Ultras Sciacca: Da tempo volevo tornare a parlare della piazza di Sciacca dopo i disegni dedicatigli lo scorso anno (One Step Beyond #46 e #49).

È una piazza, quella neroverde, che non conoscevo ancora bene nel suo enorme potenziale e ho imparato ad apprezzare e amare tramite un amico che vive nella bel centro peschereccio siciliano ed è parte attiva del suo tifo e del suo entusiasmo.

Signori miei: se qualcuno ancora non conosce o non ha sentito parlare di Sciacca calcistica e del suo pubblico… corra subito ai ripari e vada a guardarsi qualche loro video o foto in rete. Un pubblico che già nei lontani anni della Quarta Serie faceva registrare numeri incredibili – 5/6.000 spettatori a partita! – che spiegano come mai una piazza a ben vedere “minore” del Calcio siciliano sia dotata d’un impianto da 18.000 posti, il Gurrera, che ne fanno il quarto stadio più grande dell’isola.

Dopo il fallimento, patito nel 2001, per tre lustri il football saccense è stato lasciato a se stesso e rappresentato da sodalizi che non incontravano più l’amore incondizionato dei suoi aficionados com’era stato nel passato.

Fino a quando, a partire dallo scorso anno, una nuova società (fondata interamente da imprenditori locali) ha messo in piedi una squadra con l’intento di rilanciare il Calcio cittadino, la Unitas Sciacca, composta perlopiù da ragazzi del posto che, con orgoglio d’appartenenza e sudore, sono riusciti a vincere il campionato di Prima Categoria e salire in Promozione, una serie ancora troppo misera per i numeri e l’entusiasmo di questa piazza, ma se non altro più dignitosa e che può rappresentare un trampolino di lancio per un ulteriore riscatto calcistico del club neroverde.

Ciò che colpisce maggiormente del Calcio nella città di Sciacca – e fa capire quanto il progetto di ricreare entusiasmo intorno al pallone sia stato centrato alla grande – è l’estrema partecipazione del suo pubblico, il cui merito va senz’altro ascritto anche alla freschezza e all’entusiasmo portati dalla Nuova Guardia nata nel 2012. L’anno scorso, per un torneo di Prima Categoria, il Gurrera fece registrare numeri incredibili se rapportati al modestissimo proscenio: parliamo di 2.500 spettatori paganti a partita (!) davvero numeri che parlano da soli e rendono Sciacca un “caso” unico a livello nazionale. E quest’anno le cose non sono cambiate: numeri ed entusiasmo sono i medesimi della scorsa stagione, semmai in costante aumento.

Non posso averne la certezza matematica – è difficile trovare riscontri storici attendibili per categorie così basse – ma credo che mai, in Italia, per una partita di Prima Categoria si siano raggiunti picchi di pubblico così imponenti. Se non vado errato, una volta, circa una ventina di anni fa, il Catania 1946 caduto in disgrazia fece registrare, per una partita di Eccellenza siciliana, un record di 14.000 spettatori… una cifra impressionante che non ha bisogno di commenti, però parliamo pur sempre di Catania (una delle città più grandi del Mezzogiorno) e d’un club con una luminosa tradizione, calcistica e Ultras, alle spalle che ha più volte calcato i palcoscenici della massima serie e comunque non era una partita di Prima Categoria. Facendo un raffronto: Sciacca conta intorno ai 40.000 abitanti, non ha una storia calcistica nemmeno lontanamente paragonabile a Catania e soprattutto non ha mai conosciuto palcoscenici luminosi, dovendosi accontentare, quasi sempre, di tornei regionali.

Insomma un caso unico quello di Sciacca, che – a mio avviso – catapulta prepotentemente questa piazza nell’attuale pantheon delle migliori tifoserie siciliane. Non è un caso l’amicizia stretta da questi ragazzi – da quest’anno unificatisi, Vecchia e Nuova Guardia, dietro il vessillo A guardia di una fede – con la Curva Nord Inferiore di Palermo. Una “piccola” realtà come Sciacca che stringe amicizia – con tanto di proprio striscione esposto allo Stadio Barbera durante una gara di Serie B dei rosanero – con una porzione d’una delle realtà Ultras più importanti del nostro Paese, la dice lunga sul tipo di mentalità e sul rispetto che Sciacca è riuscita a guadagnarsi all’interno del panorama nazionale.

I ragazzi neroverdi, nel solco della migliore tradizione Ultras del nostro Paese, quella dettata unicamente da passione scevra da qualsivoglia interesse, fedeli a quel codice comportamentale non scritto, per ogni iniziativa, coreografia e quant’altro, ricorrono esclusivamente all’autotassazione finanziandosi con la sola vendita del proprio materiale e gestendo anche un piccolo bar all’interno della loro sede sociale ch’è ulteriore luogo d’aggregazione in cui incontrarsi e discutere di tutte le questioni e vicende inerenti la Curva.

Autofinanziamento ch’è prerogativa indispensabile, conditio sine qua non, per mantenere la propria autonomia rispetto alla società Unitas Sciacca che, dalla fondazione a oggi, ha avuto piena sintonia con gli Ultras ma sempre all’interno d’un rapporto che deve rimanere indipendente e viaggiare su binari paralleli ma ben distinti.

Isernia Football Club: Ennesimo tributo per l’Isernia FC e il suo tifo. Quest’anno il sodalizio molisano è tornato in Eccellenza dopo un solo anno di Serie D, al termine d’una delle stagioni più travagliate della sua storia sportiva in cui s’è consumato uno strappo totale tra la società calcistica e gli Ultras (Cherokee 1994 e No One Can Stop This Generation!) che per buona parte del girone di ritorno non hanno presenziato nelle gare interne – lasciando il loro abituale settore desolatamente vuoto – e garantendo presenza e sostegno soltanto in trasferta.

Dopo aver rischiato di sparire, ancora una volta, dalla geografica calcistica italiana, l’Isernia è riuscita a iscriversi al massimo torneo regionale molisano al fotofinish, per mano d’un pugno di piccoli imprenditori locali che hanno costruito una squadra di giovani, più o meno promettenti, che stanno disputando un inizio di campionato tra alti e bassi. Questa nuova società pare, almeno nelle intenzioni, seria e in rottura col passato riuscendo, almeno per il momento, a ricreare quel minimo d’entusiasmo necessario per ogni impresa. Gli Ultras, per ora, sono tornati al proprio posto… staremo a vedere.

Venendo alla grafica in oggetto: ho voluto creare una sorta di logo, senza barriere di formato, immaginandolo quasi come un murales. A sormontare una scritta cubitale ripartita orizzontalmente nei colori sociali del club – a mezzo d’un espediente che ricordi da vicino uno dei primi striscioni dei Cherokee a sua volta mutuato da quello dei Pescara Rangers – ho posto la figura d’un serpente che pare sul punto di sferrare il suo attacco contro la preda.

Il serpente; la “serpa” come viene affettuosamente chiamata in dialetto dai tifosi vecchi e nuovi – presente nello scudo civico nell’atto d’attorcigliarsi intorno a uno scettro – è divenuta l’universale simbolo della squadra di Calcio cittadina. Sulle origini e relativo significato del suo uso, esistono diverse teorie, nessuna delle quali ha acquisito una forza tale da superare le altre ed essere accreditata come quella giusta.

I vari studiosi che si sono occupati dello stemma di Isernia, tutti dell’Ottocento o successivi, hanno dato motivazioni diverse: secondo alcuni, l’uso del serpente sarebbe da ricercarsi nell’abbondanza di questo tipo di rettile nell’agro del territorio comunale (un po’ come accade per Casarano e la sacara, vedi One Step Beyond #45); secondo altri, invece, il suo utilizzo nell’araldica civica di Isernia farebbe riferimento al fatto che il serpente, in quanto animale che vive prevalentemente sottoterra, sarebbe legato al dio Vulcano a sua volta legato alla città. Motivazioni non particolarmente forti, a ben vedere.

Approfondendo l’argomento, salta fuori che in realtà, in un passato assai remoto, il serpente che s’attorciglia intorno allo scettro fosse in realtà una lettera “esse” che, unitamente allo scettro/bastone che dir si voglia (la cui vera natura è anch’essa controversa) andrebbe a formare il monogramma “IS”, ovvero le prime due lettere del nome di Isernia. Soltanto in seguito, per ragioni mai del tutto chiarite o logiche (molto probabilmente per motivi prettamente inerenti all’araldica che per sua stessa natura si nutre di simboli) la lettera “esse” sarebbe divenuta un serpente.

Ringrazio – per le informazioni inerenti lo stemma civico – il Direttore della Biblioteca Comunale di Isernia, l’amico Gabriele Venditti, scrittore, blogger, foto-artista e libero pensatore, nonché studioso e conoscitore delle peculiarità artistiche e culturali dell’antica città sannita, con cui ho avuto l’onore di condividere i banchi di scuola nei lontani e bei tempi delle medie.

US Triestina 1918: Del Calcio triestino e della sua indomita tifoseria, abbiamo già avuto modo di parlare in una precedente puntata di questa stessa rubrica e in occasione d’un vecchio disegno dedicato al tifo per i rossi giuliani (One Step Beyond #49).

Da tempo desideravo realizzare qualcosa col vecchio logo della Triestina degli Anni ’80, la mitica alabarda stilizzata – che, personalmente, amo più del pur bel logo attuale – che campeggiava grande anche sulle casacche del club nelle cui fila giocava, all’epoca, l’indimenticato bomber Totò De Falco, autentica e imperitura bandiera del football a Trieste, quando l’undici alabardato lottava per un posto in Serie A.

Proprio a quegli anni e a quel tipo di suggestione è dedicato questo mio nuovo disegno che ho voluto immaginare come una sorta di bandierina, tutto giocato sul contrasto tra il bianco e il rosso, con l’unica variante d’una striscia più scura a conferir maggior dinamicità all’insieme.

Brindisi Ultras: Un disegno dedicato al tifo per il Brindisi, prestigioso club pugliese che colpevolmente mancava alla mia personale “collezione”.

Il club calcistico della popolosa città Porta d’Oriente, è nato in data assai remota per una provinciale: nel 1912. Purtroppo – come tristemente spesso accade per effetto del cosiddetto Calcio moderno – ha conosciuto l’onta di ben 4 fallimenti (1990, 2004, 2011 e 2015) che rappresentano un record negativo. Di contro, il Brindisi Calcio può vantare, nel proprio palmarès, la partecipazione a 6 campionati di Serie B – di cui 4 consecutivi nella prima metà degli Anni ’70 – oltre a 32 tornei di Terza Serie (vecchia Serie C, C1, C2 e Lega Pro).

Inoltre, il club messapico annovera anche la vittoria d’una Coppa Italia di Serie C, conquistata nell’esaltante stagione 2002-03 dopo lungo cammino che portò i biancazzurri pugliesi a disputare la doppia finale contro la Pro Patria, imponendosi per 1-0 in quel di Busto Arsizio e impattando 1-1 nel match di ritorno al Fanuzzi, potendo quindi sollevare al cielo l’ambito trofeo davanti a circa 8.000 spettatori traboccanti gioia.

La tifoseria brindisina è sempre stata molto numerosa e calorosa, oltre che colorata. In una terra, la Puglia, da sempre autentica fucina per il Movimento Ultras nazionale, con legioni di gruppi che hanno fatto la storia del tifo italiano, non poteva essere diversamente per una città come Brindisi che, al di là degli anni lontani della Serie B nei ’70, non ha potuto certo godere delle “fortune” calcistiche (talvolta alterne) degli altri capoluoghi pugliesi.

Un pubblico, quello brindisino, che s’è spesso dovuto accontentare di categorie infime e misere se rapportate al proprio blasone e al bacino d’utenza del centro messapico. Tante, troppe volte, il tifo per l’undici in casacca azzurra e scaglione bianco, è dovuto ripartire dal fondo dei tornei regionali, con una catena di fallimenti che avrebbero azzerato l’entusiasmo di qualsiasi altra piazza. Brindisi s’è sempre orgogliosamente rialzata e l’attuale Curva Sud Michele Stasi è un’autentica garanzia di attaccamento, mentalità e fede incrollabile che non retrocederà mai. Una side davvero stoica quella brindisina, cui andrebbe appuntata sul petto un’ideale medaglia al valore per tutto quello che ha passato dalla fine degli Anni ’80 a oggi.

Venendo alla grafica: mettendo da parte i simboli più tradizionali calcistici o del club, ho voluto omaggiare questa tifoseria a mezzo del mare che ne è uno degli elementi imprescindibili. Nello specifico, attraverso la figura che domina il disegno, c’è un esplicito riferimento al passato più antico del club, risalente alla sua stessa fondazione, le cui cronache raccontano di come la prima squadra cittadina fosse stata messa su da un capitano della Marina Militare di stanza a Brindisi e di come le prime pionieristiche partite venissero giocate contro gli equipaggi delle navi che di volta in volta attraccavano nel grande porto adriatico.

Campobasso Calcio 1919: Della storia calcistica e Ultras del Capoluogo di Regione del Molise, abbiamo già avuto modo di parlare in precedenti puntate di questa rubrica. Per chi fosse interessato ad approfondire le vicende d’un sodalizio e relativa tifoseria che da troppi anni mastica amaro confinato in categorie troppo strette per il proprio potenziale e blasone, rimando senz’altro alle puntate #16, #20, #32, #38 e #44 di One Step Beyond.

In questa nuova grafica dedicata al tifo rossoblu, ancora una volta ho posto in posizione preminente un lupo (universale simbolo dell’undici molisano), stavolta rappresentato a figura intera, integrato da due bande laterali che curvano nella parte sottostante del disegno, coi colori sociali recanti all’interno nomenclatura completa del club e anno di nascita.

L’idea che sta dietro a questa grafica – o per lo meno è la sensazione che ne ricavo io – è bivalente: retrò e futuribile insieme. Anche a livello concettuale: un club fatalmente legato al proprio passato, ma costantemente proiettato verso il futuro che si spera possa essere finalmente roseo e ricco dei successi che la Campobasso calcistica merita.

Akragas Ultras: Subito una doverosa premessa: il disegno oggetto di questa presentazione vede l’utilizzo d’una grafica – raffigurante il viso digrignante e incappucciato d’un Ultras – concepita e realizzata dal grande artista pugliese Andrea Buongiorno, meglio conosciuto come BUONG, autentico maestro delle arti figurative che spaziano dalla mondo della pubblicità a quello dei comics. In ambito calcistico e Ultras – oltre che per la realizzazione di tanti bellissimi e accattivanti loghi simili a quello da me utilizzato nel disegno in oggetto – il nome di BUONG sarà per sempre ricordato per essere il creatore di Mest Mob (l’universale simbolo dei Bad Boys Monopoli, omino a metà strada tra il Mr Enrich laziale e i Sette nani di disneyana memoria), una delle icone Ultras più geniali e originali dell’intera storia del movimento. Dunque il mio “contributo” per questo disegno dedicato al tifo per l’Akragas è davvero minimo… Prendendo come spunto il famoso logo di Batman degli Anni ’70 che vedeva il nome del celebre supereroe all’interno d’una silhouette da pipistrello con tanto di testa umana, ho anch’io voluto immaginare una sorta di striscione da cui fuoriesce la mitica testa disegnata dal grande BUONG. Dunque: l’eventuale riuscita e bellezza del disegno è attribuibile in buona parte a lui e per questo lo ringrazio pubblicamente. Un onore e un privilegio, per me, poter interagire con una sua creazione.

Agrigento è una delle piazze storiche del Calcio siciliano e meridionale. Pur non avendo mai disputato campionati di massima serie o cadetti, il club girgentano può vantare una lunga tradizione iniziata già a partire dagli Anni ’30. Il sodalizio biancazzurro – che talvolta s’è chiamato col nome italiano della città – è perlopiù conosciuto con l’affascinante nomenclatura di Akragas, ch’è in pratica la traslitterazione del nome che i greci diedero all’attuale capoluogo siciliano negli anni della dominazione ellenica in Italia ai tempi della Magna Grecia.

L’Akragas vanta la partecipazione a ben 19 campionati di Terza Serie nazionale (tra vecchia e nuova Serie C unica, C1, C2 e Lega Pro) oltre ad altrettanti tornei di Quarta Serie (vecchia e nuova Serie D e vecchia Interregionale) e purtroppo anche tanti campionati regionali (Eccellenza, Promozione e addirittura Prima e Seconda Categoria) che spesso hanno fatto da “intermezzo” agli anni del professionismo. Anni bui e categorie misere sempre dovute a fallimenti e radiazioni da parte della FIGC causati, come tristemente accade soprattutto alle latitudini più meridionali, da dissesti e scelleratezze societarie divenuti ormai vergognoso corollario del cosiddetto Calcio moderno che vede, alla fine, sempre i tifosi pagarne il prezzo più alto.

La tifoseria agrigentina è tradizionalmente molto calorosa e partecipe. Straordinari, per intensità, alcuni derby regionali che hanno sempre visto la frangia più calda del tifo biancazzurro assai agguerrita e pronta all’azione. Su tutti il sentitissimo derby contro gli odiati cugini del Licata, sfida caratterizzata da offensivi quanto sferzanti usa & getta (sul tema della reciproca e presunta codardia) su cui giocare la supremazia calcistica provinciale.

A livello più prettamente Ultras, sono lontani – in termini di partecipazione popolare – i tempi d’oro della Fossa dei Giganti (gruppo di massa capace di convogliare centinaia e centinaia di ragazzi dietro le proprie insegne) allorquando lo stadio Esseneto (impianto stupendo) si riempiva di migliaia di tifosi festanti. Purtroppo anche la Città dei Templi ha conosciuto – come la stragrande maggioranza delle piazze calcistiche italiane – un’emorragia di pubblico riconducibile, oltre che, come visto, a campionati spesso indegni del nome Akragas, a svariati fattori che sono fedele specchio d’un mutamento sociale e culturale che ha inevitabilmente impoverito il nostro football.  

Dopo un periodo intermedio con gruppi più elitari e avanguardisti che hanno tirato la carretta nella side girgentana – il Settore Rigido e 92100 su tutti – oggi la parte più accesa del tifo si riconosce dietro svariate sigle rappresentanti altrettante anime che compongono la Curva Sud di Agrigento in una situazione al momento magmatica e in costante evoluzione, per una passione e un attaccamento che restano comunque incisivi e forti d’una lunga tradizione che viene dagli Anni ’70.

Luca “Baffo” Gigli.

LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;
One Step Beyond #62: Como, Ragusa, VeneziaMestre, Lucchese, Isernia, Varese;
One Step Beyond #63: Taranto, Terracina, Verona, Manfredonia, Roma, Matera;
One Step Beyond #64: Bari, Foggia, Spezia, Atalanta, Castel di Sangro, Perugia;