Hellas Verona: In questa grafica, come e più d’altre volte, ho voluto scostarmi dal frangente più prettamente Ultras e puntare sulla creazione, ex novo, d’un vero e proprio logo. Quindi, nel caso specifico, ho messo per un attimo da parte l’immortale Scala di Verona (a seconda delle rappresentazioni: a tre, quattro o cinque pioli) optando per un altro dei simboli storici del club scaligero: il mastino.

In realtà l’uso di quest’animale sul materiale veronese non è recentissimo ma neppure lontanissimo nel tempo. Infatti il bellissimo logo che vede i due mastini simmetrici stilizzati fece la sua comparsa sulle casacche gialloblu nel 1984 – il 18 marzo per la precisione, ottava giornata di ritorno – in un serratissimo Verona-Juventus che vide la Vecchia Signora soccombere per 2-1 in un Bentegodi gremito da qualcosa come 43.000 spettatori. Erano anni magici per il club veneto che nel torneo successivo (’84-85) si sarebbe addirittura laureato Campione d’Italia (caso unico, insieme al Cagliari del 1969-70, d’una provinciale capace di cucirsi lo Scudetto sul petto nell’era moderna del Calcio italiano).

Erano i mitici Anni ’80 – di cui tanto abbiamo trattato su questa rubrica – ed era il periodo storico, calcisticamente parlando, che vedeva, per quanto concerne la parte più easy di questo sport, il proliferare dei loghi stilizzati dei più grandi club italiani che scatenarono il genio e la fantasia dei grafici utilizzando perlopiù animali: il lupetto della Roma, l’aquila della Lazio, il biscione dell’Inter, il toro rampante del Torino, la zebra della Juve, il galletto del Bari e tanti altri…

Ebbene, anche il patron dell’Hellas di quegli anni, Ferdinando Chiampan, s’infatuò di quei simboli stilizzati e fortemente iconografici e decise di “dotare” anche il suo Verona di qualcosa di simile. Il buon Chiampan era all’epoca il massimo responsabile italiano della Canon (la famosa multinazionale giapponese di macchine fotografiche, videocamere e stampanti per computer) che era anche il primo sponsor della squadra gialloblu. Dunque, col suo team di pubblicitari, s’inventò il simbolo dei due mastini – in anni recenti tornato in auge anche tra i tifosi: un enorme drappo recante il famoso logo campeggia appeso proprio al centro della Curva Sud del Bentegodi – sormontato dalla dicitura “Hellas Verona” in alto e la scritta “Canon” in basso (non faccia specie: negli Anni ’80 era normale inserire nei loghi sociali dei club, anche il nome dello sponsor).

L’aneddoto, a mio avviso, più bello e importante legato a quel simbolo – e che la dice lunga sul tipo di “spensieratezza” regnante in quegli anni all’interno del Calcio italiano che vedeva anche i più importanti e facoltosi presidenti non perdere mai il rapporto con la realtà, la squadra e i tifosi – è che Chiampan, col logo “in mano”, prima di dare il “sì” ufficiale all’avvio dell’intero progetto, convocò l’allora allenatore del club gialloblu, Bagnoli, e il direttore sportivo, Mascetti,  per avere il loro parere in merito e il loro “ok”, asserendo che in fondo erano loro, in rappresentanza di tutti i calciatori veronesi, che avrebbero dovuto portare quello stemma sulle maglie…

 AC Milan 1899: In questa grafica dedicata al Milan e al suo tifo, ho posto in posizione centrale un doppio logo composto dallo scudo sociale del club rossonero e dallo stemma cittadino. In realtà lo stemma storico del capoluogo lombardo – la famigerata Croce di San Giorgio (simbolo di cristianità e della cui origine e susseguente utilizzo in molte nazioni abbiamo trattato in One Step Beyond #47 a proposito del disegno del Genoa CFC) – pedissequamente ripreso dalla bandiera, prima, e dal gonfalone, poi, del Ducato di Milano, è stato per un certo tempo anche il simbolo della squadra di Calcio, riproposto sulle maglie da gioco anche nelle recenti stagioni 2014-15 e 2015-16. Ho immaginato questo disegno come una adesivo, un drappo o una bandierina. 

Matera Calcio: Della storia dell’importante club lucano che raggiunse anche la Serie B, come pure della sua tifoseria, abbiamo già avuto modo di parlare in una vecchia puntata di questa stessa rubrica (One Step Beyond #27).

Dispiace quello che è accaduto proprio quest’anno al club biancazzurro, estromesso dal campionato di Serie C in seguito a quattro rinunce (cioè per quattro volte la squadra non è scesa in campo). Soliti dissesti finanziari ormai comuni a tantissime piazze storiche dell’italico pallone e che gettano nello sconforto e nella disperazione tifoserie importanti e calorose come quella materana. Nello specifico la cosa stride ancor più se si pensa che proprio in questo 2019 la bellissima e unica Città dei Sassi è sulla ribalta internazionale in qualità di Capitale europea della Cultura. Davvero un peccato. Sono sicuro che la città sportiva saprà risollevarsi quanto prima, riportando il Matera Calcio e i suoi supporter su palcoscenici che gli competono.

Venendo al disegno: mettendo da parte il “solito” profilo della città – utilizzato sia dalla società per i più recenti loghi sociali, sia dalla tifoseria biancazzurra sul proprio materiale – e riprendendo l’idea che fu dello stemma degli Anni ’80, ho voluto creare una sorta di gagliardetto ponendo in posizione centrale il bue, animale presente, a forma intera, sullo stemma civico della città lucana.

ACF Fiorentina 1926: Grafica dedicata al tifo per la Viola e immaginato come una sorta di bandiera o bandierina. Centrale è la figura del giglio alabardato per la cui origine e susseguente utilizzo come simbolo del club toscano rimando alla puntata #50 di questa rubrica.

Siracusa Calcio: Il club aretuseo è uno dei sodalizi storici del Calcio meridionale e uno dei più blasonati di Sicilia; dopo Palermo, Catania e Messina è senz’altro il club capace di vantare la miglior tradizione. Difatti gli azzurri possono annoverare nel proprio palmarès la partecipazione a ben 7 campionati consecutivi di Serie B – seppur lontani nel tempo, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 – oltre a 51 campionati di Terza Serie (tra vecchia Serie C unica, vecchie C1 e C2, Lega Pro Prima e Seconda Divisone e attuale Serie C).

Tra i suoi trofei spicca la vittoria d’una Coppa Italia di Serie C (all’epoca Coppa Italia Semiprofessionisti) conquistata al termine della stagione 1978-79, un anno calcistico indimenticabile per tutto il popolo siracusano che, oltre alla vittoria del campionato di Serie C2, patì una drammatica tragedia quando durante un match valevole per il girone di ritorno, a Palma Campania contro la locale squadra rossonera, il calciatore azzurro Nicola De Simone (che giocò anche con la Fiorentina in Serie A) dopo un incidente di gioco, un calcio sulla tempia, entrò in coma e morì una quindicina di giorni dopo suscitando una grossa commozione in tutta l’Italia sportiva. La finale della Coppa di cui sopra – vinta dal Siracusa contro la Biellese per una rete a zero – fu giocata proprio nell’impianto aretuseo (all’epoca intitolato a re Vittorio Emanuele III) nei giorni immediatamente successivi la morte del calciatore De Simone; stadio che fu poi intitolato alla memoria dello sfortunato atleta.

Anche per quanto riguarda il discorso Ultras, Siracusa è sempre stata una piazza molto importante del panorama siciliano e della Terza Serie in genere, con gruppi nati già intorno alla metà degli Anni ’70. Tre nomi imprescindibili del tifo azzurro mi vengono in mente: la Gioventù Sudista, i Blue Boys e i South Landers. Una piazza calcistica sempre calorosa e turbolenta, Siracusa, che da uno stile più pionieristico e guerrafondaio (a livello iconografico) è man mano passata verso territori più british e “stilosi”, con materiale sempre molto curato e una Curva capace – oltre l’esprimere grossi numeri – di farsi infine apprezzare, a livello estetico, come una delle migliori in circolazione. Nei tempi, più recenti, degli Aretusei 734 a.C. (data storica della fondazione della stupenda città d’origine greca), sigla unica che accorpava varie anime del tifo azzurro, la Curva Anna faceva veramente impressione per colore e qualità del materiale.

Anche i gruppi attuali che hanno ereditato le redini del tifo nei vari settori del De Simone, pur non potendo contare sui numeri dei tempi d’oro (per tutta una variegata serie di ragioni che accomunano un po’ tutte le tifoserie dello Stivale, a eccezione di poche isole felici) comunque continuano a esprimere un ottimo tifo e altrettanta mentalità.

Venendo al disegno: ho inventato ex novo questo logo che, in comune con quello storico – patrimonio dei tifosi che hanno a lungo combattuto per appropiarsene al fine di salvaguardarlo – ha praticamente soltanto la presenza della testa d’un leone, animale dagli Anni ’40 simbolo della Siracusa calcistica. La mia grafica, per scelta del soggetto, font, forma e colori: prende tutt’altra strada. Spero possa piacere ugualmente.   

Isernia 1928: Della storia calcistica di Isernia, dei suoi vecchi Ultras degli Anni ’80, dei Cherokee 1994 e della nuova guardia rappresentata dai N.O.C.S.T.G. abbiamo già avuto modo di approfondire in vecchie puntate di questa rubrica (One Step Beyond #22; #25, #27, #36 e #45).

L’attuale momento del tifo biancoceleste molisano sta attraversando uno dei periodi più critici degli ultimi tempi, coi supporter pentri in totale rottura con l’odierna società che da qualche anno guida l’Isernia FC. Rapporti sempre più tesi e un latente malcontento da parte dei sostenitori della serpe nei confronti d’una dirigenza, a loro dire, incompetente e non all’altezza della situazione, con una squadra sempre più allo sbando che sta raccogliendo, sul campo, innumerevoli magre figure che la candidano, senza mezzi termini, a una possibile nuova retrocessione in un continuo saliscendi tra Serie D e tornei regionali che ha davvero mortificato l’intera piazza, disamorando i più.

La classica “goccia” capace di far traboccare il vaso è stato l’ultimo derby contro il Campobasso, giocato in febbraio allo stadio Selva Piana, quando un calciatore dell’Isernia (il capitano), campobassano nonché ex rossoblu, per un malinteso senso di fair-play ha deciso, arbitrariamente e senza consultare neppure il mister, di calciare volutamente fuori un rigore concesso dal direttore di gara ai biancocelesti. Un gesto osannato, oltremodo e con toni stucchevoli e retorici, dall’intera stampa regionale e nazionale (se ne parlò addirittura anche nella nota trasmissione La Domenica Sportiva) e, viceversa, aspramente criticato dalla frangia più Ultras del tifo per l’Isernia che ha interpretato quel gesto come un alto tradimento dei valori di lealtà e attaccamento alla casacca che ogni tesserato dovrebbe avere nei confronti del club che lo stipendia e della tradizione e del popolo sportivo che rappresenta.

D’altro canto, la società isernina che ogni anno fa i salti mortali per arrangiarsi con budget sempre più risicati, s’è trovata tra due fuochi, quello della stampa che elogiava il gesto del calciatore e quello degli Ultras che ne chiedevano la testa (assieme a quella d’un altro “traditore” filo-campobassano, sempre a detta dei sostenitori isernini). Come purtroppo spesso accade in questi casi – e, onestamente, anche per una difficile se non impraticabile situazione in cui s’è trovata, suo malgrado, la società che teoricamente avrebbe dovuto mettere fuori-rosa un giocatore esaltato per il suo fair-play dall’intera stampa e dai media – le richieste dei tifosi non sono state accolte e i calciatori “incriminati” sono rimasti al proprio posto. Conseguenza: per il resto del campionato, L’Aesernia Ultras (come da comunicato pubblicato anche sulle nostre pagine) ha deciso di non sostenere più l’undici biancoceleste nelle partite casalinghe, garantendo seguito e supporto soltanto nelle gare in trasferta.

Venendo al disegno: ho voluto creare una grafica molto casual in cui fossero presenti un calciatore in una plastica posa di gioco, lo stemma comunale della città e la data storica di fondazione del club pentro capace di riassumere in sé la tradizione di oltre novant’anni di football locale in una piazza che, seppur molto piccola, nella miglior tradizione meridionale, ha sempre trasudato Calcio e vissuto di questo sport.  

Luca “Baffo” Gigli.

LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;