Sulla Statale che porta a Mantova, il sole lascia presagire una bella domenica di inizio ottobre. E domenica dovrebbe essere sempre, invece dei calendari programmati al sabato nella migliore delle ipotesi, oppure nei giorni più disparati della settimana.

Arrivo con largo anticipo per godermi la giornata e per sentire che aria si respira tra i tifosi virgiliani nell’adiacente Parco Te. Lo stadio Danilo Martelli fa parte di un complesso storico, voluto dai Gonzaga (storica famiglia nobiliare) e costruito nel 1500, con l’ippodromo e il famoso Palazzo Te. Appartenenza al Ducato e alla famiglia nobiliare rivendicata anche nel bandierone sempre sventolante nella curva mantovana.

Le premesse della stagione non erano entusiasmanti per i biancorossi e l’inizio sembra confermarle, con il Mantova relegato al terz’ultimo posto della classifica. Ma i ragazzi della Curva Te, sono stati chiari, con un comunicato a inizio stagione che chiama, nonostante tutto, a raccolta e alla presenza il popolo biancorosso. Intanto, noto che sono arrivati anche i ragazzi di Sesto San Giovanni nei pressi del settore ospiti.

A ridosso del fischio di inizio, lo zoccolo duro della curva entra in blocco dopo aver lasciato il loro punto di ritrovo abituale; posiziona lo striscione “Ultras Mantova 1975” e con l’accompagnamento del tamburo, incoraggia la squadra in questo che è, a tutti gli effetti, uno scontro diretto. I ragazzi partono subito con una sciarpata e stendardi in alto, e dopo dedicano un coro di saluto ai loro amici di Lens, presenti con tanto di pezza, senza dimenticare neanche i loro diffidati.

I ragazzi della Curva Vito Porro invece, non sono certo aiutati da un settore ospiti lontano dal campo di gioco, ma offrono un tifo costante per tutto il primo tempo, accompagnati anche loro dal tamburo. In qualche, rarissimo, momento di pausa della curva di casa, riescono a farsi sentire con qualche buon coro secco.

Dopo i primi 15 minuti dove si è vista una Pro Sesto arrembante, esce fuori la squadra di casa che riesce a prendere in mano il pallino del gioco senza però riuscire a segnare.

La Curva Te, dal canto suo, offre un incessante tifo con ottima intensità per tutta la prima frazione, dedicando anche qualche coro ai rivali veronesi e a tutto il Veneto in generale, che da queste parti non riscuote molte simpatie. Srotolano uno striscione in favore di Jhonny, appartenente alla curva dei gemellati di Prato.

Il secondo tempo è sugli stessi binari del primo, sia in campo che sugli spalti con i riflettori dello stadio che intanto si accendono a causa dell’imbrunire che avanza.

Il Mantova attacca sotto la propria curva, che cerca di spingere i suoi giocatori alla rete, ancora più da vicino. Ma il gol, nonostante diverse azioni pericolose, non arriverà. Rimane costante il tifo della Curva Te anche in questa seconda frazione.

I ragazzi di Sesto risentono un po’ dell’andamento della partita, in mano ai padroni di casa, ma tengono sempre alto il bel bandierone con il nome della loro città; nella seconda metà, si ricompattano per provare a dare nuova verve ai ragazzi in campo.

Indifferenza tra le due tifoserie.

Finirà a reti inviolate, per la delusione della curva di casa, non eccessivamente contenta quando i giocatori vanno a salutarla, sulla stessa falsariga di uno stadio che mugugna per il solo punto raccolto. Moderatamente più soddisfatto il settore ospiti che applaude la squadra, giunta fin sotto la grata per un saluto.

I ragazzi di Sesto torneranno a casa con qualche ora di auto, certi di aver rappresentato ancora una volta la propria curva. La Curva di casa esce con l’amaro in bocca, e si dirige verso il proprio punto di ritrovo, ma con l’orgoglio di aver offerto un’ottima prova. Loro non si possono rimproverare niente.

Gianfranco Italiano