Rispetto riconsolidato anche questa stagione tra le due tifoserie. Delegati della tifoseria barese hanno fatto visita fuori al settore ai sostenitori spezzini, giunti in Puglia in una cinquantina di unità. Come dico sempre, visti i tempi che corrono, una presenza numerica più che accettabile. Vocalmente oggi era durissima farsi sentire. Timidamente approcciano a qualche manata e qualche coro. Sporadicamente si sentono dalla mia postazione in Tribuna Ovest.
Come detto, questa domenica pomeriggio il pubblico di Bari ha offerto una prova super. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, dopo la rimonta che porta momentaneamente i liguri sul 3-2, sono calati vistosamente sul piano dell’intensità, anche se lo zoccolo duro non ha mai mollato nemmeno in questo frangente. Per il resto assolutamente nulla da obiettare. Una Nord, e un pubblico, che hanno dimostrato di essere un’arma in più, in un San Nicola etichettato un tempo come “cattedrale nel deserto”, che quando si riempie risulta tra i top in Italia in qualità di sostegno e spinta. Tantissime torce accese e due fitte sciarpate, una ad inizio gara e una nel secondo tempo, hanno fatto da contorno .
I Seguaci della Nord coordinano quasi alla perfezione la simbiosi di un’intera curva. Un ordine e un entusiasmo ricreatosi in cosi poco tempo, da elogiare e apprezzare. I cori a ripetere risultano dei boati, per non parlare dei fischi assordanti al possesso palla avversario. Sottolineo la presenza, seppur esigua, dei non tesserati nella Sud, che in un azione “vintage” rispolverano il solito bandierone con un torcione arancione allacciato solidamente all’estremità. Sono cose che tamponamo anche la modernità, che oggi offre uno stadio in cui spicca troppo spesso la verve teatrale dello speaker. Per non essere mangiati dalla modernità degli stadi italiani bisogna essere sempre più consapevoli che il passato degli stessi, semplici e genuini, rivive ogni giorno perché nei nostri cuori non saranno mai fuori moda.
Massimo D’Innocenzi