Cesena e Fiorentina tornano ad incontrarsi in serie A. Torna quindi il “derby del Muraglione”, dal nome dell’antica strada che collega direttamente la periferia di Firenze a Forlì (e quindi alla Romagna) attraverso l’Appennino. Una sfida che in passato ha saputo regalare non poche brividi ed emozioni, tanto in campo quanto sugli spalti (e non solo).
Rimangono ancora nella memoria degli over 30, gli incidenti sul terreno di gioco avvenuti nel vecchio Manuzzi prima di un Cesena-Fiorentina ‘87/’88, quando i viola entrati in campo per appendere i loro vessilli e sventolare i loro bandieroni sulla pista d’atletica (pratica molto in voga in quegli anni ma che oggi darebbe luogo ad una condanna all’ergastolo) ebbero l’ardire di provocare i padroni di casa, che non se lo fecero ripetere e attraversando il terreno di gioco diedero vita ad una serie di scazzottate che proseguirono anche dopo la partita, nelle vie intorno allo stadio, fino a tarda sera. Ed il ricordo di quello e di altri episodi analoghi deve essere ancora vivido nella memoria di qualcuno, altrimenti non si spiegherebbe la presenza, ad esempio, di un gruppo di circa venti “indifferenti” con accento toscano che si aggirano a piedi al di fuori dell’area esterna circoscritta per i tifosi ospiti.
All’interno del Manuzzi il colpo d’occhio offerto dai sostenitori ospiti è notevole, tenuto conto che siamo in tempi di TdT. Riempiono praticamente tutto il secondo anello della Curva Ferrovia e buona parte del settore inferiore. Si nota anche una discreta presenza ospite in tribuna laterale, il che crea qualche tensione tra gli stewards addetti al servizio di sicurezza proprio nel settore che, tradizionalmente, dovrebbe essere il più tranquillo dello stadio. Tensioni tuttavia ingiustificate, visto che i viola presenti in tribuna si limiteranno a guardare la partita ed esultare ai goal della loro squadra. Gli ospiti apportano un sostanziale tocco di colore al loro settore con striscioni e stendardi, bandiere che ondeggiano per quasi tutta la durata del match e tante sciarpe che vengono spesso sventolate e con le quali danno vita anche a due belle “muraglie” viola, una per tempo.
Il sostegno vocale dei viola non manca mai anche se, a mio modesto parere, non è niente di eccezionale, tenuto conto soprattutto del considerevole numero al seguito e del potenziale vocale presente in curva ospiti. Com’è logico che sia, si esaltano nei momenti dei goal, con cori che riescono a coinvolgere tutta la loro curva ed in poche altre occasioni. Ma nel complesso, non ci si discosta molto da quella generale mediocrità che da qualche anno a questa parte sembra attanagliare le curve italiche. Come da copione, non mancano gli scambi di “convenevoli” verbali con la curva di casa, prima, durante e anche dopo la fine dell’incontro.
E la Curva Mare, da parte sua, non si tira certo indietro e risponde per le rime, sottolineando in particolar modo le peculiarità delle donne toscane tutte le volte che si recano sulla Riviera Romagnola per trascorrere le vacanze estive. Non mancano nemmeno gli sfottò, a più riprese, tra i sostenitori viola ed il gruppo di sfrontati giovanotti posizionati nella parte bassa dei Distinti, a ridosso della Curva Ferrovia. Goliardia ed ironia la fanno quindi da padrone sugli spalti ed i Romagnoli si dimostrano tanto irriverenti quanto i Toscani che in queste arti, si sa, sono da sempre dei gran maestri.
Gli ultras bianconeri espongono questa sera diversi striscioni con i quali manifestano i loro pensieri. Dall’estremo saluto dei Viking al loro amico Jimmy, ai ripetuti messaggi di affetto e stima nei confronti dell’ex allenatore Pierpaolo Bisoli, esonerato da pochi giorni ed al fianco del quale si sono schierati apertamente e pubblicamente tutti i gruppi della Curva Mare. Non mancano nemmeno gli appelli ai giocatori affinché onorino la maglia, così come i messaggi polemici verso i vertici del calcio e delle istituzioni che non si sono fatti alcuno scrupolo a calpestare diritti e libertà dei tifosi, prendendo decisioni arbitrarie e punitive che non tengono alcun conto dei diritti e delle libertà di chi il calcio lo segue per davvero, dal vivo, negli stadi.
Un messaggio di amicizia e solidarietà, infine, viene rivolto agli amici del Saint Etienne vittime di vili agguati in occasione dell’ultima trasferta di Europa League in Ucraina. Il sostegno vocale dei padroni di casa, condito qua e la da qualche coro a favore dell’ex “mister” Bisoli (ma ce ne sarà uno di incoraggiamento anche per il nuovo allenatore Mimmo Di Carlo), è su buoni livelli soprattutto fino a quando la loro squadra non subisce il secondo goal che fiacca gli entusiasmi della gran parte degli occupanti della Curva Mare, ma non quello del solito zoccolo duro posizionato al centro dell’anello superiore.
A quei pochi va anche riconosciuto il merito di aver continuato a cantare sotto di quattro goal, dando vita anche ad una discreta sciarpata che ha accompagnato il roboante “Romagna mia” con cui la Curva Mare ha ribadito di esserci ancora, malgrado tutto. A dire il vero, gli animi della tifoseria di casa si erano riaccesi anche in tutti gli altri settori dello stadio, per qualche minuto, in occasione dell’autogoal che aveva accorciato momentaneamente le distanze e spinto i padroni di casa ad una serie di assalti ripetuti, nel tentativo di agguantare un insperato pareggio. Insperato, appunto, alla luce del valore espresso in campo dalle due formazioni che, dopo un primo tempo tutto sommato equilibrato, vedono i viola scoprire le loro carte nella seconda frazione di gioco, quando la migliore caratura tecnica degli ospiti si fa sempre più pesante e la bilancia del goal finisce per pendere tutta dalla parte dei viola di “mister” Montella.
A questo punto, il rischio per il Cesena e per la sua tifoseria è quello di demoralizzarsi e cadere in depressione, dandosi già per retrocessi a Dicembre. In realtà, discreti sprazzi di gioco si sono intravisti anche stasera e perciò si può ancora essere fiduciosi circa il fatto che margini di miglioramento, da qui a Giugno, potrebbero ancora emergere in una squadra che, malgrado tutto, fino a poche settimane fa aveva dimostrato di saper tenere testa a compagini tecnicamente ben più attrezzate. Certo, stando a ciò che si è visto stasera, la strada da percorrere per il Cesena pare essere ancora lunga e per giunta in salita. Ma non è finita, finchè non è finita.
Giangiuseppe Gassi