Da sempre e probabilmente per sempre, Fiorentina-Juventus resterà la madre di tutte le partite, specie in casa viola, dove supera di gran lunga ogni altra rivalità regionale o extra regionale. L’aria è come sempre frizzante e tesa, il pubblico è quello delle grandi occasioni e il “formaggino” pieno, promette scintille e batti e ribatti di cori o sfottò fra le due parti.
Più di tutto, o al di sopra di tutto, oggi è il giorno di Giancarlo Antognoni. Antonio come l’hanno sempre affettuosamente chiamato a Firenze. Il “padre” del calcio viola, da sempre onorato dai tifosi con striscioni e bandiere dedicate. D’altronde è a lui che si deve una delle pagine più belle del calcio fiorentino ed è logico che il suo nome sia inscritto a fuoco nel cuore e nella memoria di ogni tifoso.
Fra le tante polemiche incrociate che contrappongono la piazza alla famiglia Della Valle, oltre quella che riguarda la gestione tecnico-economica della compagine gigliata, c’è sempre stato forte disappunto per non aver ritagliato nei quadri societari uno spazio ed un ruolo per Antognoni. Adesso finalmente lo strappo è stato ricucito e dal nuovo anno ha smesso di essere capo delegazione della nazionale under 21 per divenire dirigente della sua amata Fiorentina.
E l’amore è pienamente ricambiato, visto che la coreografia iniziale è tutta dedicata a questo felice evento: un mosaico di cartoncini viola, bianchi e rossi compongono la scritta “Unico 10” lateralmente alla quale c’è una gigantografia dello stesso Antognoni in maglia viola. Saranno pur lontani i tempi migliori del tifo, dove potendosi permettere spesso e volentieri di misurarsi con questo tipo di coreografie, le tifoserie come quella viola regalavano spettacoli da pelle d’oca. Però la resa finale, al netto della nostalgia, è sicuramente riuscita e di grande impatto visivo, oltre che un indiscutibile passo in avanti rispetto alla coreografia della passata stagione.
Settore ospiti compatto ma dallo stile più asciutto rispetto al solito: meno due aste bizzarri lasciano chiaramente dedurre che questa non è la trasferta dei gitanti dagli angoli più assurdi dell’Italia, questa è la trasferta degli ultras e pur al netto di numeri meno importanti di altre volte, la presenza c’è e tanto basta. Immancabili gli sfottò e le offese da parte a parte, i bianconeri ne condensano anche uno su stoffa dedicato agli odiati rivali, mentre sopra lo striscione degli “UnoNoveDueSei”, il messaggio che si leva è invece dedicato in maniera perentoria al giornale sportivo più famoso d’Italia: un “Gazzetta infame” a caratteri cubitali che non ha bisogno di troppe analisi per intuire l’idiosincrasia verso la “rosea”.
A coronamento di quella che per Firenze, già dalle premesse, sembrava una giornata particolare, c’hanno pensato in campo i ragazzi dell’ex bianconero Paulo Sousa: Kalinic e Badelj firmano un successo dal sapore unico, consumato a danno di una storica rivale che, per di più, sta dominando in lungo e in largo in Italia ormai da anni.
Testo di Matteo Falcone.
Foto di Sauro Subbiani.