O.F.C. Arezzo: Coppia di disegni dedicata a un gruppo (e relativa tifoseria) di cui abbiamo già avuto modo di parlare in puntate precedenti (One Step Beyond #9 e #37).
Un gruppo, gli O.F.C. (acronimo di Old Fans Club), che nel corso degli anni ha avuto modo di mettersi in evidenza e confermarsi ai massimi livelli del tifo italiano, soprattutto da un punto di vista estetico, guidando la Curva amaranto ai primissimi posti per quanto concerne il colore e la ricerca stilistica in ambito Ultras.
Intorno alla metà degli Anni ’90, insieme ad altre Curve del nostro Paese (Udine e Chieti su tutte), nella side aretina s’iniziò a cambiare – imprimendo una svolta definitiva – il modo di concepire gli striscioni ma soprattutto gli stendardi e le cosiddette bandiere a due aste, che divennero sempre più rifinite e perfette, curate in ogni dettaglio e che avrebbero fatto scuola anche in realtà metropolitane lontane da Arezzo, sintomo d’una spiccata indole artistica da sempre appannaggio di questa singolarissima piazza toscana.
Oggi ch’è trascorso circa un ventennio, in un mondo Ultras che da un punto di vista squisitamente estetico e formale, sta conoscendo uno dei periodi migliori in quanto a bellezza e perfezione del materiale (pur portandosi dietro un bagaglio di omologazione e ripetizione di taluni schemi e modelli che alla lunga ha intaccato, pesantemente, il frangente dell’originalità), gli aretini continuano a fare scuola e stupire, dimostrando d’essere sempre un passo più avanti di tutti. Davvero negli ultimi anni s’è assistito, nella Curva Sud Lauro Minghelli, a un’escalation di fascino e bellezzadel materiale, se possibile ancor più curato, “stiloso” e spettacolare di quanto non fosse già in passato. Una side amaranto 2.0, dunque, che mantiene dritto il timone, facendo, ancora una volta, da apripista all’intero movimento e sarà interessante e curioso vedere dove potrà approdare nei prossimi anni. Davvero i drappi e le due aste degli aretini sono opere d’arte, pezzi museali.
Passando ai disegni: nel primo ho voluto misurarmi con la parte più cool di questo gruppo, inserendo un elemento – il mitico coccodrillo del noto brand d’abbigliamento Lacoste – altamente iconografico d’un certo modo d’intendere lo stadio e la sua cultura, paradigmatico e allegorico dell’intero movimento football–casual.
Nel secondo: ho seguito una strada più inusuale, realizzando una grafica molto lineare e che riprende nomenclature, colori e simboli (cittadini e calcistici) sempre presenti nel materiale aretino ma qui coniugati secondo una sensibilità più “futuribile” e inconsueta.
Milano Rossonera: Disegno tra il serio e il faceto, con un evidente debito nei confronti degli Anni ’80. Impostato come una sorta di murales-striscione, se nella parte scritta presenta caratteristiche “classiche” e affini ad altre grafiche sul genere, la sua “novità” è rappresentata dal personaggio che fa bella mostra di sé nella parte sinistra.
Parliamo del celeberrimo Ras della Fossa, indimenticato e indimenticabile personaggio del film trash uscito nel 1982 (coi fratelli Vanzina dietro la macchina da presa) “Eccezzziunale… veramente” che rappresenta il punto più “alto” della prima parte di carriera dell’attore Diego Abatantuono, artista eclettico, capace di passare, nel corso degli anni e con sorprendente disinvoltura, dai ruoli comico-demenziali dei b-movies italiani degli Anni ’80, a interpretazioni serie e impegnate alla corte di registi quali Pupi Avati e Gabriele Salvatores, culminate nel capolavoro “Mediterraneo”, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero nel 1992.
Il personaggio oggetto di questo disegno, magistralmente interpretato da Abatantuono, non è altro che il più classico “terrunciello” (dall’inconfondibile e tipico slang ignorante e sincopato) che vuol essere la parodia del meridionale emigrato al Nord che si sforza d’integrarsi e parlare milanese. Questo personaggio – che regalò ad Abatantuono la notorietà del grande pubblico e che fu speso e spremuto fino alla nausea – in realtà fu un’invenzione d’un altro comico famoso negli anni d’oro del Derby (il leggendario locale di Milano che fu la patria del cabaret meneghino, prima, e nazionale, poi, e che vide nascere sul proprio palco artisti del calibro di Gaber, Jannacci, Faletti e Villaggio… solo per fare qualche nome), Giorgio Porcari, che si racconta avesse rotto una vecchia e fraterna amicizia proprio con Abatantuono che, a suo dire, gli “scippò” il personaggio del “terrunciello” portandolo al successo.
Può sembrare un azzardo o una provocazione associare il personaggio del Ras della Fossa alla tifoseria milanista… ma non è così. Il mio vuol essere un omaggio a una Curva e a un popolo sportivo che ammiro da sempre, oltre che un affettuoso tributo ai mai dimenticati Anni ’80, da molti considerati tra i più belli del nostro Calcio. Tempi sicuramente più spensierati e dove anche un personaggio come il “terrunciello” era paradigmatico d’un sentire più gioioso e giocoso insieme, quando la vita era più semplice, i rapporti umani più veri e Milano – con uno stadio Meazza ancora a due anelli – trasudava di quel fascino vintage inimitabile, fatto di locali e tram, neon e nebbie, oggi quasi del tutto perduto. Un personaggio sì tutto da ridere quello interpretato dal buon Abatantuono (non dimentichiamolo: milanese e milanista), che – muovendo da un Cinema spudoratamente ingenuo e disimpegnato – trascende se stesso divenendo icona light-pop d’un’epoca e d’un Calcio poetico e romantico.
Manfredonia 1932: Della tifoseria del Manfredonia abbiamo già avuto modo di vedere in passato (One Step Beyond #6, #23 e #27) e in ognuna delle occasioni i disegni erano dedicati al vecchio gruppo delle Teste Matte 1991 che son state la sigla più importante del tifo sipontino accompagnando il Delfino biancoceleste negli anni più belli della sua storia, quando la popolosa città garganica vide il proprio undici calcistico passare dai rabberciati campetti della Promozione pugliese ai luminosi palcoscenici della Serie C1 in cui il Donia resistette per tre stagioni consecutive e a cui era approdato in seguito a un clamoroso doppio salto di categoria dalla Serie D, nelle formidabili stagioni 2003/04 e 2004/05.
L’uscita di scena delle Teste Matte, gruppo che era stato “di massa” per la Curva Sud dello stadio Miramare e gli anni immediatamente successivi alla retrocessione dalla C1, culminati nel 2010 con la mancata iscrizione al campionato di Serie C2/Lega Pro Seconda Divisone, rappresentarono gli anni più difficili in termini di partecipazione popolare, con una side sipontina che si frammentò in due gruppi diversi, Orgoglio e Passione e Mentalità Sipontina che tirarono avanti la carretta per qualche anno, fino al loro contestuale scioglimento nel 2015.
Sono seguiti poi momenti ancor più bui, con un movimento Ultras manfredoniano ridotto ai minimi termini e quasi sparito. Negli ultimi anni però – a dimostrazione della profonda e radicata attitudine Ultras di questa indomita piazza pugliese – il tifo è risorto. Pur in categorie ben più modeste, il supporto per il sodalizio biancoceleste, nel frattempo spostatosi in gradinata, è tornato a infuocare gli spalti dello splendido impianto sipontino (un autentico gioiello che fu anche il primo in Italia a inaugurare il sintetico), imponendosi all’attenzione anche per via di un’insospettabile attitudine british-casual e informale che ha gradualmente fatto ritrovare visibilità e rispetto all’intera piazza.
Una piazza storica del Sud Italia calcistico e che per i suoi trascorsi e la fedeltà e calore del proprio pubblico non merita le umiliazioni patite negli ultimi anni (come la recente retrocessione dalla Serie D e il nemmeno tanto remoto spettro di un prossimo fallimento) e che personalmente reputo oltraggiose. Vedere il Manfredonia nei tornei regionali è veramente vergognoso e sintomatico di quanto ormai il mondo del Calcio sia cambiato e irrimediabilmente nelle mani di loschi affaristi che calpestano la storia e la dignità di tanta gente.
I disegni in oggetto vogliono rimarcare proprio questa nuova attitudine della Manfredonia Ultras, sia nella nomenclatura (un classico dell’ultimo decennio quello di riconoscersi dietro il solo nome del club/città o dietro la sola cifra dell’anno di nascita), nel colore (è infatti amaranto, dagli Anni ’50, la seconda maglia del club sipontino) e nella scelta dei loghi (la classica miniatura del football-player del mitico gioco da tavolo Subbuteo, quintessenza dello stile Ultras-casual e dell’eterno connubio Calcio-sogni d’infanzia; e le altrettanto classiche stecche con gli omini del sempreverde Calciobalilla).
Curva Nord Campobasso: Di questo “nuovo” gruppo della tifoseria molisana abbiamo già avuto modo di parlare in una recente puntata di questa rubrica (One Step Beyond #38), come pure della squadra rossoblù e della fedeltà del suo pubblico (#16 e #20).
Una piazza calcistica storica del Centro-sud, Campobasso, che ha vissuto – dal punto di vista dei risultati sportivi – il suo periodo d’oro negli Anni ’80 con le cinque stagioni consecutive in Serie B, quando una squadra sbarazzina fece letteralmente perdere la testa all’intera Regione e con un vecchio stadio Romagnoli divenuto il tempio sacro in cui celebrare il rito catartico collettivo domenicale. Una partecipazione popolare talmente diffusa e trasversale (che investì indistintamente tutti: uomini, donne, ragazzi, vecchi e bambini) che necessitò della costruzione del nuovo impianto appena fuori città, il Selva Piana, che coincise di fatto con l’inizio della fine d’un’epoca luminosa, bellissima e per certi versi irripetibile.
In seguito, a dispetto di risultati e trascorsi calcistici sempre più modesti e che si fecero via via più umilianti, il tifo per i lupi rossoblu non è mai venuto meno, anzi. Nella seconda metà degli Anni ’90 e nei primi 2000, la Curva Nord campobassana s’impose all’attenzione del mondo Ultras come una delle migliori side del panorama delle serie minori, trascinando in un turbine di tifo e colori l’intero stadio che tornò a riempirsi come e più che in passato, tanto da assurgere a piccolo fenomeno nazionale, con numeri di tutto rispetto se paragonati alle infime categorie disputate (prevalentemente Serie D) e alla grandezza del centro molisano e del ristretto bacino d’utenza, culminanti nella mitica sfida contro la Pro Vasto per il ritorno in Serie C, match a cui assistettero qualcosa come 18.000 spettatori.
Una squadra non più in grado di fare la differenza, gestioni societarie spesso scellerate e che hanno lasciato soltanto debiti e macerie, ripetuti fallimenti e un progressivo imborghesimento della società civile, sono riusciti a intaccare anche una piazza come Campobasso che aveva nei numeri, tradizionalmente, la propria forza. Oggi – da un punto di vista di partecipazione – la piazza molisana sta conoscendo, credo, il periodo peggiore della propria storia, coi gradoni della Nord sempre più vuoti e con numeri che stridono in maniera netta e dissonante con un passato che tutti ricordano ancora molto bene. Anche l’uscita di scena degli Smoked Heads (One Step Beyond #32), che dopo 30 anni di più che onorata carriera hanno deciso di farsi da parte, non ha certo giovato sulla resa d’una Curva già da anni malata di disamoramento e che faticava a stare al passo col proprio passato.
Il gruppo oggetto di questa presentazione e del relativo disegno, rappresenta la sigla dietro cui i ragazzi molisani fanno quadrato, per tenere vivo e possibilmente rilanciare il tifo per l’undici rossoblù. È vero che i tempi sono cupi e la strada per un ritorno al passato pare smarrita, però parliamo pur sempre d’una piazza calcistica importante e dove il football è fenomeno sociale e di costume ben radicato e connaturato alla vita delle persone – a tal proposito ricordo le parole d’un caro amico campobassano che circa una quindicina d’anni fa, proprio nel periodo descritto sopra, di indegne categorie ma di straordinaria partecipazione allo stadio, ebbe a dirmi: Campobasso è una città “arrapata” di Calcio! – e dove il tifo per il lupo è pronto a infiammarsi ancora e repentinamente, qualora se ne presenti l’occasione che faccia finalmente uscire la città da un limbo calcistico in cui il suo pubblico (dall’immenso potenziale) è stato per troppo tempo confinato, umiliato e calpestato, scontando un’ingiusta condanna.
Luca “Baffo” Gigli.
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LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;