AS Roma Ultras: Spesso, per le tifoserie dei due principali club calcistici della Capitale, AS Roma e SS Lazio, ho potuto sbizzarrirmi nell’accostamento tra elementi prettamente calciofili e tifologici ed elementi alti e colti (per quanto, comunque, anche il Calcio è cultura, come ripetutamente detto in passato).
Vien da sé – e le due Curve romane, Sud giallorossa e Nord biancazzurra, ne hanno sapientemente fatto uso e abuso – che in una città tra le più importanti al mondo (a livello culturale e artistico senza dubbio la più importante) con un patrimonio storico e simbolico straordinariamente ricco e pregno di significato, le tifoserie calcistiche si siano spesso rifatte ai fasti della Roma imperiale.
Così, in questa grafica che ricorda da vicino un mezzobusto, ho voluto che il protagonista principale fosse Giulio Cesare, una delle figure storiche più importanti e influenti dell’intera vicenda Umana. Il grande dittatore romano – che fu anche abile politico, senatore, fine stratega, oratore, scrittore e pontefice massimo – è universalmente conosciuto, a livello iconografico, soprattutto per le opere scultoree a lui dedicate.
Questo mio “omaggio” – all’imperatore e al grande gruppo degli AS Roma Ultras che a cavallo tra la fine degli Anni ’90 e i primi 2000 rivoluzionò la Sud giallorossa – è dato attraverso l’utilizzo della figura d’un Cesare a metà strada tra la famosa “testa” esposta presso i Musei Vaticani e l’altrettanto celebre scultura marmorea a figura intera conservata in Campidoglio e di cui, durante il ventennio mussoliniano, il duce volle fare un copia bronzea visibile in Via dei Fori Imperiali.
Un particolare che risalta è quello della vacuità oculare data dalla mancanza di pupille che potrebbe, erroneamente, far pensare a un Cesare cieco. Se ci si fa caso, la quasi totalità delle sculture greche e romane presentano quest’anomalia che induce la domanda del perché questi personaggi, tanto dettagliati nella muscolatura quanto negli accessori, siano non vedenti. In realtà ciò è falso.
Le statue, all’epoca in cui furono concepite e scolpite, erano pitturate coi colori della pelle, dei capelli, delle armature e di tutti i paramenti. Così era anche per gli occhi di cui venivano dipinti bulbi oculari, pupille e colore dell’iride. Va da sé che col trascorrere dei secoli la vernice, sovente sottoposta ad agenti atmosferici nonché all’usura del tempo, venisse via, lasciando la statua nella primogenita concezione marmorea.
E affinché fosse chiaro il riferimento “storico” a un personaggio d’un tempo lontanissimo, ho voluto anch’io lasciare vuoto lo spazio degli occhi, in un bianco assoluto, sì da donare quel tocco d’“immortalità” al Cesare utilizzato per questa grafica che, con occhi “normali”, avrebbe altrimenti perso molta della sua “presa” sugli osservatori.
Manfredonia Calcio 1932: Piazza storica del Calcio pugliese, di Manfredonia e del suo tifo abbiamo già trattato in precedenti puntate di questa rubrica (One Step Beyond #6, #23, #27 e #44).
Da qualche anno tornato nei tornei regionali che sicuramente non danno lustro alla sua storia sportiva, il club sipontino ha sempre potuto contare su un pubblico caloroso e partecipe.
Come accade un po’ per tutte le tifoserie – dalla Serie A alle categorie minori – l’uscita di scena delle Teste Matte 1991 (gruppo che in città poteva considerarsi “di massa”) aveva lasciato un vuoto difficilmente colmabile e il supporto per il delfino garganico aveva toccato il punto più basso della sua storia.
Fenomeno probabilmente fisiologico e che necessita del trascorrere degli anni, il tifo per il Donia è tornato pian piano a splendere e far parlare di sé. Per controversi motivi spostatosi in gradinata – il settore storico del tifo biancoceleste è infatti la mitica Curva Sud Pasquale Cotugno – il sostegno al Manfredonia può contare oggi, se rapportato alla categoria, decisamente su buoni numeri.
Un calore tornato presente e costante, frutto d’un perfetto ibrido tra vecchie e nuove “facce” e d’una concezione tifologica che strizza l’occhio a uno stile più spontaneistico e informale, di chiara matrice british-casual. Poche pezze, semplici ma di buona fattura, e un bel gruppo dietro, quadrato e consapevole, cui, a mio modesto giudizio, anche la Serie D starebbe stretta.
L’acme di tanto ritrovato entusiasmo è la coreografia a tutto settore messa in atto qualche stagione orsono – prima che il COVID sconvolgesse le nostre vite e abitudini – che ha fatto il giro d’Italia, su social e pagine dedicate, allorquando i ragazzi sipontini hanno dato libero sfogo a tutta la propria inventiva e creatività, stupendo tutti anche e soprattutto considerando che siffatto spettacolo facesse da corollario a una partita di Promozione… il sesto livello del Calcio italiano: è tutto dire.
Venendo al disegno oggetto di queste righe: pochi e semplici elementi, mescolati però con “stile”. Il caro e intramontabile pallone retrò unito al semplice nome di squadra/città e l’anno di fondazione con una scritta a giro. La presenza del colore amaranto – seconda maglia del Manfredonia e “terzo colore” usato dai ragazzi biancocelesti – è funzionale a dare quel tocco ulteriore di originalità. Alchimia cromatica, quella azzurro-granata, che rimanda inevitabilmente al bellissimo materiale di scuola West Ham.
Cherokee Isernia: Grafica dedicata al gruppo Ultras più longevo e importante del tifo per l’Isernia. In sella dal 1994 ha vissuto da protagonista la storia degli ultimi decenni del sodalizio pentro, tra gioie e dolori.
Nati negli anni immediatamente precedenti la rifondazione del Calcio locale, che veniva dai disastri del post fallimento della mitologica SS Aesernia, con loro a bordo campo – prima nel vetusto e romantico X Settembre, poi nel più moderno e asettico Lancellotta – la squadra biancoceleste, come successo nei primi Anni ’80, scalò le gerarchie pallonare italiane, portandosi nel breve volgere d’un lustro dai tornei regionali alla Serie C.
Dopo d’allora, continui saliscendi tra Serie D ed Eccellenza, senza contare il fallimento del 2004 che per qualche anno spense la luce del football nel capoluogo di provincia molisano, costretto a ripartire dalla Prima Categoria e su campi da oratorio. Buio che non coinvolse mai i Cherokee, sempre in prima linea e al contempo chioccia per le nuove leve che stanno oggi ereditando il timone del tifo per un ricambio generazionale fisiologico quanto ineluttabile.
Elementi fortemente e volutamente caratterizzanti per questo disegno che, oltre all’immancabile indiano da sempre simbolo del gruppo, richiama esplicitamente uno dei primi striscioni con sfondo nero e scritta biancazzurra, a sua volta mutuato dai più famosi Pescara Rangers, gruppo cui s’ispirò uno dei fondatori dei CK Isernia grande appassionato del club e del tifo abruzzese omaggiato, oltre che nelle fattezze dello striscione, anche nel nome: Cherokee era infatti un vecchio gruppo al seguito del Pescara che negli Anni ’90 fece epoca.
The Italian Job: Grafica dedicata al tifo per la Lazio – nell’impostazione assai simile a un’altra, sempre laziale, che realizzai in passato – che nelle fattezze ricorda quasi una card, una tessera o un badge.
Protagonista è la mitica aquila stilizzata di cui abbiamo abbondantemente visto in passato (One Step Beyond #52) concepita dal genio di Cesare Benincasa negli Anni ’80.
La dicitura THE ITALIAN JOB fa subito pensare all’omonimo film del 2003 interpretato, tra gli altri, da Mark Wahlberg, Charlize Theron e Edward Norton, ch’è un remake dell’omonimo film del 1969 diretto dal cineasta britannico Peter Collìnson.
“Un colpo all’italiana” è un chiaro riferimento al mondo della malavita e alle rapine compiute principalmente ai danni di banche. Un triste primato che non dà lustro al nostro Paese se si considera che, secondo una statistica degli ultimi anni, circa il 60% dei colpi armati perseguiti contro istituti di credito in tutta Europa, vengono messi a segno in Italia. Un modus operandi, quello dei fuorilegge nostrani, che ha fatto “scuola”, tanto da diventare un modo di dire.
Chiaramente il mio proposito è altro e il senso di “italian job” è, nelle mie intenzioni, completamente ribaltato. Un “lavoro all’italiana” è qualcosa fatto estremamente bene. La mafia, la corruzione, il malaffare, purtroppo sono un cancro del Belpaese che spesso “abbiamo” esportato anche all’estero. Però il nostro bello Stivale è anche la patria dell’arte, della bellezza, del mangiar bene. Se si pensa a un abito o un accessorio di moda di pregevolissima foggia e fattura: subito si pensa all’Italia. Se si parla d’un’auto potente e inimitabile, un autentico mito che tutto il mondo desidera: si pensa alla Ferrari, dunque all’Italia. Così per il cibo: il Paese al mondo dove si mangiano le pietanze più squisite e raffinate è l’Italia.
Ogni cosa che sia ben fatta, curata in ogni dettaglio, quasi uno status symbol è, in tutto il mondo, immediatamente associabile all’Italia. Così anche nella simbologia sportiva, calcistica e Ultras: i migliori siamo sempre noi italiani, portatori di stile, quelli da imitare. E l’aquila stilizzata di Benincasa – portabandiera d’un simbolismo Anni ’80 che dilagò nel mondo del Calcio – ne è uno dei più fulgidi esempi. Semplice ma geniale, raffinata ma alla portata di tutti. Solo un genio poteva disegnare una cosa tanto elementare eppur così straordinariamente affascinante. E quel genio era un italiano.
Vi sfido a fare un giro in rete e dare un’occhiata a tutti gli stemmi dei più disparati club e discipline sportive – dal Calcio al basket, al volley, al rugby, al football americano ecc. – di tutto il mondo: troverete cose ben fatte, ammalianti, talvolta sorprendenti. Ma la genialità dei nostri grafici non la troverete da nessun’altra parte se non nei nostri simboli. Questo è il vero “colpo all’italiana”. Una volta tanto – noi che siamo sempre abituati a parlar male del nostro Paese e dei suoi mille malcostumi – gonfiamoci il petto.
Pescara Calcio 1936: Disegno dedicato al club abruzzese che quest’anno, dopo la vittoriosa coda del play-out dello scorso anno, gioca ancora in Serie B.
Centrale è la figura d’un calciatore in movimento, fissato in una fase di gioco in cui il suo corpo ricorda quasi una scultura greca o romana, tipo il famoso Discobolo di Mirone.
Questo calciante è probabilmente la stilizzazione d’un vero soccer player immortalato realmente in chissà quale partita e da chissà quale fotografo.
Se ci si pensa un attimo: la fotografia – prima dell’avvento della televisione e di tutte le diavolerie succedutele – è stata di straordinaria e primaria importanza per la diffusione dello sport in genere, soprattutto del suo frangente più easy che più facilmente fa presa sull’immaginario collettivo.
Ho fatto una piccola ricerca in tal senso e ho scoperto che la prima fotografia sportiva in senso assoluto che sia mai stata scattata (in Inghilterra… l’avreste mai detto?!) risale al 1855 e ritrae due pugili in un improvvisato ring costituito perlopiù dagli astanti e curiosi che circondano i contendenti. Questa foto, il cui autore è rimasto ignoto, è conservata presso la Royal Library di Windsor, cittadina inglese dai più conosciuta per esser la sede dell’omonimo sontuoso castello ch’è residenza reale nella contea del Berkshire.
Per la prima foto calcistica, invece, bisognerà attendere altri 13 anni: è infatti il 1868 quando viene immortalata la squadra dei Royal Engineers ch’era espressione dei genieri dell’esercito britannico e che negli Anni ’70 dell’Ottocento fu una delle squadre più forti d’Inghilterra, aggiudicandosi anche una FA Cup.
Invece a circa vent’anni dopo, 1887, si fa risalire la prima fotografia di calciatori in movimento: erano quelli di Aston Villa e West Bromwich impegnati a contendersi, sul manto del polivalente Kennington Oval di Londra davanti a poco più di 15.000 spettatori, la Coppa d’Inghilterra.
Lo sforzo muscolare al suo culmine, i nervi che si tendono nel gesto sportivo più estremo: questo riesce a catturare un bravo fotografo, fissando per sempre su pellicola l’“attimo fuggente”. Per questo motivo anche in un’era ipertecnologica come la nostra, ove le immagini televisive e computerizzate riescono a cogliere ogni più minimo dettaglio, anche le goccioline di saliva o sudore, la fotografia sportiva mantiene inalterata la propria forza, divenendo – soprattutto quella legata a un tempo passato ch’è possibile rivivere proprio attraverso la foto stessa – arte e oggetto d’arte.
Ultras Benevento: Grafica dedicata al tifo per il Benevento e concepita come una sorta di “striscione” recante il solo nome della città e la testa d’un guerriero sannita (a tal proposito: vedi One Step Beyond #34).
Il club campano è balzato agli onori della cronaca sportiva nazionale negli ultimi anni, dopo aver fatto il doppio salto dalla Serie C alla A e dopo esservi tornato, nella massima serie, al termine dello scorso campionato in cui la cavalcata degli stregoni è stata davvero esaltante, infrangendo più di qualche record, smorzata soltanto dal COVID che ha costretto l’undici giallorosso a riconquistare il traguardo più ambito a porte chiuse, dunque senza l’affetto del suo pubblico fattosi negli ultimi anni davvero numeroso.
Una bella storia sportiva quella del capoluogo sannita che per tanti anni ha dovuto masticare la terza serie senza riuscire mai a centrare la cadetteria (sorta di maledizione), ma che ha poi radicalmente cambiato il proprio destino e la propria storia centrando infine la Serie B e disputando tre tornei l’uno più esaltante dell’altro, conquistando per due volte la promozione… stranezza e grandezza del gioco del Calcio!
Comunque per chi volesse approfondire la storia e le vicissitudini del Benevento: rimando senz’altro alla puntata di cui è questione nel primo paragrafetto di questa presentazione.
Luca “Baffo” Gigli.
LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;
One Step Beyond #62: Como, Ragusa, VeneziaMestre, Lucchese, Isernia, Varese;
One Step Beyond #63: Taranto, Terracina, Verona, Manfredonia, Roma, Matera;
One Step Beyond #64: Bari, Foggia, Spezia, Atalanta, Castel di Sangro, Perugia;
One Step Beyond #65: Sciacca, Isernia, Triestina, Brindisi, Campobasso, Akragas;
One Step Beyond #66: Cavese, Verona, Roma, Lazio, Treviso;
One Step Beyond #67: Nocera, Napoli, Genoa, Inter, Livorno, Torino;
One Step Beyond #68: Reggiana, Arezzo, Ascoli, Fiorentina, Roma, Lazio;
One Step Beyond #69: Salernitana, Cagliari, Frosinone, Verona, Catania;
One Step Beyond #70: Sulmona, Ancona, Palermo, Isernia, Napoli, Casertana;
One Step Beyond #71: Casarano, Isernia, Napoli, Potenza;
One Step Beyond #72: Torino, Francavilla, Isernia, Giulianova, Teramo, Cavese;
One Step Beyond #73: Monza, Cavese, Lazio, Roma, Licata, Sulmona;