Il pubblico leccese risponde in massa per questa partita delicatissima in chiave salvezza. Entro negli spalti esattamente al fischio d’inizio e il colpo d’occhio che mi si para davanti è notevole, specie se si pensa che si gioca ancora una volta in infrasettimanale, di venerdì alle 18:30, certo alle soglie del fine settimana ma pur sempre e per molti comunque un giorno lavorativo.

Subito dopo, per riflesso condizionato, l’occhio cade immancabilmente sul settore ospiti, popolato da quasi 200 sostenitori friulani. Per la precisione 176 come riporta il sempre preziosissimo lavoro di Stadiapostcard. Le consuete pezze friulane colorano l’angolo inferiore del settore loro destinato: trasferta lunga e impegnativa per loro, alla quale hanno risposto presente, come facilmente prevedibile, e oltre tutto con numeri significativi.

Difficile per loro farsi sentire al cospetto di uno stadio pieno e in grande spolvero, ma appaiono sempre in movimento soprattutto nel primo tempo. Nel secondo cerco di avvicinarmi per apprezzare meglio la loro prestazione, per questo ne ricavo l’impressione di una tifoseria la cui partecipazione è sempre continua anche in termini vocali, senza mai una sosta in tutta l’altra metà di gara. Goliardicamente offrono anche un bel trenino, tenendo la propria squadra sempre al centro di tutto, supportandola anche dal punto di vista cromatico con diverse bandiere e bandierine sempre al vento, oltre ad una sciarpata. Più di mille chilometri, una traversata da parte a parte dell’Italia, onorati al meglio. Non gli si può davvero rimproverare nulla.

Per chiosare, capitolo tifoseria di casa. In uno stadio come detto bello pieno, la Curva Nord è forse il settore più pieno in assoluto e, cosa più importante, offre un tifo davvero potente che spinge la squadra a un successo tanto difficile quanto importante, conquistato con un calcio di rigore. Belli da vedere e sentire, invitano ripetutamente la squadra a cacciare fuori gli attributi e combattere per loro. Complessivamente ottima la loro prova, come sempre d’altronde. Tantissimi inoltre i fumogeni accesi e le bandiere sventolate, oltre ad uno striscione per i diffidati. Le manate sono di pregevole fattura, senza l’aiuto dei tradizionali tamburi mentre quando tutto lo stadio si unisce al tifo degli ultras, il dodicesimo uomo in campo non è più solo retorica ma una realtà fattuale. Una vera arma in più. Quella di cui avvalersi in quest’ultimi spunti di stagione per raggiungere il traguardo tanto ambito.