Campobasso Calcio: Tornato in Terza Serie (intesa come terzo livello del Calcio italiano) dopo oltre 30 anni – infatti nei primi Anni 2000 e primi 2010 partecipò a tornei di C2 e Lega Pro Seconda Divisone che rappresentavano il quarto livello del Calcio nostrano, rispettivamente sotto le presidenze Berardo e Capone – il Campobasso sta conoscendo uno dei periodi di maggior prestigio della sua ultracentenaria storia. Dei fasti della piazza molisana – e della straordinaria partecipazione popolare del suo pubblico – abbiamo avuto modo di approfondire in passato in vecchie puntate di questa stessa rubrica, in particolare in One Step Beyond #16 e #20.
Inserito nel raggruppamento più meridionale della Serie C unica, il girone C che annovera club e tifoserie che hanno fatto la storia del Calcio italiano, il sodalizio rossoblu sta attraversando un momento difficile in termini di risultati che sta pian piano risucchiando i lupi murattiani nelle sabbie mobili della graduatoria, dopo un inizio più spumeggiante. Paradossalmente l’undici molisano sta pagando lo scotto della categoria principalmente tra le mura amiche del Selvapiana dove, al momento in cui scrivo, i rossoblu hanno messo nel carniere un’unica vittoria, racimolando punti (e vittorie) soprattutto in trasferta.
Al contrario d’una squadra balbettante che dovrà conquistarsi la salvezza con le unghie e i denti fino all’ultima giornata, il pubblico campobassano non è mai venuto meno e, fedele a una tradizione ampiamente consolidata in tal senso, sta facendo registrare numeri importanti per la categoria che addirittura inseriscono Campobasso tra le prime venti piazze dell’intero panorama calcistico centromeridionale (comprensivo di Roma e Lazio) partendo dalla Serie A, in quanto a numero medio di spettatori, tenendo conto del solo girone d’andata.
Un dato importante che la dice lunga, se mai ve ne fosse stato bisogno, sul connubio che lega a doppio filo il capoluogo molisano e il football. Una passione che viene da lontano per una tifoseria a ben vedere molto peculiare. Erroneamente si può pensare che Campobasso sia una piazza “facile” in cui allenare o giocare o comunque fare Calcio… non è così. Nel senso: è sì una città tranquilla in cui la gente è perlopiù onesta e gli episodi di delinquenza sono sporadici (un po’ com’è per tutto il Molise), però è un ambiente che tiene molto al Calcio, radicato fenomeno sociale e di costume, vissuto come una vera e propria religione.
Stampa e tv locali, essendo Campobasso capoluogo di Regione e città principale lontana da grossi centri, dedicano ampio spazio alla squadra esercitando notevole “pressione” sugli addetti ai lavori che – un po’ com’avviene a tutte le latitudini, ma qui in maniera forse più marcata – sovente passano repentinamente dalla polvere agli altari e viceversa, a seconda dell’alterne fortune del campo. E, come e più che altrove, il pubblico campobassano (Ultras e non) è un pubblico molto raffinato, molto competente, nonché esigente. Quindi: il Campobasso è sì una provinciale che deve salvarsi, però ha un seguito, un’attenzione e una “tensione” da grosso club, dove la polemica – talvolta anche molto feroce – è sempre pronta a esplodere.
Venendo al tifo: pur in un periodo di grosse limitazioni dovute alla sfortunata contingenza sanitaria che in pochi anni ha cambiato il mondo, gli Ultras rossoblu stanno ancora una volta dando prova di grosso spessore e consolidata mentalità. Col gruppo Curva Nord Campobasso tornato da qualche partita stabilmente al centro del settore, assieme alle altre sigle che stanno mettendosi in mostra da inizio torneo, il sostegno per la maglia sta conoscendo un ottimo riscontro su ogni campo. Proprio in trasferta – anche negli stadi più lontani dal Molise, vedi Palermo – gli Ultras campobassani si stanno rendendo protagonisti d’un ottimo tifo, partecipe e numeroso, ricevendo l’elogio di tutti, amici e non.
Anche in casa – col tifo che s’è trasferito nell’anello inferiore – il supporto è sempre ottimo, impattante, coi decibel sempre molto alti e con la novità di 7/8 bandieroni che sventolano perennemente e incessantemente dal primo minuto fino al 90° nella parte più bassa e attigua al fossato, restituendo la sensazione d’una side in costante movimento e fermento.
Direi che Campobasso calcistica, ma soprattutto Campobasso Ultras sta facendo un’ottima impressione in Serie C, non sfigurando affatto in un contesto che annovera avversarie, piazze e tifoserie del calibro di Bari, Taranto, Avellino, Foggia, Catania, Palermo, Catanzaro, Potenza, Andria, Messina… è tutto dire.
Il piccolo tricolore in basso al disegno – che vede protagonista, ancora una volta, il tradizionale lupo, universale simbolo della Campobasso calcistica – non ha alcuna valenza “politica” ma è unicamente atto a donare diversità cromatica alla grafica, “illuminandola”, oltre a essere un riferimento dell’appartenenza del club ai campionati italiani.
Curva Nord Palermo: Grafica dedicata al tifo per il sodalizio rosanero da qualche anno impantanato – dopo l’estromissione, nel 2019, dai campionati professionistici causa inadempienze finanziarie – in categorie indegne del suo blasone e dell’immensa potenzialità del proprio pubblico.
Oggi il club siculo lotta col Bari (altra nobile che poco ha da spartire con la Terza Serie) per il primo posto che darebbe accesso diretto alla cadetteria… Pensare che soltanto 10 anni fa il Palermo si giocò la vittoria della Coppa Italia nella finalissima dell’Olimpico di Roma contro i più quotati avversari dell’Inter.
Il tifo per l’undici rosanero non è comunque mai venuto meno, neppure nel recente campionato di Serie D. Anzi, è stata l’occasione per dimostrare all’intero mondo Ultras – se mai ve ne fosse stato bisogno – di quale pasta sia fatta la tifoseria delle aquile. Una fede e un attaccamento incrollabili che, a mio avviso, hanno fatto ulteriormente maturare i supporter palermitani. E per un pubblico ch’era abituato a seguire il proprio club in stadi quali San Siro, San Paolo, Olimpico, Marassi, Franchi, Bentegodi… ritrovarsi in campi polverosi e rabberciati di piccole realtà della Sicilia o del Meridione… la prova è stata dura.
Discorso simile può valere anche per altre importantissime realtà del Calcio siciliano, come spesso ripetuto su questa rubrica: su tutte Catania e Messina, piazze che hanno anch’esse conosciuto in anni recenti i fasti della massima serie e che oggi annaspano in Serie C senza peraltro vedere la luce in fondo al tunnel (in particolare i rossazzurri etnei che proprio in questi giorni stanno conoscendo l’onta del fallimento).
Senza contare altre importanti realtà del football isolano che annovera tifoserie straordinarie in quanto a numeri e attaccamento – mi vengono in mente così, alla rinfusa e scordandone certamente altre, Siracusa, Trapani, Acireale, Caltanissetta, Agrigento, Sciacca – spesso relegate in tornei da oratorio che davvero vanno troppo stretti per pubblici magnifici capaci di far stropicciare gli occhi ad appassionati e addetti ai lavori.
Alla fine chi ci rimette davvero sono i tifosi. Piazze bellissime, emblematiche del “calore” tipico del nostro Sud, traboccanti amore ed entusiasmo, dove il tifo è insito nel dna della gente, devono pagare sulla propria pelle le storture e le ingiustizie del cosiddetto Calcio moderno che sempre più sovente collassa su sé stesso, ripercuotendosi sulla parte più sana ma anche più debole della piramide: il tifoso.
Napoli for Diego: A oltre un anno dalla scomparsa, ho voluto anch’io omaggiare, a mezzo d’una grafica, colui ch’è considerato il più grande (o comunque uno dei più grandi) calciatore della storia.
Sulla parabola terrena del Pibe de Oro, secondo me, ha pesato molto anche il fattore mediatico, in particolare televisivo, per cui le sue “gesta” sportive, proprio a mezzo del tubo catodico, hanno potuto raggiungere i quattro angoli del globo.
Immagini più datate, in bianco e nero, quando non completamente sgranate e prive di qualsiasi appeal, sono invece quanto ci resta d’altri calciatori che pure hanno fatto la storia del football mondiale: penso a Pelé su tutti ma anche ai “nostri” Giuseppe Meazza e Silvio Piola, sportivi ormai quasi del tutto dimenticati dal grande pubblico, ma che all’epoca fecero versare fiumi d’inchiostro a giornalisti e scrittori e che ancor oggi, da addetti ai lavori e storici, sono comunque considerati dei fuoriclasse senza tempo.
Comunque, al di là del mero discorso tecnico che alla fine lascia il tempo che trova, ciò che ha maggiormente caratterizzato il “mito” di Maradona è stato il suo saper entrare nell’immaginario collettivo di più d’una generazione, di cui l’arcifamosa partita con la sua Argentina contro l’Inghilterra di Mexico 86 è un po’ l’emblema assoluto.
E le due leggendarie marcature – la Mano de Dios e il Goal del Secolo – sono un po’ la punta dell’iceberg di ciò che Diego rappresenta in termini simbolici. Quasi una catarsi religiosa, un Figlio del Dios Futbol disceso in terra in sembianze umane per sposare e riscattare le tribolazioni del Sud del Mondo, del Sud di ognuno, inteso come sofferenza e ingiustizia.
E proprio come un Cristo che attraverso la passione, morte e resurrezione ritorna al Padre riscattando il genere umano dopo aver dispensato miracoli, così Maradona passando dall’inferno della droga, della dipendenza, della malattia e del disprezzo d’una parte del mondo e dei poteri forti, dopo aver riscritto il concetto di cosa possa fare un uomo su un campo di gioco, muore trasfigurandosi alfine in simbolo del riscatto sociale dei più deboli, assurgendo a icona reale e concettuale insieme.
E quale posto migliore, al mondo, se non Napoli per dar corpo a quest’idea di rivalsa e riscatto quasi trascendentale? Maradona e Napoli erano destinati a trovarsi, a stare assieme. La città più problematica e bistrattata d’Italia e il calciatore più forte al mondo. E oggi è impossibile pensare a Napoli senza pensare a Maradona e viceversa pensare a D10S senza pensare a Napoli. Un connubio destinato a perdurare per sempre. Quegli Anni ’80, mai come in questo caso, riscrissero la storia e il futuro d’una città e un popolo (sportivo e non), un immaginario collettivo ormai incapace di prescindere da quel numero “10” divenuto il più importante e influente di sempre. Al di là del Calcio: gli “altarini” dedicati a Maradona nei quattro angoli della Metropoli del Sud parlano da soli e sono emblematici della “devozione” del popolo azzurro al suo “patrono”.
In tal senso va intesa la mia grafica, il mio omaggio, dove ho “lavorato” su un murale realmente esistente – e che per certi versi, restituendo l’immagine d’un Diego “maturo”, consapevole e triste, rimanda ad altre icone mitiche capaci di sfidare il tempo: Che Guevara su tutte – cui ho aggiunto la semplice scritta col nome della città. Napoli è (non solo ma anche) Maradona e Maradona è (non solo ma anche) Napoli.
Pescara Rangers: Dell’importanza del famoso gruppo pescarese e anche del suo saper essere innovativo – a livello estetico quanto concettuale – abbiamo già avuto modo di parlare in due vecchie puntate di questa rubrica e in occasione d’altri disegni loro dedicati (One Step Beyond #2 e #48).
Anche in quest’occasione ho voluto omaggiarli con l’immagine d’un vecchio indiano (in realtà bisognerebbe chiamarli nativi americani) che campeggia al centro di quello che potrebbe essere un bandierone, un drappo o un adesivo, cui ho aggiunto in verticale-simmetrico le scritte identificative di gruppo e città.
Matera Calcio 1933: Della Matera calcistica e Ultras abbiamo già avuto modo di parlare in vecchie puntate di questa rubrica cui mi sento senz’altro di rimandarvi (One Step Beyond # 27, #57 e #63).
Come nelle precedenti occasioni in cui ho voluto omaggiare il club della Città dei Sassi, mi sono rifatto all’araldica civica. Stemma comunale che vede un bue al centro d’uno scudo, con tre spighe in bocca e sormontato da una lettera “M”, che avrebbe significati allegorici sull’origine e la fondazione del capoluogo lucano.
Per il mio disegno sono partito da qualcosa che somigliasse al toro rampante e stilizzato che fu del Torino Calcio degli Anni ’80 – simbolo che mi piace oltremodo e che trovo assolutamente geniale – e ho costruito questa grafica con un bue/toro nell’atto di “caricare” sormontando la “ragione sociale” storica del club murgiano.
Come per il precedente disegno dedicato al Campobasso Calcio, il piccolo tricolore in basso non ha alcuna valenza “politica” ma è soltanto per donare diversità cromatica al disegno e “illuminarlo”. Oltre a essere un riferimento dell’appartenenza del Matera Calcio ai campionati italiani; nonché un auspicio affinché il club biancazzurro torni quanto prima a palcoscenici più degni della propria tradizione e del suo pubblico.
Ultras Giugliano: Giugliano in Campania è un grosso comune facente parte della Città Metropolitana di Napoli (che rappresenta pressappoco la vecchia Provincia di Napoli) e coi suoi circa 130.000 abitanti è il terzo più popoloso della Campania, dopo Napoli e Salerno, e addirittura il primo in Italia tra i comuni non capoluogo.
La squadra calcistica locale, molto seguita, fondata nel 1928, cominciò a vivere il suo periodo d’oro intorno alla metà degli Anni ’90. Nei decenni precedenti aveva alternato tanta Serie D a tornei regionali. Nella stagione 1997-98 centrò la promozione in C2 vincendo il proprio girone di CND al termine d’un serratissimo testa a testa col Campobasso cui non bastarono 80 punti per vincere il torneo, difatti i gialloblu campani ne fecero uno in più!
Lo stesso anno – tra maggio, giugno e luglio – il Giugliano sì laureò anche Campione d’Italia Dilettanti spareggiando con le altre vincitrici degli 8 gironi di quarta serie. Passato il triangolare contro Messina e Nardò, i tigrotti gialloblu ebbero ragione in semifinale del Borgosesia (3-0 in casa e 1-1 in terra vercellese) e quindi piegarono la Sanremese in entrambe le sfide (2-1 al De Cristofaro e 0-1 nel Ponente ligure).
Seguirono 9 campionati consecutivi di Serie C2 in cui il sodalizio gialloblu disputò sempre ottimi tornei, a parte l’ultimo anno, stagione 2006-07, in cui retrocesse direttamente in Serie D da ultimo classificato. In ben 3 occasioni (2001-02, 2003-04 e 2004-05) il club napoletano centrò le semifinali play-off non riuscendo mai a conquistare l’agognata finale e uscendo di volta in volta rispettivamente contro Paternò, Brindisi e Gela.
L’anno seguente la retrocessione in quarta serie – come spesso accade – la squadra ruzzolò addirittura in Eccellenza e tra varie peripezie (fusioni, cambi di denominazione, mancate iscrizioni, acquisizioni di titoli sportivi e similia da Calcio moderno) bisognerà attendere la stagione 2018-19 per vedere il Giugliano tornare in Serie D al termine d’un esaltante torneo d’Eccellenza che vide i gialloblu tagliare il traguardo appaiato a 70 punti coi nerostellati del Frattamaggiore. Cosa che necessitò d’uno spareggio in gara secca sul neutro del Menti di Castellammare e che vide i tigrotti aver ragione degli avversari al termine dei supplementari per 2 reti a 0.
Le cronache attuali parlano d’un Giugliano finalmente protagonista in Serie D che pare lanciatissimo verso la vittoria del campionato, avendo già dato 9 lunghezze di distacco alla prima delle inseguitrici, la Torres Sassari (però con due gare da recuperare). Insomma – facciano i dovuti scongiuri tutti i tifosi gialloblu – sembrerebbe sempre più prendere corpo la possibilità che il prossimo anno il Giugliano possa disputare la Serie C unica. Un traguardo che sarebbe davvero un sogno per l’intera grande piazza campana alle porte di Napoli.
Un sogno che il suo pubblico e in particolare i suoi Ultras meriterebbero ampiamente. Una tifoseria calda e passionale, talvolta turbolenta – come non potrebbe essere altrimenti in una Regione da sempre fucina di tifo e attaccamento al Calcio – che inevitabilmente s’è lasciata influenzare dalla vicina metropoli napoletana senza peraltro rimanerne schiacciata. Sin dai tempi del vecchio stadio De Cristofaro – ch’era davvero uno degli emblemi più romantici del football provinciale: spalti rabberciati e irregolari, campo da gioco in terra battuta, gente stipata in ogni ordine di posti e sui tetti delle case circostanti – e dai primi 2000 nel nuovo e più moderno impianto, il sostegno per le tigri gialloblu è sempre stato numeroso, rumoroso e incisivo.
Ricordo un episodio che la dice lunga sulla spiccata attitudine Ultras da sempre nelle corde della gioventù da stadio giuglianese: nel 2003-04 seguii la squadra della mia città in diverse trasferte nel torneo di C2. Quando giocammo a Giugliano, nel nuovo stadio, in una calda domenica di settembre, oltre al mio gruppo che tifava nel settore ospiti, c’erano per il Giugliano: nei distinti gli Ultras, nella Curva (oggi inagibile) i Kumani e nella grande tribuna coperta difronte a noi la storica Brigata Boys. In pratica quel giorno si tifava in quattro settori dello stadio e ogni settore aveva un bel gruppo ad animare gli spalti!… assurdo a ripensarci, però tutto ciò per dire della profonda propensione Ultras che già all’epoca – pur tra eccessive e forse inutili divisioni – albergava nel popoloso comune dell’hinterland napoletano, inducendo tanti ragazzi a riconoscersi dietro le rispettive insegne.
Una piccola curiosità a margine che forse non tutti conoscono: Giugliano in Campania vanta anche un’importante tradizione nel Calcio femminile. La locale squadra – sciolta da vent’anni causa i soliti problemi di sponsor che caratterizzano tutti gli sport – alla fine degli Anni ’80, nel breve volgere di due anni, vinse uno Scudetto e due Coppe Italia.
Luca “Baffo” Gigli.
LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;
One Step Beyond #62: Como, Ragusa, VeneziaMestre, Lucchese, Isernia, Varese;
One Step Beyond #63: Taranto, Terracina, Verona, Manfredonia, Roma, Matera;
One Step Beyond #64: Bari, Foggia, Spezia, Atalanta, Castel di Sangro, Perugia;
One Step Beyond #65: Sciacca, Isernia, Triestina, Brindisi, Campobasso, Akragas;
One Step Beyond #66: Cavese, Verona, Roma, Lazio, Treviso;
One Step Beyond #67: Nocera, Napoli, Genoa, Inter, Livorno, Torino;
One Step Beyond #68: Reggiana, Arezzo, Ascoli, Fiorentina, Roma, Lazio;
One Step Beyond #69: Salernitana, Cagliari, Frosinone, Verona, Catania;
One Step Beyond #70: Sulmona, Ancona, Palermo, Isernia, Napoli, Casertana;
One Step Beyond #71: Casarano, Isernia, Napoli, Potenza;
One Step Beyond #72: Torino, Francavilla, Isernia, Giulianova, Teramo, Cavese;
One Step Beyond #73: Monza, Cavese, Lazio, Roma, Licata, Sulmona;
One Step Beyond #74: Roma, Manfredonia, Isernia, Lazio, Pescara, Benevento;
One Step Beyond #75: puntata speciale cover e immagini plasticate;
One Step Beyond #76: Napoli, Verona, Fiorentina, Sciacca, Cavese;
One Step Beyond #77: Lazio, Sciacca, Isernia, Verona, Milan, Chieti;
One Step Beyond #78: Roma, Isernia, Lazio, Triestina;
One Step Beyond #79: Udinese, Perugia, Lazio, Inter, Isernia;
One Step Beyond #80: Cavese, Catania, Roma, Terracina, Isernia, Lazio;
One Step Beyond #81: Manfredonia, Salernitana, Inter, Catanzaro, Lodigiani, Livorno;
One Step Beyond #82: Paganese, Alessandria, Sora, Sciacca, Verona;
One Step Beyond #83: Sampdoria, Empoli, Isernia, Catania, Fiorentina, Treviso;