Posticipo del lunedì sera all’Olimpico, dove la Lazio ospita i viola, per una sfida delicata in fatto di classifica. Un confronto che affonda le proprie radici in una delle rivalità storiche del calcio italiano, ma che stasera non avrà modo di andare in scena nel suo luogo naturale: lo stadio. Gli ultras viola, infatti, con un comunicato diramato in settimana, hanno deciso di disertare l’incontro per protestare contro il prezzo del biglietto imposto per il settore ospiti (40 Euro). Una battaglia, quella contro il costo esoso dei tagliandi, che sembra esser tornata in voga quest’anno, a fronte di prezzi palesemente rincarati rispetto a quelli (già tutt’altro che bassi) delle stagioni scorse. Nel caso di fattispecie, va detto che il problema non ha riguardato solo i tifosi gigliati, ma anche quelli biancocelesti, costretti a sborsare minimo 40 Euro (prezzo di Curva Sud e Distinti) per assistere alla partita. In tal senso sembrerebbe sempre più necessario un intervento di Lega e Federazione al fine di stabile un tetto, come avviene ormai in gran parte d’Europa. Se da una parte capisco la volontà dei club di favorire la sottoscrizione degli abbonamenti – che da sempre sono la cartina al tornasole della cieca e assoluta fedeltà del tifoso – dall’altra il “listino” dei nostri stadi è spesso e volentieri davvero proibitivo. E non alla portata di tutti. In particolar modo di quelle famiglie che spesso si invocano. Un nucleo familiare oggi avrebbe speso minimo 120 Euro per entrare in curva o distinti (dove peraltro la visione del mero evento calcistico non è propriamente eccelsa!).

Alla fine gli spettatori saranno circa 35.000, con lo zoccolo duro dei trentamila abbonati (record nell’era Lotito) a rappresentare il grosso dei presenti. Dopo la classica sciarpata con cui la Nord inaugura la serata, viene esposto uno striscione per Vincenzo Paparelli – di cui due giorni prima ricadeva il quarantaquattresimo anniversario dalla morte, avvenuta in quel tragico derby del 28 ottobre 1979 -, applaudito da tutto lo stadio e seguito da una masnada di cori contro i rivali cittadini. Dopodiché il feudo degli ultras laziali comincia a sostenere l’undici di Sarri, cercando di spronarlo per conquistare i tre punti. Tante manate e cori a rispondere, con sussulti che spesso e volentieri arrivano dalla sempre attivissima Tribuna Tevere. Con la squadra che sembra faticare oltremodo, il tifo sale in cattedra nel secondo tempo: la pioggia battente che cade improvvisamente sull’Olimpico penetra la diroccata copertura fatta in occasione di Italia ’90, finendo per bagnare gli spettatori situati nelle prime file. Se nei settori più “tiepidi” questo rappresenta un fastidio, in Nord la cosa viene presa con goliardia, così una buona parte dei presenti opta per il petto nudo, aumentando i decibel dei propri cori, tra l’incessante sventolio dei bandieroni.

Quando la partita sembra ormai incanalata sui binari del pareggio a reti bianche, il direttore di gara decreta un calcio di rigore in favore della Lazio. Siamo al minuto 96 e Immobile dal dischetto non sbaglia, facendo letteralmente esplodere di gioia il popolo biancoceleste. L’attaccante di Torre Annunziata corre all’impazzata sotto al settore degli ultras, ricevendo il loro abbraccio e confermandosi – malgrado i problemi fisici degli ultimi tempi – un tassello fondamentale della rosa, nonché bomber di razza nella recente storia laziale. Epilogo pazzo e al cardiopalma, che ovviamente induce i tifosi a rimanere ancora qualche minuto dentro lo stadio anche dopo, l’immediato, fischio finale. Sulle note di “Vola Lazio Vola” di Tony Malco si innalzano nuovamente le sciarpe, a suggellare una serata sofferta ma alla fine vittoriosa.

La Lazio è attesa da un trittico di partite toste, che richiederanno tutta la partecipazione del pubblico. Cominciando dalla trasferta di Bologna (dove è previso un mini esodo), passando per la gara di Champions contro il Feyenoord e finendo col derby del 12 novembre, partita che quest’anno – visto l’avvio incerto delle due compagini capitoline – sembra aver riconquistato quel suo ruolo di centralità sportiva per il primato cittadino e non solo.

Testo Simone Meloni
Foto Agenzia