontano dalla commercializzazione spietata, dai tifosi sviliti nello status di meri consumatori, abusati da una sovrastruttura di ordine pubblico che vede gli ultras solo come problema o peggio ancora come male da debellare, mai come risorsa come invece in questo caso e in tanti altri dimostrano effettivamente di essere.

Tino Chinnì