Sei anni lunghi, difficili, complicati, ma anche entusiasmanti con una risalita che ha conosciuto poche soste e ieri ha raggiunto quel traguardo che tutti a Montevarchi sognavano fin dalla retrocessione del maggio 2011 seguita poi da un fallimento che costrinse il club, con ben 115 anni di storia, a ripartire dalla seconda categoria. La Serie D è ora una cosa concreta, conquistata con ben quattro turni d’anticipo sulla chiusura della stagione regolare. Un traguardo tagliato in casa, in un Brilli Peri pieno di calore e colore, anche grazie alla decisione della società di abbassare il prezzo dei tagliandi della curva. Un tifo incessante per novanta minuti che si è interrotto solo al triplice fischio – che fissa sul’1-1 la gara contro la Fortis Juventus – per un urlo davvero liberatorio, nato dal profondo. Splendida la coreografia iniziale con le bandierine rosse e blu a colorare la curva, assieme ai fumogeni degli stessi colori, in cui spiccava al centro il simbolo della città.

Dopo una settimana d’attesa segnata da un tam tam battente, un conto alla rovescia che giorno dopo giorno avvicinava al momento fatidico, la squadra ha ripagato l’attesa di un’intera comunità facendo scattare la festa prima dentro lo stadio e poi per le vie della città. Una festa attesa da anni e che finalmente porta “via da questa merda di categoria” (come cantano gli ultras) il Montevarchi.

“Ormai mancano pochi giorni per continuare in quel cammino che ci ha portati in campi di paesini sconosciuti, tribune di due gradoni (quando andava bene) e fango – avevano scritto gli ultras in settimana sulla propria pagina Facebook – ma l’abbiamo sempre fatto con il sorriso in faccia e l’amore per questi colori urlato a squarciagola, a Salutio come a Livorno, a Bucine come a Ferrara. Domenica avremo la possibilità di avvicinarci ancora di più al futuro, di spedire questi ultimi anni tra i ricordi di una rinascita storica ma pur sempre difficile”.

Ora questa rinascita ha raggiunto il suo primo, e fondamentale, obiettivo. Ora la Serie D si prepara ad accogliere una tifoseria appassionata che si presenterà alla prossima stagione con la fame di chi per sei lunghi anni ha dovuto ingoiare bocconi amari e ha voglia di ritagliarsi il proprio posto al sole.

Tommaso Maschio.