Finalmente una domenica come piace a noi. Una di quelle con i cori politicamente scorretti, le offese tra le tifoserie, il tifo costante, le coreografie, gli striscioni e i boati antisportivi agli errori degli avversari. Una di quelle domeniche che fanno avvicinare i bambini allo sport e allontanare quella piccola parte marcia che vorrebbe tutti gli spalti popolati di benpensanti imbrillantinati. Questa è stata la domenica del PalaTiziano.

Quella tra Virtus Roma e Scandone Avellino negli ultimi anni è diventata una delle sfide clou della pallacanestro italiana. Ad essere sincero, dopo il divieto di trasferta inflitto ai capitolini nella sfida d’andata, ero quasi certo che lo stesso trattamento venisse riservato agli irpini. Così ad inizio settimana penso con un certo disgusto al week-end che sta per arrivare, in cui si disputeranno questa partita e Roma-Napoli, un binomio che un tempo avrebbe fatto le fortune di qualsiasi amante del movimento ma che oggi significa al 99 percento divieti e interdizioni.

Se per il calcio nutrire qualche speranza di vedere gli ultras partenopei nella Capitale equivale più o meno a sperare che serbi e croati decidano di stringere un patto d’amicizia da qui a cento anni, nel basket un margine di possibilità resiste. Consultando la pagina Facebook degli Original Fans Avellino apprendo infatti che i tifosi biancoverdi stanno organizzando dei pullman, la cosa ovviamente non può che farmi piacere e, constatato che con il passare dei giorni di divieti non ne arrivano, il venerdì ho finalmente la certezza di assistere almeno a una delle due gare come Cristo comanda.

Spostandomi dal clima funereo e mortifero dell’Olimpico verso il palazzetto, il mio umore e la mia curiosità cominciano a cambiare. Ci sono moltissime camionette della polizia e, passando dietro al settore ospiti, noto come gli agenti si stiano occupando di controllare la discesa dal pullman dei tifosi irpini. Il livello di allerta è massima e, come sempre, eccessivo. C’è rivalità, ok. Ma parliamo pur sempre di una partita di pallacanestro, non della guerra di secessione algerina. Del resto pretendere normalità da chi non sa organizzare neanche una partita di freccette è impossibile. Una battaglia persa in partenza.

Allora meglio concentrarsi sugli spalti. Ritirato l’accredito entro in maniera alquanto trafelata all’interno del palazzetto, trovandomi subito i tifosi avellinesi di fronte. In totale sono un centinaio e sin da subito mettono le cose in chiaro, lanciando invettive contro i padroni di casa. La Curva Ancilotto, dal canto suo, stasera registra davvero una buona presenza. Gli ultras capitolini vogliono onorare l’impegno e giù prima di appendere lo striscione delle Brigate non si fanno attendere per rispondere ai dirimpettai.

Quando la gara sta per iniziare nel settore di casa va in scena una bella coreografia composta da bandiere giallorosse, teloni blu e dallo striscione “Vinci per noi“. Davvero molto bella, a conferma di come spesso le cose più semplici siano le migliori. Che i romani abbiano una marcia in più rispetto ad altre volte si capisce subito. Manate, cori tenuti a lungo e una buona intensità sono il marchio di fabbrica di questa serata, probabilmente la migliore della stagione. Di tanto in tanto le bandierine vengono sventolate dando un bel tocco di colore al, mentre da sottolineare “La società dei magnaccioni” eseguita nel finale, quando la Virtus annusa seriamente la vittoria. Un canto che un tempo era un vero e proprio baluardo per le tifoserie capitoline e che, negli ultimi tempi, è troppo spesso accantonato in luogo dei pallosissimi, passatemi il neologismo, cori caricati su YouTube dagli argentini.

Per quanto riguarda i tifosi irpini, numericamente direi che sono un pochino meno rispetto alle precedenti annate, forse anche la stagione non esaltante della Scandone ha influito sui tanti tifosi residenti a Roma che erano soliti affollare il settore ospiti. Di contro, però, c’è da dire che trattandosi quasi esclusivamente del nucleo curvaiolo, il tifo non può che trarne vantaggio. Belli i battimani e i cori a rispondere, così come quelli eseguiti tutti insieme saltellando. Anche grazie all’andamento altalenante del match sono diverse le fiammate in cui i biancoverdi aumentano i decibel, credendo fino agli ultimi secondi a un successo che tuttavia non arriverà.

E’ la Virtus Roma a conquistare la vittoria, la quarta di seguito che la proietta in piena zona playoff. Un qualcosa che sembrava impossibile fino a qualche giornata fa. I tifosi gradiscono e abbracciano i giocatori che a fine gara li vanno a ringraziare sotto al settore. Timidi applausi ci sono anche per i campani, che tuttavia sembrano perdere il treno per agganciare le prime otto.

Abbandono gli spalti del PalaTiziano con gli avellinesi che ancora sono dentro, spazientiti dalla lunga attesa cui la sagace questura di Roma li ha costretti. Almeno ho avuto l’opportunità di seguire un bel confronto, che mi ripaga in parte delle amarezze che questa mia passione mi sta dando negli ultimi tempi. Chissà se un giorno si rivedrà il sole, ma in occasioni come queste si è quantomeno vista una stella che indica la giusta via.

Simone Meloni

20150404_213003

 

 

 

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=YVmRR90TSYM

https://www.youtube.com/watch?v=bmU5JFuloJE