Como Calcio: Della storia calcistica di Como – una delle realtà più prestigiose del nostro football provinciale – come della sua tifoseria, abbiamo già diffusamente parlato in una vecchia puntata di questa rubrica (One Step Beyond #22).

Questo disegno, dedicato al tifo per l’undici lariano, l’ho immaginato come una sorta di bandierina in cui è centrale un vecchio pallone retrò sintomatico del rapporto che lega i blu alla tradizione calcistica nazionale. Sormontato da un nastro (recante il nome del club/città) il tutto è idealmente adagiato su un drappo recante i colori araldici comunali: una croce bianca in campo rosso.

Ragusa Calcio: La Città dei Ponti è una delle piazze storiche del Calcio siciliano. Seppur la cronologia ufficiale faccia risalire la data storica di fondazione del club al 1949, in realtà a Ragusa il football era praticato già negli Anni ’30. La compagine iblea può vantare, nel proprio palmarès, la partecipazione a 7 campionati di Terza Serie (uno nella vecchia C unica alla fine degli Anni ’70, i rimanenti nella vecchia C2; l’ultima volta nel 2004-05).

Come purtroppo occorso a tantissime società provinciali dell’italico “pallone” anche il club azzurro siciliano ha conosciuto l’onta del fallimento e della mancata iscrizione, sempre dovuti a dissesti finanziari ove alla fine, a ben vedere, sono i tifosi a pagarne lo scotto maggiore.

Attualmente il Ragusa milita nei tornei regionali siciliani (ha vinto la Promozione e parteciperà quest’anno all’Eccellenza), categorie indubbiamente troppo strette per una città e una piazza che – seppur non facendo registrare numeri da capogiro e tenuto anche conto dell’altro sport cittadino che va per la maggiore, il basket, con una Virtus che ha conosciuto i fasti della Serie A – certamente merita di più.

Anche dal punto di vista Ultras, la splendida città barocca (uno degli impianti urbanistici più belli e caratteristici d’Italia) ha sempre detto la sua, con gruppi già presenti agli inizi degli Anni ’80, passando per i decenni successivi e ancora oggi a supporto con nuove sigle e attitudini di stampo più giovanile, casual ed elitario rispetto a gruppi più eterogenei che hanno scritto la storia del tifo ragusano: l’indimenticata Gioventù Iblea su tutti.

Bakaro Tur VeneziaMestre: Di quest’originale quanto simpaticissimo gruppo al seguito dei colori arancioneroverdi abbiamo già avuto modo di parlare in una vecchia puntata di questa rubrica grafica e a proposito d’un precedente disegno loro dedicato (One step Beyond #23).

Come scrissi in quell’occasione: trattasi d’un gruppo di unionisti che da cinque anni “semina il panico” nei bar del Nord-Est, sono i Bakaro Tur, per l’appunto. A Venezia il “bacaro” è il tipico bar-osteria dove bere vino e mangiare qualcosa; e il “bacaro tour” è quella processione che pian piano ogni domenica ti porta allo stadio.

Stavolta per rendergli omaggio ho utilizzato quella che è la loro goliardica icona, il famoso Omino Bialetti dell’omonima fabbrica di macchinette da caffè, che sposando alla perfezione il loro motto “abitudini corrette” rende compiutamente il concetto d’una reciproca contaminazione tra uno dei pilastri della nostra nazione, il caffè, che per l’occasione viene “corretto” con l’alcool, sempiterno e intramontabile mito Ultras di smaccata reminiscenza hooliganistica di tutto un modo d’intendere la vita e gli spalti.

Il famoso Omino coi baffi, universale e italica icona della celebre fabbrica che lanciò la moka in tutto il mondo, non è altro che la simpatica caricatura stilizzata dello suo stesso patron, il compianto Renato Bialetti, che all’inizio degli Anni ’50 (grazie all’aiuto di Paul Campani, uno dei grandi del Cinema d’animazione italiano) intuendo le potenzialità d’un connubio qualità del prodotto/immagine, s’inventò questo celeberrimo logo che fece anche le fortune dell’altrettanto celebre Carosello.

In ambito Ultras, l’Omino Bialetti ha conosciuto un uso sporadico, non raggiungendo mai (sinora) un alto grado di popolarità, per lo meno a livello mainstream. Se la memoria non m’inganna, gli indimenticati Ultrà Lodigiani – altro simpatico gruppo d’impuniti scavezzacollo che facevano della goliardia una delle proprie bandiere – in una fase embrionale e alla ricerca d’un’immagine che li rappresentasse anche a livello grafico, prima di decidersi per il mitico e inossidabile teschio, tra le altre possibilità opzionarono anch’essi il mitico Omino coi baffi che, nella loro libera interpretazione, avrebbe mostrato il dito medio (anziché l’indice) in segno di provocazione e sberleffo.

Lucchese Calcio: Della storia calcistica di Lucca – che ha conosciuto anche le Serie A e B – abbiamo già parlato in precedenti puntate di questa rubrica (One Step Beyond #18 e #29) come pure del caloroso tifo rossonero.

Come per i precedenti disegni dedicati alla Lucchese, anche in quest’occasione non ho potuto fare a meno d’inserire l’animale da sempre simbolo di squadra e città: la pantera. Sul perché della sua presenza e utilizzo nell’araldica civica vi sono varie storie e leggende tutte più o meno suggestive.

Una che mi ha colpito particolarmente racconta di come una delle prime comunità stanziatesi nel territorio su cui poi sarebbe sorta la bellissima città di Lucca, avesse proclamato un re e una regina molto amati, vivendo in pace e prosperità. E di come la regina – a dispetto d’ogni logica e pronostico – si fosse affezionata a due pantere che ogni giorno entravano nel suo giardino; pantere che, invece di sbranarla come sarebbe stato naturale attendersi, si comportavano con lei al pari di due gattoni domestici. Qualche tempo dopo, un gruppo di predoni (risalendo dal fiume Serchio) invase l’allora embrionale città toscana, razziandola e mettendola a ferro e fuoco. Ma la conseguente insurrezione popolare rovesciò le sorti della battaglia in favore dei lucchesi, mettendo in fuga i predoni. Alcuni di essi, cercando scampo, penetrarono nel palazzo reale e presero in ostaggio la regina per coprirsi la fuga, minacciando di sgozzarla qualora qualcuno si fosse avvicinato. Ma, una volta usciti nel giardino, furono prontamente sbranati dalle due feroci belve intervenute a difesa della loro “padrona”.  

Aesernia Ultras: Ennesimo disegno dedicato al tifo per l’Isernia FC che ha conosciuto, proprio in questi giorni, un nuovo vergognoso capitolo della sua tormentata storia: la mancata iscrizione al prossimo campionato di Eccellenza molisana; una letale mazzata che segue di pochi mesi la cocente retrocessione patita al termine dell’ultimo torneo di Serie D che aveva già mortificato un ambiente sportivo pesantemente umiliato nel corso degli ultimi 15 anni per via di presidenze scellerate e disastri societari, autentica piaga del Calcio minore e provinciale.

Per comprendere appieno l’idea che sta dietro a questo disegno, bisogna fare un passo indietro. Nel 2014, a Isernia, nacque un nuovo gruppo Ultras – i No One Can Stop This Generation! – che praticamente raccoglieva dietro la propria pezza, le nuove leve. Questi ragazzi – di cui abbiamo diffusamente parlato in una vecchia puntata, One Step Beyond #27 – alla ricerca d’un logo/immagine che potesse rappresentarli anche a livello estetico, di ritorno da una trasferta, in preda ai fumi dell’alcool, intonarono il coro “E questa sera è un’altra scimmia… e mò a Sernia arapemm ru zoo!” (cioè “E questa sera è un’altra sbronza… e ora ad Isernia apriremo lo zoo!”) sulle note di You are my sunshine di Johnny Cash. Da lì venne naturale adottare la scimmia come proprio simbolo.

Ubriacarsi come una scimmia, “sfasciarsi” come una scimmia: nel senso di essere costantemente sotto gli effluvi dell’alcool, perdurando l’eterno “mito” dell’Ultras perennemente ubriacone e rissaiolo, da novelli Andy Capp in carne e ossa. Si consideri poi che generalmente, in Molise, la parola dialettale “scigna” è sinonimo di sbronza, ciucca, pesante ubriacatura. E con la stessa parola si è soliti identificare, sempre in dialetto, il simpatico primate antenato dell’Uomo. Quindi “prendere una scigna” o “avere una scimmia” vuol dire sostanzialmente sbronzarsi.

Questo disegno, inoltre, ha una duplice valenza: la scimmia, come visto, a simboleggiare gli Ultras Isernia di ultima generazione (con tanto di occhiali da sole, spinello e felpa con cappuccio) cui soggiace la scritta che invece richiama al passato, tanto nella nomenclatura (Aesernia, oltre che l’antico nome romano dell’antichissima città pentra, era anche il nome del locale club calcistico dal 1965 all’’87) quanto nella colorazione che ricalca da vicino il vecchio striscione dei Cherokee 1994 che a loro volta mutuarono l’idea dai Pescara Rangers. Come dire: il nuovo e il vecchio che s’incontrano, fondendosi insieme.

Varese Calcio: Quello biancorosso è uno dei club calcistici storici della Lombardia, nonché uno dei più prestigiosi. Nella sua lunga storia ha disputato 7 campionati di Serie A (a cavallo tra gli Anni ’60 e ’70) oltre a 21 tornei cadetti (l’ultima Serie B, abbastanza recente, risale alla stagione 2014-15). Nel suo palmarès, il Varese annovera anche la vittoria di due Coppe Italia, l’una di Serie C nel 1995 (battendo in doppia finale il Forlì), l’altra dei Dilettanti, vinta l’anno precedente (superando, in finale secca sul neutro di Aosta, il Civitavecchia).

Personalmente, a parte le vicissitudini calcistiche talvolta brillanti inanellate dal club prima del recente fallimento che ha fatto ruzzolare i biancorossi in categorie dilettantistiche indegne del suo blasone, ciò che più mi colpisce della Varese calcistica sono i suoi Ultras.

Dopo decenni di tifo perlopiù nella “norma” d’una provinciale che comunque riscuoteva grandi successi di seguito anche al di fuori del territorio comunale, verso la fine degli Anni ’90, all’interno della Curva Nord, vi fu una profonda svolta nel supporto grazie alla nascita del gruppo Blood Honour che – a partire dal nome, passando per la simbologia e soprattutto attraverso il modus operandi – andò sempre più radicalizzandosi su posizioni politiche di estrema destra.

Nel corso degli anni questo gruppo non ha mai fatto mistero delle proprie posizioni estremiste che hanno fatto di Varese una delle side più politicizzate e schierate d’Italia. Nel loro caso si può tranquillamente affermare che questi ragazzi seguissero un’ideologia smaccatamente neo-fascita.

Al di là del discorso se sia giusto o sbagliato e di tutta la retorica, talvolta stucchevole, che si genera in questi casi tra opposte visoni politiche del mondo e della vita, bisogna riconoscere ai ragazzi varesini di essere diventati una delle frange Ultras più temute e “attive” del panorama nazionale, se rapportate alla grandezza del bacino d’utenza e alle categorie, talvolta infime, che questi ragazzi si son trovati, loro malgrado, a disputare.

I Blood Honour – spesso bardati di nero, colore non casuale adottato per i propri vessilli – apparivano (fino al recente scioglimento deciso dopo i dolorosi fatti di Inter-Napoli del dicembre scorso) come un blocco elitario, fiero e spavaldo, che spesso ha pagato pesantemente – in termini repressivi – le proprie prese di posizione, apertamente conflittuali e anti-sistema, talvolta sfociate in episodi violenti e da cronaca nera. Non era facile per nessun nemico affrontare i BH Varese – straordinari, per intensità e ferocia, i violenti derby con gli odiati cugini del Como, tifoseria altrettanto maschia – che si mostravano come un gruppo coeso, impenetrabile, perfettamente inquadrato tanto sugli spalti quanto in strada, capace di spostarsi e agire con attitudine potremmo dire quasi “militare”, sì da ricordare molto da vicino i gruppi Ultras più estremi dell’Est-europeo.

Nel disegno, molto calcistico e minimale, ho voluto riprendere la lettera “V” stilizzata che già dagli Anni ’60 è stata una costante delle decine di stemmi e loghi – taluni davvero molto belli e interessanti – che si sono succeduti a rappresentare il club lombardo.

Luca “Baffo” Gigli.

LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;