Monopoli è già un turbinio di turisti che, in anticipo sull’estate, già prendono d’assalto la bella cittadina adriatica. Ma Monopoli è anche calcio e grandissima è l’attesa per questo ennesimo derby pugliese di Serie C. Di cui purtroppo e ancora una volta si potrà godere solo a metà per via dell’ennesimo divieto comminato ai tifosi ospiti.

Previsto comunque un bel numero di presenti allo stadio. È domenica, quello che storicamente è il giorno del pallone, anche se si gioca in serata e non alle canoniche tre del pomeriggio. E poi c’è da salvare il gabbiano da una retrocessione che sarebbe una disfatta.

Entrato allo stadio, l’affluenza massiccia sulle gradinate conferma tutte le previsioni della vigilia. Merito anche del lavoro fatto dalla tifoseria per caricare l’ambiente, con i tanti volantini che hanno tappezzato le vie nevralgiche del centro già durante la settimana.

Scenografia molto bella ad inizio partita. Una leggera coltre di fumogeni dietro la quale si stende un tappeto di bandierine bianche e verdi, effetto molto vintage per una riuscita nel complesso perfetta e gradevole. Less is more direbbero gli inglesi, in tempi in cui molti si incartano rincorrendo imprese straordinarie e rimediando magre figure, la semplicità è una scelta che paga sempre. E le cose semplici spesso sono anche innegabilmente belle.

Dal punto di vista canoro, grande tifo. Compatto, cattivo, che si protrae per tutti i novanta minuti con grandissima intensità. In questa serata ricorre tra l’altro l’anniversario degli ULTRAS MONOPOLI 1993, lo celebrano uno striscione esposto a centro curva e le storiche insegne del gruppo esposte lateralmente.

La squadra in campo perde purtroppo 1-2, complicando le ultime due giornate e un percorso di salvezza diretta che poteva essere agevolato dalla contemporanea sconfitta del Potenza, ma per lo stesso motivo nulla è ancora perduto. Nulla ha sicuramente perduto la Curva Nord, che ha dimostrato una volta di più di meritare questa categoria e se le divinità pagane del pallone non sono dee bendate, dovranno avere un occhio di riguardo per cotanto amore. Peccato invece per quel settore ospiti chiuso che grida vendetta. Doveva e poteva essere un derby ricco di pathos e spettacolo sugli spalti, ma quell’altro tipo di divinità autoproclamate che si arrogano il diritto di vita e di morte negli stadi, hanno da tempo scelto di precludere ogni slancio di vitalità sia mai che gli comporti lo straccio di un lavoro extra.

C.O.