Comincio questa cronaca dalla fine per far capire quanto è bello il gioco del calcio e quante emozioni può regalare nel giro di pochi minuti. Quando ormai la partita stava volgendo al termine, al novantesimo sopraggiunge insperato il pareggio della Paganese che, in concomitanza con la vittoria del Martina (l’unica e sola rivale che poteva ancora sperare nella promozione), riaccende le speranze della compagine della valle d’Itria il cui svantaggio in classifica si riduce così a cinque punti. Ma all’ultimo minuto dei tempi di recupero (ben otto), arriva la zampata vincente della squadra che sta dominando il girone H. Dopo un calcio di punizione, Saraniti ci mette la testa, palla in rete e settore ospite in tripudio. Non si può descrivere la gioia, talmente tanta al triplice fischio finale che arriva di lì a poco che certo non si può racchiudere in parole. Tifosi impazziti e che volano con la mente già alla domenica successiva quando, nella città dell’alta Murgia si potrà festeggiare la matematica promozione in quella Serie C che manca da quasi venticinque anni.

Tornando invece all’inizio di questo vorticoso percorso a ritroso, Pagani mi accoglie nel suo stadio con il primo vero caldo di stagione e la colonnina che si assesta a ben 28°. Venire a vedere una partita della Paganese è un’assicurazione sullo spettacolo che già sai sapranno offrire i tifosi della Stella. Sarà così anche questa volta, anzi ancor di più visto che al “Marcello Torre” scende in campo la capolista e ancor di più necessario è il sostegno alla squadra, ultimamente in crisi di risultati.

Grande tifo nella Curva di casa ma altrettanto dicasi per la tifoseria ospite, accorsa in circa quattrocento anime per seguire la Leonessa di Puglia. Gli ultras di casa salutano il tecnico altamurano Giacomarro, protagonista di una promozione in Serie C proprio con la Paganese nel 2005-06. Un altro striscione solidarizza con gli amici di Giugliano investiti dalla solita ondata repressiva, mentre per il resto continuo è lo sventolio di bandiere e tanti i battimani. Dall’altra parte c’è poco altro da aggiungere, buoni i numeri, buono il tifo, belle soprattutto le sciarpate: Altamura cammina ormai sul velluto, non resta che prendere le bottiglie messe in fresco, dopo anni di sacrifici e passione è finalmente giunta l’ora di brindare.

Pier Paolo Sacco