Lo stadio Romeo Galli di Imola ha una particolarità che lo differenzia dal resto degli impianti calcistici italiani, esso è posizionato infatti all’interno dello storico circuito Enzo e Dino Ferrari, a pochi passi dal rettilineo del traguardo e anche la gara odierna finirà, a suo modo, per essere condizionata da questo parallelismo con l’automobilismo sportivo.

Un migliaio scarso i presenti per uno dei tanti derby regionali emiliano-romagnoli in questa stagione di Serie C, fortunatamente disputato la domenica alle 15: apprezzabile la scelta della lega di terza serie di confinare in soli tre blocchi d’orario, le dispute delle partite.

Per la mia terza volta in quel di Imola, trovo gli ultras locali posizionati in curva sud e non in curva nord, come nella mia prima occasione al Galli (Imolese-Parma di Serie D). Non sono in tanti, ma comunque dal primo al novantesimo minuto fanno il loro onesto tifo: tanti cori per la squadra ed anche un coro ostile contro i vicini di Castel San Pietro, presumo la loro rivalità più sentita. A livello visivo si fanno notare per tre bandieroni che sono sventolati con costanza, oltre ad una sciarpata al fischio finale, nonostante la sconfitta maturata dalla loro squadra sul campo, che chiamano comunque a raccolta sotto il settore per il saluto finale.

Sono 500 i tifosi modenesi che raggiungono Imola, la maggior parte dei quali trova spazio nella curva, mentre il restante pubblico si divide nei due mini settori di gradinata.

“OGNI PARTITA UNA LOTTA, UNA BATTAGLIA… SUDA, LOTTA E VINCI PER LA MAGLIA”, con questo striscione inizia il tifo degli ultras modenesi, oggi fortemente penalizzati da due fattori: l’enorme vetrata che non facilita la compattezza dei tifosi ospiti e, come detto a inizio articolo, dalla vicinanza al circuito automobilistico dove, ironia del destino, si corre contemporaneamente una gara e i rombi dei motori sovrastano qualsiasi loro coro (per la cronaca, siamo alle spalle della chicane del Tamburello, luogo celebre per l’incidente fatale ad Ayrton Senna nel 1994), soprattutto nel primo tempo.

Nella ripresa mi posiziono più in prossimità del loro settore, per meglio apprezzarne i cori, tra cui alcuni contro Bologna e Reggiana, ma anche per gli amici diffidati, oltre ai classici cori di sostegno attualmente in voga in Curva Montagnani al Braglia.

Qualche torcia accesa ad inizio partita, sventolio dei bandieroni dei gruppi (con l’insolito posizionamento di quello delle Vecchie Brigate a mo’ di drappo), oltre a vari due aste lungo tutto il settore.

Al fischio finale raccolgono il saluto della loro squadra, uscita vittoriosa per la prima volta in stagione, vittoria sicuramente dedicata alla memoria di Giuseppe Loschi, medico sociale dei canarini scomparso la sera precedente la partita. Alla famiglia ed ai suoi cari le più sentite condoglianze.

Francesco Passarelli