Il maltempo che ha flagellato la Toscana e sta continuando a farlo, non risparmia Livorno dove i danni non sono paragonabili a quelli delle zone interne, in cui la pioggia ha provocato anche qualche morto oltre ad una marea di danni e disagi, ma dove il vento, proveniente dal mare, imperversa senza sosta e con una continuità che raramente si registra.

Fortunatamente si contano “solo” danni materiali ma per avere un’idea delle problematiche causate, basti pensare che l’incontro tra Livorno e Follonica Gavorrano rischia di saltare a causa del forte vento che spazza la città. Poco prima dell’inizio della partita viene effettuato un sopralluogo dalle autorità competenti per decidere se giocare l’incontro ed eventualmente in quali condizioni, la discussione va per le lunghe, se il campo da gioco risulta essere in ottime condizioni, è il forte vento a far paura.

Alla fine viene presa la decisione di far disputare la partita con il calcio d’inizio che viene slittato di un’ora, il tempo per far effettuare il riscaldamento alle due squadre ma anche quello di far entrare il pubblico che intanto staziona all’esterno dell’impianto pronto ad entrare se fossero state aperte le porte. Per maggior sicurezza viene deciso di chiudere prudentemente il settore di gradinata con i tifosi che vengono dirottati in tribuna.

Alle 15:30 viene finalmente fischiato l’inizio della partita e se il cielo azzurro e limpido scongiura la pioggia torrenziale, il vento che spira lateralmente al terreno verde mette in difficoltà i giocatori: appena il pallone si alza di qualche metro, ci vuole una bella dose di fantasia per capire dove andrà a finire, con la figura barbina che resta dietro l’angolo.

In tribuna si sistemano i ragazzi che generalmente prendono posto in gradinata, nel loro settore odierno attaccano uno striscione di solidarietà per le persone colpite dal nubifragio e restano in rigoroso silenzio, mentre la curva decide per il sostegno alla squadra che infatti non viene meno.

Esteticamente poco da segnalare ma del resto sarebbe impossibile sventolare un bandierone, già esporre uno striscione è impresa ardua ed ardimentosa, perciò resta la voce e qualche bandierina di modeste dimensioni che nelle giornate ventose fa la sua sporca figura.

Impossibile non posare l’occhio su qualche bandiera palestinese, del resto l’idea della Curva Nord sulla vicenda è nota da tempo e chi ne vuol montare un caso politico probabilmente non conosce le prese di posizione della curva, che anche in passato non ha mai mancato di esprimere la propria idea su una guerra che non è scoppiata certo ad ottobre di quest’anno, con l’attacco di Hamas al rave party, ma ha radice antiche.

Qualche politico in cerca di visibilità ha addirittura additato la Curva Nord come antisemita, un’accusa che campata in aria, lanciata un po’ a casaccio per montare un caso dove il caso essenzialmente non esiste. Ma tant’è, il binomio ultras – politica evidentemente affascina, fa guadagnare qualche like e rende visibili chi magari in città gode di poca stima e simpatia. C’è da chiedersi se continuare a gettare fango ed odio non alimenti proprio quel sentimento antisemita che sembra tornare in auge in Europa con qualche simbolo che viene mostrato con troppa superficialità. Forse sarebbe meglio gestire la vicenda, soprattutto da parte della stampa e della comunicazione, per evitare pericolosi atteggiamenti dei quali non se ne sente assolutamente il bisogno.

Valerio Poli