Ho sempre avuto difficolta ad alzarmi presto la mattina, avendo l’abitudine di lavorare la sera spesso dopo mezzanotte. In settimana faccio di tutto per mettere la sveglia il più tardi possibile, ma questo sabato mattina son già in piedi alle 6.30 e senza difficoltà. Ovviamente c’è una partita di mezzo. Difatti mi aspetta una “trasferta” con destinazione Malmö, 500 kilometri a sud di Stoccolma. Quando lascio l’albergo alle 7.00 la capitale svedese sembra vuota. La mia prima tappa è la stazione centrale. E la prima volta che sono in Svezia per una partita del campionato locale, ma la seconda volta in uno stadio svedese. L’ultima partita nel regno fu diciassette anni fa, a Göteborg, per la finale della mia squadra del cuore col Valencia nel maggio 2004. Non conosco il movimento ultras locale, tranne cinque tifoserie, le tre della capitale più quella dell’IFK Göteborg e quella di Malmö. Sono in Svezia per motivi di lavoro e la prima cosa che ho guardato è stato ovviamente il calendario del campionato locale. L’unica partita decente e che poteva andare bene con i miei spostamenti era quella del Malmö FF. Il prezzo da pagare sono 500 km in treno ma non è un problema. Poi siamo in Svezia, paese dell’efficienza.

Prendo il treno delle ore 7.35, il meno caro per raggiungere Malmö da Stoccolma. Il convoglio è composto da carrozze degli anni ’80, ma alla fine il confort è buono. Poi viaggiare in treno è sempre un piacere in un mondo dove tutto si deve fare in fretta. Il paesaggio purtroppo è a dir poco monotono. Per 350 chilometri, laghi e foreste, poi una pianura di una tristezza infinita, scenario non di certo migliorato dal cielo grigio dell’autunno. Cosa incredibile è la calma che regna nello scompartimento. Lo svedese è molto rispettoso e civile. Ma la cosa che mi colpisce di più è il fatto che arriviamo con un anticipo di dieci minuti a destinazione. Mai vista una cosa del genere.

Appena esco della stazione faccio un piccolo giro di Malmö. Ovviamente non la si può paragonare ad una città del Bel paese ma il centro storico vale davvero una visita. Per le dimensioni ridotte la si può girare tranquillamente a piedi per farsene un’idea. Malmö è la terza città più grande della Svezia. Ci sono 350.000 abitanti in questa metropoli del Sud del paese. E stata una della città più industrializzate del paese ed ha conosciuto una fase di declino con la deindustrializzazione dell’economia svedese. Ma dal 2000 ha visto un grande cambiamento con l’apertura dell’Øresundsbron (Ponte di Øresund) che collega Copenhagen a Malmö, o meglio la Svezia alla Danimarca. Per anni si è discusso di un collegamento fisso sullo stretto tra i due paesi. Lungo otto chilometri, costruito tra il 1995 e il 1999, è una delle opere che maggiormente ha segnato la svolta rispetto al declino in cui la città ristagnava. L’Øresundsbron ha permesso dunque di riunire Copenaghen e Malmö e di sviluppare un grande centro nordeuropeo per gli affari, i trasporti, la ricerca e l’educazione. Infine, questa opera ha permesso anche di collegare il continente europeo alla penisola scandinava.

Oggi Malmö è una città dinamica e la sua demografia è anche cambiata. Nel 2021 la metà degli abitanti della città portuale è foresteria. E si nota in città, ma per me è divertente perché ovviamente sono io lo straniero che non conosce lo svedese e questi svedesi di adozione che parlano la lingua del regno, mi chiedono da dove vengo quando rispondo in inglese. Bisogna aggiungere che la Svezia ha sempre avuto una politica più aperta rispetto all’immigrazione. Il regno ha accolto tanti profughi negli ultimi decenni. Non bisogna dimenticare che il figlio più famoso della città è il calciatore Zlatan Ibrahimović che ha iniziato la sua carriera professionale proprio nei ranghi del Malmö FF nel 1999. Il più grande giocatore svedese di tutti i tempi ha avuto anche l’onore di vedere una statua di 2,7 metri dedicata a lui proprio di fronte allo stadio. L’inaugurazione del monumento è avvenuta l’8 ottobre 2019, ed il 27 novembre, Zlatan ha annunciato di aver comprato parte delle quote dell’Hammarby, squadra rivale del Malmö FF. Nella notte fra il 4 e il 5 gennaio 2020, la statua è stata parzialmente distrutta da tifosi locali.

Un’ora prima della partita prendo un pullman per raggiungere lo stadio. Situato tre chilometri al sud del centro. Nel mezzo noto già diverse sciarpe del Malmö FF ed anche alcune tifosi in bici che si dirigono da quelle parti. Il clima è molto più freddo ma la gente gira in bici senza problemi. È la bellezza del Nord Europa. Oltretutto oggi non fa freddo, in questo 20 novembre ci sono sì e no 10 gradi. Alla fermata dello stadio seguo il fiume di tifosi biancocelesti che caminano verso il loro tempio. Noto un bel murales con il ritratto di Eric Persson, soprannominato Hövdingen (cioè «il capo»). Presidente della squadra locale dal 1937 al 1974, sotto il suo regno il Malmö FF ha vinto dieci scudetti. Arrivando allo stadio mi tocca stare attento perché è davvero pericoloso. Non per via degli hooligans o degli ultras, ma per le bici. Ci sono centinaia di tifosi che vengono con questo mezzo di trasporto, oserei direi anche migliaia e basterebbe una distrazione a finirne investito.

Lo stadio del Malmö o Swedbank Stadion (maledetto naming) è quasi nuovo. Inaugurato nel 2009, non è bellissimo dall’esterno, tipico di questi stadi moderni, molto funzionali ma senza appeal per il tifoso. L’unica cosa interessante si trova di fronte, cioè il vecchio stadio del Malmö FF, costruito nel 1958 per la Coppa del Mondo che la Svezia organizzò quell’anno. Tale struttura è molto più interessante da un punto di vista architettonico. Attorno allo stadio non c’è quasi nessuna presenza della polizia, tranne all’entrata del settore ospite. Ultima cosa da segnalare, dietro la curva locale c’è un capannone con la foto di Bengt Madsen, ex presidente del Malmö FF (dal 1999 al 2009) che è morto la settimana scorsa.

Quando entro sugli spalti, un quarto d’ora prima del fischio d’inizio, trovo un stadio quasi pieno. È il terzo impianto più grande del paese e ci sono circa 20.000 spettatori stasera a fronte di una capienza totale di 22.500 posti. Il Malmö FF è molto popolare ed è la squadra più titolata del paese. Poi bisogna aggiungere che siamo alla 27a giornata ed i biancocelesti son in testa alla classifica. Tanto che, mentre scrivo questo articolo, il Malmö si è aggiudicato il campionato di Svezia alla 30a ed ultima giornata, contando con questo la bellezza di 22 scudetti oltre a 14 coppe di Svezia ad impreziosire la sua storia più che centenaria.

Le prime squadre di calcio nascono nel lontano 1905 proprio nel porto meridionale della Svezia con l’IFK Malmö e il Bollklubben Idrott. Nel 1909 il BK Idrott tenta di confluire nella sezione calcio dell’IFK Malmö ma la fusione non si conclude bene, così il 24 febbraio 1910, i fuoriusciti del BK Idrott danno origine al Malmö FF. Le prime divise sociali sono una maglia a strisce biancoblu con pantaloncino nero, in pratica quelle del BK Idrott. Sei mesi dopo decidono di cambiare i colori sociali per distinguersi della vecchia società. Maglia con strisce biancorosse con pantaloncino nero, questo fino al 1930, quando ci sarà un ultimo cambio con una maglia celeste e pantaloncini bianchi. La nuova società disputa all’inizio solo tornei regionali e nel 1917 raggiunge la prima competizione nazionale. Nel 1931, dopo la promozione dal secondo livello, il Malmö FF può finalmente competere nell’Allsveskan. Questo torneo è stato introdotto nel 1924 e continua ancora oggi a raggruppare l’elite del calcio svedese. Bisogna aggiungere che dal 1959 la competizione maggiore del calcio svedese si svolge dal mese di aprile a novembre, per via del clima locale. Quest’anno invece, per via degli Europei di calcio, l’Allsveskan si gioca fino ad inizio dicembre.

Sugli spalti, i due gruppi che sono il cuore della tifoseria biancoblu sono in contestazione per via della repressione. Gli striscioni degli Supras e degli Ultras sono alla rovescia, mentre un piccolo quadrato del settore si presenta vuoto, con lo striscione in Svedese “Frihet för ultras” (cioè “Libertà per gli ultras”). Anche qua la repressione esiste ovviamente, ma bisogna spiegare che fino a due anni fa non era così. È cambiato tutto con il metodo del cosiddetto Villkorstrappan (in italiano “scala delle condizioni”) introdotto nel 2019. Questa “strategia” della polizia prevede l’ufficializzazione delle misure punitive collettive. Cioè, la polizia può punire i sostenitori di una squadra di calcio svedese quando ci sono disordini. Per esempio, se ci sono torce e fumogeni ad una partita del Malmö FF, la polizia può ridurre la capienza della curva per la partita successiva di 500 o 1000 persone. Dunque, non è quello che ha acceso il fumogeno che viene punito, ma anche gli altri sostenitori che prendono posto nella stessa parte di stadio. Ma il bello è che questo metodo può colpire una tifoseria anche se alcuni tifosi sono autori di intemperanze fuori dallo stadio. Per esempio, se alcuni sostenitori si prendo a calci e sberle in un’area di servizio distante dallo stadio, il divieto colpisce lo stesso.

L’idea è di spingere la “parte buona” della tifoseria a prendere le distanze dalla “parte cattiva”. Ma il paradosso è che il risultato pratico è proprio l’opposto. Cioè una solidarietà dei tifosi normali verso quelli più accesi e l’odio di area degli ultras verso le uniformi che diviene quasi un luogo comune anche per i tifosi classici. Infine, bisogna aggiungere che le tre tifoserie rivali della capitale, cioè dell’Hammarby, del AIK Solna e del Djugarden, nonostante l’odio tra loro, hanno cominciato a collaborare per contrastare il cosiddetto Villkorstrappan. Ci sono stati striscioni in comune, proteste ed anche una petizione iniziata nell’ottobre 2021 e che ha visto coinvolti tifosi di tutte le squadre dell’Allsvenskan ed anche della 2a Superettan (la serie B svedese). Non a caso oggi, le due tifoserie espongono un drappo con i colori delle loro rispettive squadre con un omino che cade delle scale e la scritta “Varning för Villkorstrappa!” (cioè “Attenti alla scala delle condizioni”). 

Il calcio d’inizio è fissato per le ore 15.00 e quando le squadre entrano sul rettangolo verde, tutto la stadio riprende l’inno del Malmö FF e fa una bella sciarpata. Gli ospiti sono una sessantina circa. Il BK Häcken è una società di Göteborg, per essere precisi dell’isola di Hissingen (che è estesa la bellezza di quasi 200 chilometri quadrati) e che fa parte della città. La squadra giallonera è sorta nel 1940. I due maggiori striscioni son quelli con il nome del isola e l’anno di fondazione del club. Questo distretto al Nord del centro storico è quello industriale e degli immigrati, con tante case popolari. Lo si nota anche nei ranghi della tifoseria che è aperta a tutti, con una visione multiculturale della società svedese. Non hanno un vero gruppo ultras, anche se ci sono tifosi caldi, direi oggi una trentina, che s’impegnano a tifare per la maggiore parte della partita. Hanno anche un corista col megafono, accendono dei fumogeni gialli e sventolano cinque bandieroni con i colori sociali. Si sono sobbarcati un viaggio di tre ore per questa trasferta, non cosi lontana, per cui il numero di tifosi può considerarsi piuttosto basso, anche se bisogna aggiungere che in casa sono in media 3.500 a seguire le sorti del club giallonero.

Prima del fischio d’inizio, le due squadre ed il pubblico osservano un minuto di silenzio in memoria di Bengt Madsen, l’ex presidente del Malmö FF scomparso qualche giorno fa. I Supras espongono uno striscione per ringraziarlo per il suo impegno per la squadra e augurandosi che riposi in pace. Allo stesso momento, nel silenzio surreale, accendono un fumogeno sopra lo stemma del club in pieno centro della curva. Poi la partita inizia. Mi ritrovo in una posizione centralissima, perfetta per giudicare la tifoseria di casa. Devo dire però che la prestazione durante la partita non m’entusiasma. Il primo tempo li vede cantare con regolarità durante i 45 minuti ma con un intensità direi media, con solo alcuni picchi. Sembrano avere il freno a mano tirato e questo nonostante il risultato positivo. Dopo neanche cinque minuti infatti, è già 1-0 per il Malmö FF, cioè primato in campionato consolidato a tre giornate dalla fine. Alcune torce vengono accese mentre sventolano 5/6 bandieroni. Ma la mia impressione è di essere in Germania, con un numero ridotto di ultras (direi tra 100 e 150 tra i due gruppi) abbastanza giovani a cui, attorno, gravita un grande numero di tifosi più colorati ma il cui apporto, nella sostanza, è molto limitato.

Durante il secondo tempo la partita sul campo è più interessante di quella sugli spalti. L’Häcken è autore di una bellissima prestazione, pareggiando al 63° minuto per la gioia dei suoi sostenitori. La curva di casa conosce una fase di calo e gli ospiti passano in vantaggio al 70° minuto. Qua l’orgoglio della curva di casa si sente ed il tifo dei biancocelesti si riaccende, ma solo lo zoccolo duro della tifoseria sprona il Malmö verso la vittoria che però non arriva. Al minuto 83 i biancocelesti segnano solo una delle ulteriori reti necessarie e la partita finisce in un pareggio per 2-2. Non è il migliore scenario per i tifosi di casa, mentre i giocatori gialloneri festeggiano di fronte al settore ospite questo punto importante che permetterà loro, alla fine della stagione, di raggiungere la salvezza in Allsvenskan. Non esco convintissimo del tifo svedese ma non è con una partita che posso farmi un’opinione rotonda e completa. Dunque, spero che questa trasferta nel Nord-Europa non sia l’ultima e che invece apra ad una serie di partite in Svezia per capire al meglio le realtà ultras locale.

Sébastien Louis