Un po’ il blocco del traffico, un po’ la scarsa volontà di impelagarmi col trasporto pubblico e un po’ la voglia di guardare, una volta tanto, Roma con un occhio romantico mi spingono a scendere in cantina e liberare la mia bicicletta dalla sua gabbia umida e buia. Alcune goccioline di pioggia bagnano i primi metri della mia pedalata, mentre le ultime luci di giornata mi aiutano ad evitare le buche di cui sono costellate le strade attorno casa mia.

Man mano che mi inoltre verso il centro storico anche il cielo si schiarisce e le nuvole cessano di infastidirmi con le loro spruzzatine. San Giovanni, Colosseo, Fori Imperiali, Via del Corso, Piazza del Popolo. Mi è sufficiente sfrecciargli a fianco per convincermi della mia scelta, senza contare che i tempi di percorrenza non si allungano poi molto rispetto al viaggio in metropolitana.

Dopo Ferentino è il momento di un’altra sfida attesa, almeno dal sottoscritto, quella con Rieti. Un “derby” che promette di portare al PalaTiziano un’ottima cornice di pubblico, oltre che una tifoseria ospite con la sua componente ultras. Al sabato i biglietti venduti sono quasi tremila, molti dei quali andati a ruba nel capoluogo sabino, con i tifosi facilitati dall’esigua distanza e dal richiamo del confronto con una delle nobili decadute della pallacanestro italiana. Tra le due tifoserie corre buon sangue, fattore poi suffragato da uno striscione degli ultras romani a favore dei dirimpettai e da diversi cori che sottolineano la stima reciproca.

Quando faccio il mio ingresso al palazzetto saggio personalmente il bel colpo d’occhio, cosa che fa sicuramente piacere considerando il pessimo momento che la palla a spicchi sta attraversando a Roma. Ai supporter sabini è stata assegnata un’intera curva, con gli Old Fans che si posizionano in galleria facendosi subito sentire dai giocatori intenti ad effettuare il riscaldamento. Pochi minuti prima della palla a due faranno il loro ingresso anche i ragazzi delle Brigate, scandendo numerosi cori per spronare la squadra, reduce da diverse sconfitte e nuovamente caduta nelle zone basse della classifica.

Ecco l’arbitro portarsi al centro del campo e la gara avere inizio. Parte anche la sfida delle tifoserie. In Curva Ancilotto spiccano le sciarpe griffate BVR, che saranno protagoniste della serata venendo tese un paio di volte per colorare il settore assieme alle bandierine agitate sovente. Su fronte capitolino creano un bell’impatto anche le tante manate e i cori a rispondere, oltre un tifo che stasera si manterrà costante e di buona intensità per tutta la partita. Ovvio che la presenza di una tifoseria ospite e una partita ben giocata dalla Virtus, aiutino molto l’ambiente a seguire spesso i ragazzi della curva, creando davvero una bell’atmosfera, calda e scoppiettante.

Per quanto riguarda i reatini, come detto, il contingente ultras si sistema in galleria, facendo mostra di stendardi e bandiere. Si nota chiaramente che in molti, tra il pubblico normale, sono alla prima trasferta della loro vita, così anche per il tifo organizzato è difficile far valere le proprie ragioni e trascinarsi dietro persone più interessate a seguire le azioni di gioco che a fare il tifo. La conseguenza è che la sessantina di ragazzi dietro lo striscione degli Old Fans sosterrà abbastanza continuamente il quintetto amarantoceleste, riuscendo sporadicamente a far rumoreggiare anche il resto dei presenti. Un paio di sciarpate colorano la loro zona mentre nel finale è palese il malcontento per la sconfitta.

Di contro la Virtus Roma corre sotto alla propria curva a festeggiare con i tifosi, per una vittoria che restituisce sicuramente un po’ di morale ai ragazzi di Attilio Caja. Il palazzetto applaude e poi sfolla lentamente. Anche per me è tempo di inforcare la bicicletta e percorrere la strada a ritroso. L’ennesima domenica di sport e tifo finisce in mezzo ai turisti che, su Via del Corso, ricevono le mie maledizioni per aver occupato impropriamente la sede stradale. In fondo un anatema non si nega a nessuno!

Simone Meloni.