Fabio Milazzo, Il tifo violento in Italia. Teppismo calcistico e ordine pubblico in Italia 1947-2020, FrancoAngeli, Milano 2022, pagg.275.

Collana: La società moderna e contemporanea, fondata da Marino Berengo, Franco Della Peruta, Lucio Gambi.

Il 29 maggio del 1985 è una data che gli italiani non possono dimenticare, è quella della tragedia dell’Heysel. I tifosi juventini, andati a Bruxelles per la finale di Coppa Campioni con il Liverpool, trovarono una morte orribile, nel settore Z del vetusto stadio, travolti dalla furia degli hooligans ubriachi, schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle gradinate. Alla fine furono 39 morti e centinaia di feriti per quella che universalmente viene ricordata come la “notte più buia del calcio mondiale”.

Eppure invasioni di campo, sassaiole, aggressioni alle terne arbitrali e ai giocatori, scontri tra tifosi, rappresentavano un fenomeno molto più antico e non limitato alle intemperanze degli hooligans inglesi. In Italia le violenze hanno accompagnato le partite di calcio fin dalle origini, anche se è dal secondo dopoguerra che il fenomeno è andato incontro a una svolta. Non soltanto si registra un incremento degli episodi, ma progressivamente cambiano anche le cause e le tipologie di incidenti che, sempre più spesso, coinvolgono le opposte tifoserie. Complice l’attenzione mediatica riscossa dalle violenze, a partire dagli anni Sessanta si registra un diffuso e progressivo allarme sociale, in parte legato all’avvento del tifo estremo. Con gli ultrà gli scontri si moltiplicano, da episodici, diventano sempre più frequenti, rituali, fino a rappresentare un criterio per l’affermazione della supremazia tra i gruppi di tifosi violenti. La risposta dello Stato, tardiva e improntata a una legislazione di carattere repressivo ed emergenziale, determina ulteriori evoluzioni nel teppismo calcistico.

Il libro di Fabio Milazzo, ricercatore presso l’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, responsabile e coordinatore scientifico del Centro Studi per la storia della devianza e della marginalità, indaga il fenomeno in una ricostruzione storica che copre l’arco di tempo compreso tra il secondo dopoguerra e il primo ventennio del nuovo millennio. Il libro è edito da FrancoAngeli e disponibile dal 6 novembre presso tutte le librerie, il sito della casa editrice e gli store online.

Autore

Fabio Milazzo (PhD), svolge attività di ricerca presso l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Cuneo “D. L. Bianco”, dove è responsabile del Centro Studi per la Storia della Devianza e della Marginalità (Cesdem) e del progetto di ricerca La devianza in Italia dall’Unità al fascismo. Discorsi, rappresentazioni e figure. Suoi contributi sono apparsi su volumi e riviste scientifiche, ha inoltre curato Storia e psichiatria. Problemi, ricerche, fonti (con G. Mamone, Biblion 2019) e l’introduzione alla nuova edizione di Metahistory. Retorica e storia di Hayden White (Meltemi 2019). È autore di: Una guerra di nervi Soldati e medici nel manicomio di Racconigi, 1909-1919 (Ospedaletto 2020); Una casa di custodia per maniaci pericolosi. Storia del manicomio di Racconigi dalle origini al fascismo (Cuneo 2019); Deserti della mente. Psichiatria e combattenti nella guerra di Libia. 1911-1912 (con G. Mamone, Firenze 2019).