Tre squadre belghe, due della Russia e della Germania, una di Grecia, Turchia, Spagna, Olanda, Danimarca, Inghilterra, Francia, Italia e Cipro: si presentano così gli ottavi di finale dell’Europa League. La competizione, negli ultimi anni, è stata snobbata da tanti club, specie in Italia, ma ha innegabilmente qualcosa di affascinante. Le 16 ultime squadre rimaste provengono da 12 paesi differenti, e per quelle squadre rimaste, ha comunque un significato grande. 

Poi basta guardare nelle facce dei circa 20.000 spettatori al Neo GSP, stadio che sorge in una zona industriale nel quartiere Strovolos. Tanta attesa per la partita, molto entusiasmo, ma anche palpabile nervosismo. C’è chi si beve una birretta prima, c’è chi gioca un po’ a calcio nel parcheggio e restituisce l’impressione che quest’andata degli ottavi di Europa League sia una festa popolare per tutti i presenti. E poi c’è chi dice che l’Europa League sia la Coppa dei perdenti…

L’APOEL Nicosia ha vinto 25 volte il campionato di Cipro (è record), tra l’altro le ultime quattro volte di fila. In Europa, i tifosi arancioni sono diventati noti per essere riusciti a dare la giusta cornice alle partite, riempiendo sempre la Curva a Nicosia e risultando presenti e numerosi anche fuori casa. Cosa sicuramente non facile vista la situazione geografica (ed economica) di Cipro, ma in qualche modo riescono sempre a portare molta gente anche fuori dall’Isola.

Anche a livello sportivo, la società in Europa è riuscita a raccogliere qualche soddisfazione importante, qualificandosi spesso per le fasi a gironi sia di Champions che di Europa League. Il maggior successo avvenne nella stagione 2011/12, quando l’APOEL riuscì ad arrivare fino ai quarti di finale di Champions League, eliminando negli ottavi il Lione. Contro il Real Madrid poi finì la corsa, il risultato maturò a seguito di due chiari 3-0 e 5-2 a favore dei Galacticos.

L’APOEL è quindi una società con una buona storia Intercontinentale e lo si nota subito una volta arrivati in Autobus al GSP. L’accredito è subito pronto, in ascensore si sale fino ai posti della Tribuna Stampa (la parte più in alto della Tribuna Centrale) e lì si viene accolti da membri della società che ti accompagnano al tuo posto. Tutto molto professionale, ma anche molto gentile; viene offerto anche un pacchetto con due panini ad ogni giornalista e funziona tutto alla perfezione. 

Un’ora prima della partita sale la tensione: le squadre non sono ancora entrate sul campo, ma la Curva di casa si presenta già bella piena e carica. Partono i primi cori e battimani a sottolineare l’importanza della partita contro l’Anderlecht. La compagine belga, anch’essa, ha un passato europeo molto importante, avendo vinto una volta la coppa UEFA e due volte la vecchia Coppa delle Coppe. Non solo l’APOEL ha il record di campionati del suo paese, ma anche i “Mauves”, avendo vinto 33 volte quello belga: fuori dai fari della Champions League si affrontano dunque due società con un grande blasone nella loro dimensione.

Dall’alto della Tribuna Centrale si vede bene lo svincolo dell’Autostrada che porta allo Stadio: C’è tantissimo traffico, vuoi per il fatto che la partita è molto sentita, ma anche perché lo stadio si trova in una posizione poco ideale per chi volesse viaggiare con i mezzi pubblici. Alla fine ci sono quasi 20.000 persone, come detto, il che significa che lo stadio è quasi tutto esaurito. Una volta iniziata la partita, l’Autostrada è quasi vuota, ma lo stadio pieno e lo si sente: i cori sono originali, possenti e i battimani impressionanti, spesso anche gente di altri settori, oltre alla Curva, partecipa al tifo.

Per il calcio d’inizio, le Tribune si presentano in un bel arancio-nero fatto di cartoncini e in Curva appare la scritta “Nicosia”, con uno striscione in basso che recita “Dove i nostri sogni hanno inizio…”. Segue la seconda fase della coreografia, si cambia look in Curva e anche lo striscione in basso, per finire la frase prima, recita: “…e i tuoi sogni diventano incubo”; frase ovviamente rivolta a squadra e tifoseria dell’Anderlecht e tutta da verificare in campo.

Sulla rivista dello Stadio, l’APOEL dice di sentirsi onorato di poter ospitare una società talmente importante come l’Anderlecht che ha dieci volte i soldi dell’APOEL. Il RSCA può vantare alcuni giocatori molto importanti, tra cui Youri Tielemans, 19enne uomo mercato alla terza stagione da titolare. La squadra guidata dall’allenatore Svizzero René Weiler è ben impostata in campo e non soffre particolarmente l’inizio avvincente dell’APOEL che cerca di spingere in tutti modi, aiutato anche da un pubblico davvero entusiasta.

Dall’altro lato si vedranno pochissimo tifosi ospiti. Non deludono però solo a livello numerico (cosa a cui non do mai troppa importanza), ma sopratutto a livello di tifo, assistendo alla partita quasi sempre in totale silenzio. Per il blasone che ha la società non sono certo un vanto, almeno non in questa serata allietata da una brezza freschissima che non fa pensare più ai 20 gradi della giornata.

Dopo l’assalto iniziale dell’APOEL, la partita si presenta molto equilibrata, per non dire un po’ noiosa. Non saranno i ciprioti a guidare la partita, man mano quindi l’Anderlecht alza il baricentro e comincia a farsi sentire. Dopo una mezz’ora riescono finalmente nel tentativo di costruire un’azione decente, concludendola anche nei migliore dei modi: Il nazionale Rumeno Stanciu firma il gol dell’1-0 dopo una bella azione corale. Reagisce l’APOEL ma trova solo la traversa, e non sarà l’ultima della serata. Il pubblico resta di ghiacchio e non si sente più; serviranno loro un paio di minuti buoni per riprendersi.

Ma sono gli ultras locali che salgono in cattedra nel secondo tempo. All’inizio tutti si trovano pronti e sembrano aver deciso di tifare ancora di più in questa seconda frazione. Grazie a questa bolgia, l’APOEL domina nettamente tutto il secondo tempo, concedendo poco ai belgi e costruendo tante occasioni da rete. In Curva si registrano picchi notevoli, specie sui cori un po’ più semplici che possono essere seguiti da tutti. La partita finirà però sull’1-0 per l’Anderlecht, dopo che l’APOEL coglie ancora una volta la traversa, con una punizione dai 40 metri a tre minuti dalla fine. Finalmente si sentono anche i tifosi della “Mauves Army”, ma questo non salva la loro prestazione deludente.

Per l’APOEL si complica però la vita con questa sconfitta e infatti una settimana dopo sarà eliminato dall’Anderlecht con un’altro 1-0 nella partita di ritorno. Resta comunque un’Europa soddisfacente per l’APOEL, che ai sedicesimi aveva eliminato l’Athletic Bilbao: era la prima volta che una società Cipriota ne elimina una della Spagna. L’Anderlecht intanto passa ai quarti di finale, dove, con gran sorpresa, il Belgio è l’ultimo paese ad avere più di una squadra. L’Italia non è più presente, cosa che la dice lunga sul valore che questa competizione ha dalle nostre parti.

Remo Zollinger.