Turno infrasettimanale del campionato di Serie B, in un martedì di fine ottobre il Novara ospita la Salernitana. Gli azzurri reduci da tre vittorie di fila vogliono confermarsi davanti al proprio pubblico, mentre i granata campani vogliono dare continuità ai risultati dopo la vittoria del turno precedente.

Lo stadio fatica a riempirsi, anche se le presenze sulle gradinate della Nord aumentano mano mano che ci si avvicina al calcio d’inizio. A conti fatti, dietro lo striscione “Non durerà una partita ma tutta la vita… passione infinita” che ha sostituito quello Nuares, sono un centinaio abbondante gli ultras azzurri pronti a sostenere i propri colori.

La curva Sud, invece, conta circa 250-300 tifosi granata che già dal riscaldamento della squadra fanno sentire la loro vicinanza ai granata. Passando in rassegna le pezze noto che quasi tanti gruppi della Sud (NG, Gruppo Vestuti, Centro storico su tutti) sono al seguito della squadra, ai quali fanno da contorno i club e le diverse rappresentanze dei tifosi granata che vivono nelle grandi città del nord.

La prima parte della gara scorre piacevolmente accompagnata dal tifo incessante dei salernitani, che nei 20’ iniziali della partita prediligono cori più lunghi per coinvolgere la totalità del settore. I novaresi rispondono con cori più secchi accompagnati da manate e tamburi, una piacevole novità che riporta gli amanti del tifo indietro di un buon numero di anni, quando questi strumenti, assieme ai megafoni, erano di prassi in tutte le curve d’Italia.

Un po’ a sorpresa sono gli ospiti a passare in vantaggio dando maggior energia ai propri sostenitori che surclassano gli avversari. Assorbita lo botta per lo svantaggio, i novaresi tornano a tifare i propri colori, spingendo letteralmente in rete la palla del pareggio che scalda tutto lo stadio che, nell’ultima parte del primo tempo, accompagna almeno con le mani il coro proposto dagli ultras.

Nel secondo tempo i salernitani vivono un momento di calo. I soliti noti tengono alto il ritmo del coro lanciato dal lanciacori il quale, spalle al campo, dirige l’orchestra granata che si lascia andare ad una bella e colorata sciarpata. La squadra di Bollini, nel giro di 15’ mette al sicuro la partita passando doppiamente in vantaggio con Sprocati, ex Pro Vercelli, che ovviamente scatena ancor più qualche tifoso novarese per il suo passato in bianca casacca.

I novaresi, stanchi ma mai domi, cercano di spronare i propri giocatori cercando di coinvolgere lo stadio intero per l’assalto finale, riuscendo anche a trovare la rete del 2 a 3 in pieno recupero, ma ormai è troppo tardi e i 3 punti prendono la via di Salerno lasciando i novaresi a mani vuote.

La gara termina ed entrambe le squadre vanno verso i rispettivi settori per raccogliere l’applauso della propria tifoseria, anche se i novaresi sono certamente delusi dal finale.

I padroni di casa, ancora una volta dimostrano, che i numeri contano fino ad un certo punto, quel che conta sono i valori che vivono sui gradoni e questi ragazzi: attaccamento alla maglia, oltre il risultato e divertimento sugli spalti. Colorati e compatti cantano per tutti i 90’, degne di nota sono le bandiere che sventolano nel settore; una raffigurante la Cupola di San Gaudenzio, simbolo della città e l’altra con il ritratto di Nini Udovicich, storico capitano degli azzurri negli anni ’60-70.

I salernitani si dimostrano, come spesso accade per le tifoserie del Sud, molto caldi e vicini alla squadra. Colorati e ordinati sostengono i propri colori per tutti i 90’ e grazie al risultato maturato anche i più restii sostengono la causa.

Alessio Farinelli.